In Italia parlare di lavoro è complesso, tanto quanto è complesso parlare di anziani. Quando questi due aspetti si incontrano, quindi, sono tante le variabili che entrano in gioco. Le stesse che emergono in La popolazione anziana e il lavoro: un futuro da costruire, il volume nato dalla collaborazione tra l’Associazione 50&Più e la Fondazione Leonardo e pubblicato dalla casa editrice Il Mulino. Un libro che prende vita dall’impegno congiunto di 22 autori e all’interno del quale sono state prese in esame tre prospettive: una dimensione psico-sociale del lavoro in età anziana, una dedicata agli aspetti tecnico-organizzativi fino al ruolo delle organizzazioni e al futuro che ci attende.
Ripartire, ma come?
Ad aprire il volume è l’introduzione di Marco Trabucchi, Gabriele Sampaolo e Anna Maria Melloni con una riflessione sul periodo successivo alla pandemia da Covid-19. Quale sarà il ruolo degli anziani nella ricostruzione di un mondo inevitabilmente diverso? Secondo gli autori, al pari delle altre fasce d’età, l’impegno dei senior sarà decisivo. Ma perché questo impegno sia efficace e sentito è necessario riconquistare un sentimento di cittadinanza che sembra essere sopito nella fascia over 50. Inoltre, nello spirito che contraddistingue la storia di 50&Più e Fondazione Leonardo, non si affievolisce il desiderio di far percepire la vecchiaia come un’evoluzione delle capacità della persona e non come un handicap. In questo senso il lavoro rappresenta uno stimolo prezioso. Avere un’attività con tempi definiti e una richiesta di impegno commisurato, infatti, può impedire il decadimento e migliorare il benessere della persona. Certo, a patto che si abbandonino discriminazioni e rappresentazioni dell’anziano come persona fragile e bisognosa di cure.
Le dimensioni psico-sociali
I primi quattro capitoli contribuiscono a disegnare il quadro psicosociale in cui si collocano i lavoratori senior. Ad aprire è un’analisi a cura di Gian Carlo Blangiardo, insieme a Emanuela Bologna e Cinzia Castagnaro, in cui i numeri del cambiamento demografico spiegano bene l’entità del fenomeno. Prosegue Nadio Delai che, con un decalogo di proposte, suggerisce un avvicinamento tra la rappresentazione data dalle istituzioni a quella che è l’immagine reale dei senior italiani. Un aspetto che torna nelle parole di Leo Nahon che si dedica soprattutto alla dimensione psicologica del lavoro e del pensionamento. Il momento della cessazione del lavoro, infatti, segna una fase di riorganizzazione della propria libertà che rischia di trasformarsi in uno spazio vuoto.
Ed è proprio questo uno dei punti focali riportati da Giovanna Vecchiotti, direttrice della rivista 50&Più. Nel volume, infatti, viene raccontato l’impegno dei giornalisti della testata nella narrazione del rapporto tra anziani e lavoro. Una visione che evidenzia la possibilità da parte dell’anziano di autodeterminare il momento del pensionamento e le conseguenze psicofisiche positive del continuare a lavorare. Il capitolo si chiude con tre narrazioni sulla figura del senior lavoratore emerse dall’analisi della stampa nazionale, sia digitale che cartacea, degli ultimi due anni. Un approfondimento effettuato da Linda Russo grazie al materiale contenuto nella banca dati del Centro Studi 50&Più.
Le dimensioni tecnico-organizzative
La seconda parte inizia con il capitolo scritto da Francesco Marcaletti e Giovanna Rossi. A guidare la dimensione tecnico-organizzativa del volume è la consapevolezza che l’età non è causa certa della diminuzione delle performance lavorative. Sebbene si riscontrino criticità, infatti, è possibile sfruttare al massimo il potenziale dei senior grazie ad alcuni approcci che rendono il lavoro più flessibile. Non manca un approfondimento sul tema dell’ageism nell’ambiente di lavoro. Un contributo di Claudia Manzi ed Eleonora Reverberi che illustra anche i possibili metodi di contrasto dal punto di vista legislativo, organizzativo e culturale.
Segue l’intervento di Maria Cristina Migliore che approfondisce il tema delle nuove conoscenze e dell’innovazione in ambiente lavorativo. Un argomento che include la formazione e lo scambio intergenerazionale e che viene ripreso anche da Cristian Leorin. A fronte delle preoccupazioni dovute al digital divide e allo sviluppo tecnologico, infatti, le nuove opportunità di lavoro dovrebbero basarsi sull’intelletto e sulla capacità di vivere il cambiamento in una sinergia tra giovani e anziani. Concludono la sezione tecnico-organizzativa i capitoli a cura di Gianni Tel e Alberto Brambilla, dedicati alle riforme pensionistiche, alla figura dell’anziano come centro nevralgico dell’economia e ai costi sostenuti per welfare e assistenza.
Verso il futuro
Volgendo lo sguardo al futuro è inevitabile pensare anche all’Unione Europea. Cosa che fanno Laura Gavinelli e Sonia Guaragna, offrendo un punto su quanto è stato fatto dall’UE negli ultimi anni in merito al progressivo invecchiamento della popolazione e a quanto ancora c’è da fare. Claudio Lucifora e Tiziano Treu, invece, affrontano la questione dell’invecchiamento attivo in ambito professionale dal punto di vista nazionale. Il sistema Paese, infatti, registra un forte ritardo rispetto alle reali dinamiche socio-economiche e alle esigenze che ne derivano. Se da un lato le prassi sulla staffetta generazionale, age management e diversity management non mancano, dall’altro manca ancora un sistema pensionistico e contrattuale che possa garantire all’anziano una vita lavorativa flessibile e proficua.
Chiude l’intero volume il capitolo scritto da Gabriele Sampaolo incentrato sull’importanza dei luoghi di rappresentanza. La forza associativa dei pensionati in Italia presenta una situazione altamente frammentata che di fatto non riesce a dare voce ai 12 milioni di interessati. È così che si fa sempre più impellente la necessità di ripensare il patto sociale per far fronte al progressivo invecchiamento della popolazione dei lavoratori.
L’evento di presentazione del volume si svolgerà il 24 settembre, alle ore 11.00, presso la Sala Gialla del Cnel, e sarà l’occasione per riflettere sul sistema dei servizi, la normativa e i modelli di welfare dedicati al lavoratore in età anziana.
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