Manuela Peretti, blogger, promuove il dialogo tra donne attraverso la creazione di una rete: insieme a specialisti, spiega cosa accade fra i 45 e i 55 anni con la cessazione delle mestruazioni. Ecco il progetto, primo in Italia
Se ne parla ancora troppo poco e spesso con disagio, eppure la menopausa è un momento fisiologico nella vita di tutte le donne. In questa fase si osservano dei cambiamenti e si possono verificare vari disturbi, ma esistono cure e rimedi per affrontarli e riprendere a vivere al meglio.
Per trasformarla in un percorso di crescita e di normalizzazione, Manuela Peretti, già event manager e da quattro anni blogger e ideatrice del progetto ManuPausa, ha deciso di partire dalla sua esperienza personale per creare una rete e parlare senza filtri di ciò che succede fra i 45 e i 55 anni, o talvolta anche prima, con la cessazione delle mestruazioni.
«Quando ho cominciato nel 2020, in Italia non si trovava una pagina che ne parlasse, e così inizialmente mi sono rivolta ai canali di informazione inglesi, che erano molto più avanti di noi – spiega a 50&Più Peretti – . Da allora sono stati fatti molti progressi, ma spesso le donne continuano ad arrivare impreparate a questa fase».
Cosa manca, quindi?
Manca un approccio integrato alla menopausa, anche da parte dei medici: per alcuni aspetti e problematiche si va dal ginecologo, per altre dal nutrizionista, per altre ancora dall’ortopedico e così via. In Italia, poi, non abbiamo dati a disposizione sull’impatto della menopausa sulla vita delle donne, sul proprio percorso anche lavorativo: in Inghilterra, ad esempio, raccolgono i dati su quante donne che affrontano questa fase decidono di licenziarsi, oppure rinunciano a promozioni perché non si sentono più all’altezza.
Cosa significa per una donna nel pieno dell’età lavorativa affrontare la menopausa?
Quello della menopausa sul posto di lavoro è un tema che mi sta molto a cuore, e che ho vissuto in prima persona. Ci sono donne di 45-50 anni che sono una risorsa enorme per il contesto lavorativo ed è necessario stabilire delle linee guida per supportarle nell’affrontare questa fase, in cui non abbiamo bisogno di permessi ma di informazione, di referenti ai quali rivolgerci, per evitare che la menopausa diventi motivo di ghettizzazione nelle aziende.
Quali sono i sintomi da non sottovalutare in menopausa e in premenopausa?
Ognuna ha la sua menopausa: ci sono donne che hanno una sintomatologia molto importante e altre molto lieve. Tutte parliamo delle vampate, che è giusto monitorare, ma ci sono altri disturbi che spesso non colleghiamo alla stessa causa, e che rischiano di spaventarci. Io ho iniziato ad avere dei brain fog o annebbiamenti cognitivi piuttosto violenti, non riuscivo più a concentrarmi e a ricordare. Sono rimasta in questa situazione per più di un anno senza capirne le cause. Ci sono donne che invece iniziano con dolori articolari e muscolari, e se hanno ancora il ciclo ovviamente non pensano a un sintomo legato all’avvicinarsi della menopausa. Per questo l’informazione è fondamentale, anche nell’ottica di fare prevenzione: se una donna arriva a questa fase avendo già adottato un corretto stile di vita, sarà avvantaggiata e consapevole, per cui potrà affrontare tutto senza paure.
La menopausa è ancora un tabù, spesso anche in ambito familiare, affettivo, privato: come si supera?
A volte accusiamo gli uomini di non capire come ci sentiamo, ma di fatto, oltre a non avere nemmeno noi una conoscenza approfondita del tema, spesso evitiamo di parlare di ciò che stiamo affrontando, e non diamo agli altri la possibilità di comprendere. Chiunque, se informato, può essere di supporto. Vale anche per i figli adolescenti, che non hanno idea di cosa significhi affrontare questo tipo di cambiamento, fisico e psicologico, almeno finché non si condividono con loro pensieri e riflessioni.
Quanto aiutano i social nel fare informazione?
I social sono un aiuto, e tante donne mi scrivono che grazie alla pagina Instagram, al blog, sono riuscite ad avere tante informazioni che nemmeno il ginecologo gli aveva fornito. Tra l’altro quelli specializzati in menopausa sono ancora pochissimi, perché molti di loro hanno fatto degli studi in cui il tema era marginale. Nelle generazioni future anche i corsi di studio cambieranno per via dell’allungamento della vita, della quale la menopausa farà sempre più parte quando a una donna è richiesto ancora tanto impegno.
Lei ha creato una rete per affrontare il tema a 360 gradi: qual è l’approccio del progetto ManuPausa?
Cerco di realizzare delle dirette dove ospito medici che parlano dei diversi temi, dai capelli all’osteoporosi, dalla parte più ginecologica a quella della nutrizione. Invito sempre professionisti che hanno approcci diversi, perché è giusto dare indicazioni a chi vuole indirizzarsi sulle terapie ormonali come a chi preferisce un approccio più naturale, ad esempio basato sulla fitoterapia. Senza sottovalutare l’aspetto psicologico oltre che medico, perché il corpo che cambia, in una società in cui l’accettazione dell’invecchiamento non è facile, impatta anche sulla nostra mente.
Quali sono gli aspetti positivi della menopausa e della sua normalizzazione?
La menopausa non è una malattia ma può dare disturbi che peggiorano la nostra qualità di vita, ed è per questo che informare è fondamentale per mettere in atto tutte le soluzioni possibili per stare bene. Attraverso il blog e la pagina Instagram cerco di dare un messaggio positivo, perché una volta superate le difficoltà legate alla sintomatologia, si entra in una bellissima fase della vita, in cui possiamo riprendere in mano cose che avevamo lasciato nel cassetto, darci priorità diverse, ritrovare interessi lasciati da parte. La menopausa viene associata, sbagliando, alla vecchiaia e alla fine di tutto, e invece non è così. Va conosciuta, gestita e infine goduta.
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