Nel Centro Diurno Integrato Residenze del Sole di Cinisello Balsamo è partito un progetto pilota che ha permesso a una decina di residenti di «uscire» senza muoversi dal centro. Lo hanno fatto indossando un caschetto Vr; in pratica dei grandi occhiali da fissare in testa con all’interno degli schermi. Girando il capo cambiano le immagini, come nella realtà, e si viene trasportati in paesaggi rilassanti (mare, foreste, colline) accompagnati con musiche d’atmosfera. Gli anziani sottoposti all’esperimento possono rilassarsi ed essere aiutati ad affrontare paure o a riabilitare funzioni cognitive e motorie perse.
Lo testimoniala sig. Bianca (86 anni) che dice: «È una sensazione mai provata prima, me lo ricordo bene nonostante sia stato qualche mese fa . Dopo la sessione mi sono sentita meglio. Sembrava reale anche se c’era un po’ di fantasia e ciò che mi è piaciuto di più è la possibilità di evadere». La realtà virtuale si può impiegare in strutture più complesse anche per curare le demenze.
E’ il caso dell’Istituto Auxologico Mosè Bianchi di Milano, unico ospedale italiano in cui si fa riabilitazione con la Telepresenza Immersiva Virtuale (Tiv). Il paziente viene portato in una stanza cubica di 2,5 metri con tre schermi a parete e uno sul pavimento. Indossa degli occhialini 3D simili a quelli del cinema, si muove e interagisce nell’ambiente con l’aiuto di un terapeuta. Marco Stramba-Badiale, direttore del dipartimento geriatrico-cardiovascolare della struttura spiega che il computer mostra sugli schermi degli ambienti di vita quotidiana (una casa, un supermercato, una piazza o un ristorante) dove il paziente, con un telecomando, può muoversi stando fermo e interagire per afferrare oggetti e manipolarli.
Lo strumento si chiama Cave, si usa per i deficit cognitivi tipici delle fasi iniziali della demenza e ha dato ottimi risultati anche su pazienti vicini ai 90 anni. Oltre che per la demenza il Cave viene utilizzato per contrastare la fragilità del paziente, la riduzione della forza, la perdita dell’orientamento o rischio di cadute e nei casi di stress o in presenza di fobie. Un altro strumento è stato pensato come un gioco per affrontare la demenza: si chiama Before I Forget. E’ un videogioco che mette il giocatore nei panni di Sunita, una donna affetta da demenza. È ambientato in una casa tutta bianca, anonima e per usarlo basta un computer. Attraverso domande come «Chi sono?», «Cosa ci faccio qui?» e manipolando (virtualmente) gli oggetti sparsi per i diversi ambienti della casa o leggendo gli appunti lasciati sui mobili, si punta a far affiorare ricordi che danno un senso a ciò che circonda Sunita e quindi il giocatore.
Un esperimento nuovo di realtà virtuale applicata ad esperienze comunitarie è stato realizzato in Francia la scorsa domenica delle Palme. Nella casa di riposo Clos Saint Martin a Rennes (Bretagna), gli ospiti della struttura hanno seguito la messa celebrata nella vicina abbazia Notre-Dame-en-Saint-Melaine filmata dalla troupe di France 2 per la trasmissione Le Jour du Seigneur. La signora Alice 94enne ospite della casa di riposo ha testimoniato: «Ci siamo sentiti come se fossimo davvero lì, sui banchi della chiesa».
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