L’ex ministro Dario Franceschini propone una legge per attribuire ai figli esclusivamente il cognome della madre, suscitando un acceso dibattito politico.
La proposta di legge: un “risarcimento” per le donne
Dario Franceschini, senatore del Partito Democratico, ha annunciato l’intenzione di presentare un disegno di legge volto a modificare l’attuale normativa sull’attribuzione dei cognomi ai neonati. Secondo la sua proposta, i figli dovrebbero portare esclusivamente il cognome materno, una misura che l’ex ministro definisce come un “risarcimento per un’ingiustizia secolare” subita dalle donne.
Attualmente, in Italia, la Corte Costituzionale ha stabilito che i figli possono ricevere il cognome di entrambi i genitori, salvo diverso accordo tra le parti. La proposta di Franceschini si spinge oltre, suggerendo l’eliminazione del cognome paterno a favore di quello materno.
Reazioni politiche: divisioni e polemiche
La proposta ha immediatamente scatenato un acceso dibattito tra le forze politiche. Matteo Salvini, leader della Lega, ha criticato duramente l’iniziativa, affermando: “Cancelliamo i padri? Non scherziamo”.
Anche Carlo Calenda, leader di Azione, ha espresso perplessità riguardo alla proposta, sottolineando la necessità di un equilibrio nelle questioni legate alla genitorialità e ai diritti dei bambini.
All’interno dello stesso Partito Democratico, la proposta di Franceschini ha generato discussioni. Alcuni esponenti vedono l’iniziativa come un passo avanti verso la parità di genere, mentre altri temono che possa alimentare ulteriori divisioni in un momento politico già complesso.
Il contesto legislativo attuale
La questione dell’attribuzione del cognome ai figli è da tempo oggetto di dibattito in Italia.
Nel 2022, la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima l’automatica attribuzione del solo cognome paterno, stabilendo che, in assenza di accordo tra i genitori, il figlio debba assumere i cognomi di entrambi. Tuttavia, la normativa attuale consente ancora ai genitori di scegliere l’ordine dei cognomi o di optare per uno solo dei due.
La proposta di Franceschini rappresenterebbe un cambiamento radicale rispetto a questa impostazione, ponendo l’accento sul ruolo materno nell’identità dei figli.
Implicazioni sociali e culturali
L’idea di attribuire ai figli esclusivamente il cognome materno solleva interrogativi non solo di natura giuridica, ma anche sociale e culturale. Tradizionalmente, il cognome paterno è stato considerato un elemento fondamentale dell’identità familiare. Modificare questa consuetudine potrebbe avere ripercussioni sul modo in cui la società percepisce i legami familiari e la trasmissione dell’eredità culturale.
In molti ritengono che la proposta possa contribuire a rafforzare il riconoscimento del ruolo delle madri nella società, mentre ma c’è chi teme che possa minare l’equilibrio tra le figure genitoriali.
Prossimi passi
Al momento, il disegno di legge annunciato da Franceschini non è stato ancora formalmente presentato in Parlamento. Sarà fondamentale osservare come evolverà il dibattito politico e quali saranno le posizioni assunte dagli altri partiti e dalle commissioni competenti.
In un contesto in cui le questioni di genere e i diritti delle donne sono sempre più al centro dell’attenzione pubblica, proposte come quella di Franceschini contribuiscono a stimolare riflessioni profonde sulla struttura sociale e sulle dinamiche familiari in Italia.
Resta da vedere se questa iniziativa riuscirà a tradursi in una modifica legislativa concreta o se rimarrà un punto di discussione nel più ampio dibattito sulla parità di genere e sui diritti dei genitori.
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