Il gioco d’azzardo online non riguarda solo le grandi città, ma coinvolge tutti i comuni italiani, anche quelli più piccoli. A dirlo è l’ultimo rapporto “Non così piccoli. L’Azzardo online nei piccoli comuni italiani”. L’indagine ha preso in esame i centri urbani con un numero di abitanti compreso fra i 2 mila e i 9.999.
Una mappa del gioco d’azzardo on line in Italia: nel 2023 nei piccoli centri sono stati giocati online oltre 17 milioni e 800 mila euro, pari al 21,9% della raccolta complessiva nazionale, per un totale di oltre 16 milioni e900 mila euro di vincite e 878 mila euro di perdite. La spesa complessiva è risultata maggiore al Nord, dove la popolazione residente è più numerosa (27 milioni di persone contro i 19 milioni del Sud e delle Isole e gli oltre 11 milioni del Centro), anche se il valore delle giocate pro capite è più alto nelle regioni del Mezzogiorno, con la Campania che raggiunge i 2.725 euro, seguita dalla Calabria con 2.673 euro, dalla Sicilia con 2.525 euro, dalla Puglia con 2.502 euro e dalla Basilicata con 2.311 euro. A dirlo sono i numeri contenuti nel rapporto “Non così piccoli. L’azzardo online nei piccoli comuni italiani” di Cgil, Federconsumatori e Fondazione Iss.
Regioni virtuose con anomalie
Le regioni più virtuose risultano essere il Trentino, dove la media delle giocate pro-capite all’anno è di 887 euro, e il Veneto, con 934 euro. Eppure, anche dove si spende meno, esistono delle criticità. In provincia di Padova c’è il comune che ha stabilito un record di spesa per l’azzardo da remoto. Si tratta di Anguillara Veneta, 4.161 abitanti, dove lo scorso anno ogni cittadino fra i18 e i 74 anni ha giocato una media di oltre 13 mila euro. Questa cifra è pari a 14 volte la media provinciale. Simile anche la situazione di Calliano, in provincia di Trento. Qui il Comune di 2.038 abitanti è passato dai 1.196 euro del 2022 ai 12.749 euro del 2023, una cifra pari a 12 volte la media provinciale. Al terzo posto si colloca Moniga del Garda, con 11.402 euro di spesa pro capite.
Gioco d’azzardo e legalità
Al netto delle anomalie di questi piccoli comuni del Nord, è al Sud che il fenomeno è più diffuso. Si registra almeno il doppio di spesa rispetto alla media nazionale in dieci centri della provincia di Palermo, nove di Messina e Lecce. E ancora otto di Cosenza, sette di Napoli, sei di Salerno e cinque di Vibo Valentia. Il Rapporto evidenzia anche un nesso fra i numeri più elevati dell’azzardo online e le aree a maggiore concentrazione di malavita organizzata. Secondo gli autori dell’indagine le mafie la utilizzano per il riciclaggio di denaro sporco almeno per il 20% del totale.
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Gioco d’azzardo e turismo: c’è un nesso?
Nelle rilevazioni dei dati del Rapporto è stata riscontrata una presenza “anomala” di piccole città a economia turistica. È il caso di Capri, che già nel 2022 era ai primi posti per spesa pro capite nel “gambling” in rete, con 7.913 euro (arrivati a 9.503 euro nel2023). La stessa tendenza si ritrova in molte città di mare, da Portovenere, Lacco Ameno, Amalfi, Peschici, Otranto, del Lago di Garda come Moniga, Brenzone, Malcesine e del Lago di Como come Gravedona e Uniti, Dubino. L’ipotesi fatta dai ricercatori è che una parte del ricavato dell’economia turistica, data anche la vasta area di irregolarità che caratterizza il settore, venga riciclata nell’azzardo online. C’è anche la possibilità che questi numeri corrispondano alla presenza sul territorio di fortissimi giocatori, anche pochi ma che spendono tanto, che farebbe impennare le statistiche.
Quali soluzioni
Conoscere meglio i dati, soprattutto nelle piccole realtà che in Italia rappresentano il 41% delle aree urbane, è fondamentale per capire l’impatto del fenomeno e correre ai ripari. Se vietare il gioco online risulterebbe controproducente e alimenterebbe i canali illegali, è pur vero che c’è la necessità di contromisure . Attivare sempre più campagne educative e lavorare alla crescita di un’offerta socio-culturale può contribuire a offrire valide alternative per combattere l’isolamento e coltivare uno stile di vita sano.
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