Sul podio dei luoghi in cui ‘essere e sentirsi’ parte attiva ci sono centri culturali e biblioteche eventi locali e spazi pubblici.
Da tempo al centro del dibattito delle politiche governative in tema di diritti, forme di tutela, bisogni, i senior rappresentano indubbiamente una fetta di popolazione che, come altre, ha esigenze da soddisfare e aspettative da non deludere. L’immaginario collettivo, a causa di opinioni precostituite, induce spesso a percepirli – e a farli sentire – come un corpo estraneo al sistema sociale, in quanto non più attivamente partecipi all’interno della collettività. In realtà, forti di un indiscusso bagaglio di esperienze, gli anziani vivono qui ed ora, artefici del loro presente, con un grande potenziale da mettere a disposizione e tanta voglia di fare. Un approccio che, contro ogni stereotipo, rivela il desiderio di essere considerati parte integrante della società e di offrire attivamente il proprio contributo. A confermarlo, l’indagine del Centro Studi 50&Più che offre uno spaccato su opinioni e preferenze dei senior sui contesti in cui vivere attivamente il proprio tempo.
Alla domanda “Quali luoghi ritiene più efficaci per favorire la partecipazione sociale?”, l’ambito culturale riscuote il maggiore consenso, registrando il 52,5% di preferenze per biblioteche e centri culturali, soprattutto tra le donne (55,8%) e nella fascia d’età 50-64 anni (52,9%); ampio riconoscimento anche per scuole e università (45,8%), apprezzate in particolar modo dai 65-74enni (48,9%). A seguire, eventi e riunioni locali che, con il 43,5% di preferenze, si rivelano un contesto gradito specialmente al Nord-Est (49,3%). A preferire realtà come associazioni e club è il 42,2% del campione, dato che registra soprattutto il gradimento degli uomini (51,2% contro il 33,6% delle donne). Infine, spazi pubblici come piazze e parchi sono apprezzati dal 35,7% degli intervistati, mentre le parrocchie – ambito maggiormente gradito dalle donne (28,2%) e nel Sud e Isole (27,5%) – e i luoghi di culto ricevono rispettivamente le preferenze del 24,6% e del 10%.
Un altro dato interessante riguarda la posizione guadagnata dai social media-forum, forma di partecipazione ritenuta “estremamente efficace” solo dal 7,2% del campione, tendenza rilevata soprattutto tra gli over 74 (10,9%). Il 25,4% crede sia “molto efficace”, mentre per la maggioranza degli intervistati (34,2%) è “moderatamente efficace”. “Poco efficace”, invece, per il 23,1% e “per nulla efficace” per il 10,1%, dato che si registra soprattutto tra i 65-74enni. Uno scenario, questo, che potrebbe essere sintomo di una certa ‘distanza’ dal contesto digitale avvertita da alcune fasce di popolazione, ma anche dell’estrema importanza data alle interazioni e al coinvolgimento che solo una partecipazione ‘fisica’ può offrire.
Un discorso a parte merita il sentiment espresso nei confronti delle iniziative intergenerazionali che, a livello geografico, registrano il maggiore gradimento nelle Isole (21%), seguite dal Centro Nord. “Abbastanza importanti” per l’80,4% del campione, sono invece “molto” rilevanti per il 18% degli intervistati, in special modo over 74 (22,2%) e 50-64enni (15,9%). Da sottolineare, infine, il dato più significativo: nessuno ritiene tali iniziative “per nulla importanti” e solo per un esiguo 1,6% lo sono “poco”, a riprova del valore riservato ai rapporti tra generazioni che, attraverso il trasferimento di conoscenze e competenze, alimentano coesione sociale e sviluppo comunitario.
Partecipazione, confronto e condivisione, dunque, per “essere e sentirsi” parte attiva della società. Una tesi che l’Organizzazione Mondiale della Sanità sostiene, definendo il concetto di “invecchiamento attivo” come “un processo di ottimizzazione delle opportunità di salute, sicurezza ma anche, appunto, di partecipazione, per migliorare la vita delle persone”.
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