Il periodo estivo è fonte di grande gioia. A tutte le età la luce, la temperatura, il verde invitano a guardare fuori da sé stessi, a pensare ad un futuro più sereno, a non doversi affliggere per il freddo, la pioggia, l’oscurità precoce. Però è una “vita possibile” che non tutti sanno accogliere perché dominati da preoccupazioni, da false informazioni, da timori più o meno motivati per la propria salute.
Ma perché rinunciare alle possibilità offerte dalla bella stagione? Quali sono i percorsi nei quali anche una persona anziana può muoversi senza riceverne danno? Schematicamente è possibile iniziare con una considerazione confermata dalla scienza: il maggior numero di ore di luce è un fattore che agisce contro la depressione del tono dell’umore. Permette di affrontare il tempo della giornata con una visione positiva della vita; non è ovviamente in grado di cancellare le avversità della vita, ma permette di avvicinarle partendo da un livello più favorevole. Si potrebbe dire che la luce esterna accende anche una luce nel cuore! Per questi motivi nel periodo estivo è molto utile esporsi al sole; però i motivi psicologici non sono i soli, basti pensare all’effetto positivo sul metabolismo dell’osso e quindi alla possibilità di evitare le conseguenze che nell’età avanzata derivano dal loro indebolimento. Certo, qualcuno obietta che l’esposizione al sole faccia male a chi ha una pelle sensibile e al rischio della comparsa di melanomi; in questi casi è, ovviamente, necessario evitare un’esposizione diretta. Un comportamento prudente non impone, però, di chiudersi in casa. Per alcune persone è peraltro opportuno utilizzare occhiali scuri. Di fatto si deve partire da considerazioni positive sulla luce e sul sole; poi si deve provvedere proteggendosi. Invece, alcune (troppe!) persone ragionano in modo opposto e antepongono tutte le possibili criticità a considerazioni sagge e libere. In generale è indispensabile fondarsi sulla logica per la quale la vita deve essere vissuta interamente, con attenzioni e prudenza, ma non partendo dal rifiuto, per poi faticosamente accettare qualche apertura. In questo modo si perdono i vantaggi certi di un’azione e la vita diviene il susseguirsi di autolimitazioni, di incertezze, di angosce. Di fatto una vita infelice!
Oltre alla luce, le stagioni estive inducono all’“attività fisica”. Vorrei dire ai lettori che questa definizione è, secondo me, pessima, perché la vita all’aria aperta, a contatto con la natura, curiosa, attenta al mondo colorato che ci circonda, non può essere svilita chiamandola “attività fisica”, quasi fosse una medicina. Muoversi, ciascuno a seconda delle proprie capacità, deve essere un evento positivo, che stimola il rapporto con l’ambiente e induce serenità. Capisco chi ha problemi osteoarticolari, dolori, chi si sente molto debole; però si deve cercare di porvi rimedio con terapie adeguate, perché l’immobilità peggiora la condizione, mentre un piccolo, progressivo impegno porta, seppur lentamente, alla ripresa di una possibile funzione.
Un altro aspetto positivo della bella stagione è la possibilità di un’alimentazione più ricca di cibi freschi. Comprendo le persone anziane che hanno problemi economici, quelli che fanno fatica ad uscire di casa e quindi a comperare cibi freschi; verso di loro la comunità dovrebbe avere un’attenzione particolare, cercando di aiutare le persone che si trovano oggettivamente in difficoltà (e, purtroppo, sono molte). Però è necessario che tutti gli altri non si lascino dominare dai limiti, perché un cibo sarebbe poco digeribile e un altro causerebbe disturbi intestinali o per un altro ancora potrebbe indurre una certa intolleranza: dobbiamo essere generosi con noi stessi, non farci indottrinare attraverso informazioni generiche e spesso sbagliate, da chi diffonde timori di ogni tipo. Una buona alimentazione, ricca e varia, non ha mai fatto male a nessuno: dobbiamo avere una nostra personale sicurezza che permette di affrontare con serenità anche i consigli sbagliati che ci vengono dati, senza lasciarci indurre a scelte che limitano la nostra alimentazione. Ad alcuni piacerebbe che la vostra vita fosse uno slalom tra paure, precauzioni, dubbi. Non è così; dobbiamo sviluppare una nostra personale autonomia e renderla più forte dei dubbi che altri ci instillano. La bella stagione è un invito continuo alla libertà, alla serenità, alla gioia di vivere: ricordiamoci che sono sentimenti che tendono ad autoriprodursi in senso positivo, generando benessere. Dobbiamo solo incominciare!
Marco Trabucchi è specialista in psichiatria. Già Professione ordinario di Neuropsicofarmacologia all’Università di Roma “Tor Vergata”, è direttore scientifico del Gruppo di Ricerca Geriatrica di Brescia e direttore del Centro di ricerca sulla demenza. Ricopre anche il ruolo di presidente dell’Associazione Italiana di Psicogeriatria e della Fondazione Leonardo.
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