Lui si chiama Thomas Doerbecker ed ha una missione molto delicata: salvare i gatti randagi che vagano nelle stazioni sotterranee della Grande Mela. Di per sé svolge già un lavoro di responsabilità. È, infatti, supervisore alla manutenzione dei binari della metropolitana di New York, ma lui si è prefisso anche un altro scopo: «Li catturo, li rimetto in forze e poi li lascio di nuovo liberi – ha dichiarato al quotidiano The Post -. Se sono tranquilli e non troppo forastici cerco anche di trovare loro una casa al più presto».
A nascondino tra i binari
Doerbecker, che oggi ha 56 anni, racconta di essere diventato il salvatore dei gatti della metro di New York nel 2017, durante un turno di lavoro nell’affollato fine settimana del Ringraziamento. Quel giorno i dirigenti della MTA (Metropolitan Transportation Authority), l’azienda che gestisce il servizio pubblico locale, si erano rivolti a lui con una richiesta insolita. Da almeno un paio di settimane un gattino li teneva impegnati giocando a nascondino negli interminabili cunicoli ferroviari. Il felino bianco e grigio era stato avvistato da centinaia di passeggeri mentre sfrecciava indomito sui binari, schivando con abilità i soccorritori che cercavano invano di metterlo in salvo.
Qualcuno lo aveva persino fotografato e i Social – neanche a dirlo – erano letteralmente impazziti. Gli appelli per salvare l’animaletto si erano moltiplicati a tal punto da mettere in imbarazzo la direzione. Finché uno dei dirigenti della MTA si è ricordato di un dipendente che da 27 anni lavorava per la società di trasporti e che era noto a tutti per il suo amore per gli animali.
L’inizio di una nuova vita professionale
Ed è così che è entrato in ballo il supervisore Thomas Doerbecker. «Il mio capo sapeva del mio amore per le bestiole, racconta Thomas, così mi sono subito organizzato con del buon cibo e una gabbia trappola. È stato facile». Alla fine il micio soccorso è stato ospitato temporaneamente in un rifugio per animali abbandonati di Brooklyn, prima di essere adottato. Da quel momento gli interventi di salvataggio si sono succeduti, facendo salire a più di 50 il numero dei felini sottratti alle rotaie dei treni.
Una famiglia allargata
Doerbecker, soprannominato dai giornali Catman (letteralmente “l’Uomo dei gatti”) vive sull’isola di Staten Island, al largo della Grande Mela, e condivide la passione per gli animali con sua moglie. La coppia da una decina d’anni si preoccupa di trovare un tetto ai randagi della zona.
Thomas ha persino seguito un corso gestito da uno dei tanti rifugi che accolgono gli animali in difficoltà, diventando abilissimo con la gabbia-trappola. Al momento la famiglia comprende 14 gatti, dei quali 7 in affido temporaneo. Due di loro provengono dai sotterranei della metropolitana. Uno si chiama Rusty (Ruggine), ma solo – sottolinea Thomas – per il suo mantello rossiccio, non certo per ricordare i binari arrugginiti che un tempo sono stati la sua casa.
Quando i gatti (randagi) influenzano la politica
Nel 2013 i salvataggi dei felini in metropolitana sono diventati una questione politica, dopo che i treni avevano subito un ritardo di 2 ore, per dare il tempo ai volontari di acchiappare due gattini avvistati sui binari.
Joe Lhota, amministratore delegato della MTA e all’epoca candidato a sindaco di New York, aveva dichiarato che se fosse stato alla guida dell’azienda avrebbe lasciato i gatti al loro destino piuttosto che a creare disagi ai passeggeri. Le sue affermazioni avevano letteralmente scioccato gli amanti degli animali, che lo avevano accusato di sociopatia. Per tentare di rimediare, nel dibattito finale, Lhota ha negato con forza la volontà di far del male a qualsiasi essere vivente. «Non ho mai detto di voler uccidere nessun gatto!», si è difeso. Ma la poltrona di sindaco è andata al suo avversario. Con il plauso dei randagi di Brooklyn.
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