La prevenzione è fondamentale se si vuole preservare la propria salute, ma non tutti si sottopongono ai controlli necessari ad individuare le patologie allo stadio embrionale. La causa? In primis le difficoltà economiche in cui versano milioni di persone sia in Europa sia nel nostro Paese. Lo STADA Health Report 2023, condotto in 16 nazioni europee, ha evidenziato quanto sia difficile per molti, l’accesso agli esami clinici preventivi.
La pandemia causata dal Coronavirus ci ha colto di sorpresa e ha stravolto le nostre vite. In pochi mesi ha attraversato tutti i continenti causando milioni di morti. I sistemi sanitari di tutto il mondo sono stati messi a dura prova, con medici e infermieri travolti e stravolti da un’emergenza che sembrava non dovesse avere fine. Dopo oltre 3 anni, il 5 maggio 2023, l’Oms ha dichiarato la cessazione dell’emergenza sanitaria globale causata dal Covid-19 e il ritorno della normalità nei comparti sanitari dei Paesi di tutto il mondo.
Ma la fine della pandemia ha segnato veramente un ritorno ai livelli di cura e di attenzione alla prevenzione precedenti al 2019? La recessione registrata a seguito dell’emergenza sanitaria e della guerra sul suolo europeo, quanto ha influito sulla spesa sanitaria delle persone? Quanta certezza abbiamo di poter affrontare eventuali pandemie future? Che impatto ha avuto a livello psichico l’emergenza sanitaria? A queste ed altre domande ha tentato di dare una risposta lo Stada Health Report 2023.
I risultati dell’indagine
Condotto su circa 32 mila persone adulte residenti in 16 Paesi europei, l’indagine Stada ha analizzato il benessere, la qualità della vita e la prevenzione sanitaria effettuata nel post-pandemia. Ebbene, proprio nell’ambito preventivo la situazione è piuttosto seria. Infatti, dai risultati emerge che il 42% della popolazione non esegue alcuna indagine sanitaria preventiva mentre del restante 58%, soltanto il 15% prenota tutti gli appuntamenti medici necessari per indagare sul proprio stato di salute.
Le cause della mancata prevenzione
La mancanza di controlli medici adeguati è imputata in special modo alla riduzione delle spese sanitarie che stanno attuando gli europei a causa dell’inflazione; infatti, una persona su due è preoccupata per la propria situazione finanziaria, mentre il 38%, aspettandosi che la crisi economica possa avere un ulteriore impatto sulla propria vita, ha iniziato a ridurre le spese, comprese quelle relative alla salute in quanto reputano le cure preventive troppo costose.
Un cittadino europeo su tre ha ridotto anche trattamenti come massaggi e agopuntura, non considerandoli essenziali, mentre il 25% ha ridotto la spesa per l’attività fisica e l’acquisto del cibo fresco, che in realtà sono fondamentali nel campo preventivo.
C’è poi un 22% della popolazione che considera inutile il check-up medico mentre il 16% dichiara di non avere tempo a disposizione sufficiente per recarsi dal medico. Un dato curioso riguarda il 13% delle persone: non effettuano controlli preventivi perché temono di ricevere una diagnosi sbagliata.
Uomini e donne a confronto
Tra le donne europee lo screening più eseguito è quello ginecologico, con una media del 68%; nella Repubblica Ceca lo eseguono regolarmente 9 donne su 10, in Austria si reca dal ginecologo l’85% delle donne, in Svizzera l’83%, nei Paesi Bassi e nell’Uzbekistan il 42% mentre nel Regno Unito la percentuale sale leggermente al 43%.
Sorprendentemente, solo il 50% delle donne esegue uno screening per prevenire il cancro al seno, nonostante esso sia tra le malattie più temute; prima del 2020 esso era quello più diagnosticato grazie proprio ai controlli preventivi effettuati.
Per quanto riguarda gli uomini, invece, si sottopone ai controlli per il cancro alla prostata solo il 32% della popolazione e per quello all’intestino il 31%. Gli austriaci sono i più attenti, perché la diagnosi preventiva viene eseguita sul 48% degli uomini.
La situazione in Italia
E nel nostro Paese la prevenzione che posto occupa nella mente degli italiani? Non è certamente in pool position, infatti il 42% della popolazione – in modo particolare gli uomini tra i 18 e i 34 anni – non si sottopone a nessun controllo preventivo né effettua screening, mentre circa il 49% delle persone intervistate si preoccupa solo di effettuare determinati controlli tipo le visite dal dentista (59%) e gli esami del sangue (51%).
Anche in Italia le donne si recano spesso dal medico per le visite ginecologiche (69%) o si sottopongono allo screening per il tumore al seno (66%) mentre tra gli uomini soltanto poco più di 4 su 10 over 55 (42%) partecipa a screening per rilevare tumori alla prostata e solo il 9% effettua controlli per il tumore ai testicoli.
Ma qual è la motivazione che spinge gli italiani ad evitare i controlli medici preventivi? Il 29% degli intervistati imputa il problema alle difficoltà economiche in cui versa ma anche alla mancata conoscenza di quali sono i controlli da effettuare; il 18% dichiara di non avere tempo mentre il 16% afferma di non avere alcuna necessità di sottoporsi a visite preventive perché il proprio stato di salute è ottimo.
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