Secondo i dati Eurostat, il 28% dei cittadini europei è totalmente inattivo durante il proprio tempo libero, in particolare gli italiani. Ma negli ultimi anni, la soluzione alla sedentarietà dei senior sembrerebbe arrivare dalle piste da ballo, coniugando movimento e condivisione
«È una bella sensazione. Sento che tutto il corpo cambia ed è come se dentro avessi un fuoco, come se volassi!». così Billy Elliot, nell’omonimo film del 2000, descrive le emozioni che prova quando danza. Sensazioni che conoscono bene all’accademia australiana Queensland Ballet che nel 2017 ha collaborato con la University of Technology della stessa città per un progetto che studia i benefici del balletto sugli anziani. La classe di danza ha preso il nome di “Ballet Moves for Adult Creative Health” (Passi di danza per il benessere creativo degli adulti) e prevedeva 10 lezioni di balletto per anziani nell’arco di tre mesi. L’obiettivo del progetto era di valutare il benessere fisico e cognitivo dei partecipanti dopo aver seguito le ore del corso. I risultati ottenuti dimostrano che chi ha frequentato regolarmente le lezioni sentiva di avere un senso dell’equilibrio più sviluppato rispetto all’inizio del percorso: eseguire passi complessi, coordinare i movimenti e piroettare sono azioni che aiutano ad accrescere la stabilità riducendo il rischio di cadute. Inoltre, la danza è una ginnastica dolce che stimola il tono muscolare e migliora la forza e la resistenza portando a benefici cardiocircolatori e sviluppando la flessibilità articolatoria.
Molti dei senior che hanno preso parte al progetto hanno affermato di riuscire a camminare più velocemente e con meno dolori. Anche l’umore è migliorato, grazie all’incontro con altre persone, e il livello di concentrazione richiesto nell’esecuzione di alcuni passi ha permesso loro di tenere la mente impegnata, allontanando le preoccupazioni. Un’occasione, quindi, per allargare la propria cerchia sociale e incrementare i pensieri positivi. La passione per la danza, però, è arrivata anche nel Regno Unito dove, negli ultimi anni, numerosi senior hanno preso a frequentare lezioni di ballo.
Ogni venerdì sera, nella chiesa di St. Paul, a est di Londra, si incontrano più di 100 ballerini che ondeggiano su ritmi caraibici o movimentati reggae. L’unica regola per entrare a ballare con loro è avere più di 50 anni. A raccontarlo è il Telegraph con un’intervista all’organizzatrice di questi eventi, la settantaduenne Martha Nelson. Ispirati dalle versioni britanniche di programmi televisivi come Ballando con le stelle o Italia’s Got Talent e da una maggiore attenzione al fitness, le scuole di ballo stanno segnalando una crescita di iscrizioni da parte dei senior per i corsi di balletto, ballo da camera e anche danza seduta per chi ha mobilità ridotta.
Gli aspetti positivi della danza, infatti, si estendono anche agli amanti della musica con difficoltà motorie: alcune ricerche hanno evidenziato che pochi movimenti come battere un piede o le mani sono sufficienti a ridurre lo stress mentale e fisico. In questo modo l’effetto terapeutico della musica, su cui da anni si basano i trattamenti di musicoterapia, è combinato con alcuni gesti minimi che bastano a provocare un aumento di endorfine favorendo il buonumore.
Per i senior buttarsi in pista sembra essere molto più facile che per i più giovani: un sondaggio condotto dalla Royal Academy of Dance mostra che più si invecchia, meno ci si imbarazza a ballare in pubblico. Su 1.000 intervistati, il 55% degli over 45 anni ha dichiarato di sentirsi a proprio agio quando si esibisce davanti ad altre persone. Proprio per questo c’è anche qualche pensionato che sceglie la danza come seconda carriera. Come ha fatto Barbara Pomroy, 67 anni, che si è formata come istruttrice Zumba Gold, una variante del famoso fitness musicale pensata per i più anziani. Secondo Pomroy, la sua età è un incentivo per i ballerini più grandi ad unirsi alla sua classe: la sua allieva più anziana, infatti, all’età di 86 anni ha ballato con lei finché l’Alzheimer glielo ha permesso.
Alcuni piccoli benefici della danza sembrano avere effetto anche su questa patologia cronica nelle sue forme più lievi: seguire un’attività di coordinazione motoria obbliga ad esercitare la memoria per ricordare i passi. Lo conferma uno studio statunitense che ha monitorato le prestazioni mentali di un campione di ballerini senior. Secondo la ricerca, in particolare il ballo da sala, con i suoi diversi stili e l’esecuzione di figure di coppia, può ritardare l’insorgere di demenza grazie all’attivazione di più aree cerebrali: imparare nuovi passi e coordinarli a quelli di un’altra persona richiede molta concentrazione e porterebbe ad un rallentamento del declino cognitivo. Nel Regno Unito, addirittura, il sistema sanitario nazionale consiglia e indirizza persone affette da demenza, Alzheimer e Parkinson a frequentare classi di danza come parte delle terapie mediche per rallentare i processi degenerativi di queste malattie.
Danzare è anche un ottimo modo per contrastare la sedentarietà. Secondo il quadro delineato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), infatti, l’inattività è considerata il quarto fattore di rischio per la mortalità globale e gli italiani risultano i più pigri d’Europa.
Per questo l’Oms ha presentato delle strategie per la decade 2016-2025 con una sezione interamente dedicata all’attività fisica per le persone anziane: tra gli obiettivi prefissati ci sono l’adattamento di infrastrutture e ambienti per la pratica dell’attività fisica, il miglioramento delle informazioni fornite dagli operatori sanitari sugli esercizi ginnici e il coinvolgimento dei senior in attività fisiche di tipo sociale.
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