Anche lui oggi è confinato in quarantena. Vi ricordate di Bob Weighton? Ne avevamo già parlato qualche tempo fa, quando era divenuto l’uomo più anziano del mondo. Pensava di avere visto di tutto, eppure quello che da poco tempo è l’uomo più longevo del mondo, nei suoi 112 anni di vita non aveva sperimentato nulla di simile a quanto sta accadendo nel mondo a causa dell’epidemia di Covid-19.
Ma facciamo un passo indietro: l’attempato cittadino inglese residente nell’Hampshire è entrato di diritto nel Guinness dei primati dopo la morte del suo predecessore, Chitetsu Watanabe, un contadino giapponese deceduto a 112 anni e 355 giorni.
Purtroppo però, nel frattempo, nessun esponente dell’organizzazione che certifica i record nel mondo è riuscito a consegnargli l’attestato di persona.
Weighton infatti è isolato in quarantena in una casa di riposo senza possibilità di ricevere visite. Ma a festeggiarlo, con tanto di consegna del “diploma”, ci ha pensato lo staff della struttura, immortalando il momento speciale con un video caricato poi su Youtube. La “cerimonia” è avvenuta nel rigoroso rispetto delle regole di distanziamento sociale.
Il segreto per vivere a lungo
Tanto vale ricordare a questo punto la reazione del signor Weighton alla notizia del suo primato, raccolta da diverse testate inglesi: «Non posso dire di essere contento che l’uomo che era più vecchio di me sia morto, ma sono molto contento di essere stato in grado di vivere così a lungo e di essermi fatto tanti amici».
E, naturalmente, tutta l’ironia sfoggiata nel “rivelare” il segreto della sua longevità: «Ho semplicemente evitato di morire – ha risposto -. Non ho vissuto la mia vita stando attento a non farmi investire da un autobus o a non prendermi il cancro. Non ho fatto nulla per meritarmi di raggiungere questa età. Sono solo uno tra i fortunati».
Dalla Spagnola al Coronavirus
Ma Bob Weighton di epidemie ne ha viste. E anche tante. Nato nel 1908, ha vissuto gli anni del vaiolo e dell’influenza Spagnola, la pandemia che uccise decine di milioni di persone nel mondo tra il 1918 e il 1920. Ha subìto diversi interventi chirurgici, ha avuto la malaria, ma – fino ad oggi – non aveva mai vissuto un solo giorno di quarantena.
In vita sua ha davvero visto di tutto: 5 monarchi, 22 primi ministri, due guerre mondiali e invenzioni di ogni i tipo. Ma non c’è traccia nei suoi ricordi di un evento che possa vagamente somigliare a quanto sta succedendo ora.
«È curioso – ha detto -, non avevo mai sperimentato niente di simile al Coronavirus prima d’ora. Sono un po’ frustrato, ma anche questa volta mi sono ritrovato in una situazione in cui si può solo accettare quel che sta accadendo».
In quarantena, inutile pensare a quel che non si può fare
Ma se i suoi consigli su come vivere più a lungo non sono, a dire la verità, di grande aiuto («Non ho mai pensato di voler scalare l’Everest – ha detto – o di navigare intorno al mondo. Ho solo preso la vita così come veniva»), più utili sono i suoi suggerimenti su come gestire l’isolamento: «È allarmante, è inquietante. Non avrei mai pensato che potesse succedere qualcosa del genere, nessuno poteva immaginarselo. Non sono mai stato isolato prima di oggi. Ho avuto l’influenza e la maggior parte delle malattie infantili, ma non ho mai sperimentato l’isolamento. Non c’è niente che possiamo fare al riguardo, quindi la cosa migliore è fare quel che si può fare e smettere di pensare quel che non si può fare».
E allora il signor Weighton, in quarantena, continua a lavorare alle stesse cose a cui lo avevamo lasciato: vista la brillante carriera di ingegnere alle spalle, si tiene impegnato costruendo mulini a vento in miniatura che venderà poi per beneficenza. Ogni tanto rimette in ordine le foto e i ricordi del passato e non smette mai di stupirsi: «Oh, santo cielo, sono così vecchio?».
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