Come affrontare la guida dell’auto quando si perdono alcune capacità? O come confrontarsi con i famigliari che vorrebbero che non si guidasse più? Ne ha parlato nell’ultimo webinar il professor Marco Trabucchi.
Ogni considerazione sulla guida dell’auto in età avanzata, con le sue prudenze e i suoi timori, deve essere necessariamente preceduta da un’affermazione di fondo che i lettori di Spazio50 ben conoscono. “Invecchiare non è una malattia”. Il passare degli anni non va interpretato come dominato da eventi negativi, ma come una realtà caratterizzata da bianchi e neri, in un susseguirsi non sempre prevedibile.
La guida dell’auto e le scelte sulle limitazioni: una questione delicata
La vita umana – e il relativo trascorrere del tempo – è un evento complesso, determinato da fattori controllabili e incontrollabili di carattere genetico, biologico, clinico, psicologico, sociale e organizzativo. Non è mai lineare e prevedibile. Quindi, anche considerazioni sulla guida dell’automobile in età avanzata non possono essere dominate da fattori precostituiti. Ogni persona è portatrice di situazioni diverse, che vanno analizzate con cura, sia in sé che per le possibili conseguenze, prima di prendere ogni possibile decisione. Non vi deve essere mai frettolosi nel compiere scelte che incidono profondamente nella giornata dell’anziano. Tutte le persone coinvolte, dai medici ai parenti, dovrebbero essere consci che la perdita della possibilità di guidare rappresenta un momento molto doloroso per l’interessato e spesso anche per la sua famiglia.
L’importanza della guida dell’auto
“La 600 e la mia libertà”: è il commento di un 104enne di Nuoro che ha appena effettuato il rinnovo della patente. “Caffè, edicola, giornale, casa”: è un percorso che inaugura la giornata con la visita al bar, dove incontra amici e conoscenti, la lettura del quotidiano che è il modo per tenere rapporti informati con il mondo, il ritorno a casa soddisfatto dopo aver percorso una sorta di piccolo pellegrinaggio mattutino, che inquadra positivamente tutto il resto della giornata. Queste affermazioni dell’anziano sardo ben descrivono, pur nella loro semplicità, l’importanza dell’uso dell’auto a tutte le età, anche le più avanzate. Quando è possibile, rappresenta un momento fondamentale dell’esercizio della libertà a cui ogni cittadino ha diritto. L’automobile, infatti, è spesso un mezzo indispensabile per la costruzione della giornata: una giornata fatta di relazioni, di piccoli grandi impegni, di compiti per la sopravvivenza.
Come fare, quindi, se la persona non può più andare a trovare parenti e amici, a compiere qualche piccolo lavoretto, a comperare le cose necessarie per l’alimentazione e il governo della casa? Non tutti possono permettersi un taxi, i parenti non sempre sono disponibili, i trasporti pubblici sono da molti ritenuti pericolosi e di non facile accesso. La conseguenza più probabile è la chiusura entro le mura della casa, con rarefazione dei contatti sociali, sia con il resto della famiglia sia con le amicizie; la riduzione dell’attività fisica (infatti l’auto era un modo per attivarla, spostandosi in luoghi gradevoli dove muoversi liberamente a piedi); la difficoltà dell’approvvigionamento del cibo, dal pane di giornata (purtroppo sono sempre meno i forni che portano ogni mattina il pane fresco, come era frequente anni addietro) agli altri cibi freschi, in particolare frutta e verdura, così importanti per un’alimentazione equilibrata.
Quando limitare la guida dell’auto
Dopo questo breve elenco dei meriti dell’automobile nella vita delle persone non più giovani, è necessario descrivere con realismo anche le condizioni nelle quali è, invece, necessario adottare misure prudenziali, a causa delle limitazioni imposte da particolari condizioni psicofisiche. Realismo vuol dire affidarsi a persone equilibrate e preparate, in grado di dare indicazioni e di imporre limiti non sulla base di pregiudizi, ma di analisi precise ed attente (purtroppo, “l’ageismo” è ancora un atteggiamento diffuso in molti ambienti, sia tecnici sia nelle famiglie).
Prima di togliere la patente ad un anziano (o anche di limitarne l’accesso all’automobile) è indispensabile una valutazione costi-benefici, senza eccedere da una parte o dall’altra, consci che impedire la guida spesso provoca un grave dolore psicologico ed una complessiva riduzione dell’autonomia della persona, con conseguenze talvolta rilevanti per la durata e qualità della vita. Qualsiasi decisione deve quindi essere guidata dalla prudenza, dalla sensibilità per il benessere dell’individuo, il cui valore supera qualsiasi valutazione del bene della società. Il processo di analisi deve essere accurato, non solo sul piano clinico, ma anche per quanto riguarda la storia passata, il parere dei famigliari e una ponderata raccolta delle osservazioni dell’interessato. Tenendo conto che spesso questi tende a minimizzare i propri deficit e le relative difficoltà sperando così di poter evitare limitazioni alla guida.
Aspetti da tener presente – e quindi da analizzare con cura – sono l’acuità visiva, l’udito, le funzioni cognitive, i riflessi, la forza muscolare, la flessibilità articolare, la storia di malattia, i farmaci assunti. Il tutto fa parte di un’osservazione dell’anziano che sia allo stesso tempo analitica, ma anche in grado di compiere sintesi, di un esame obiettivo, di una valutazione multidimensionale degli aspetti clinici sopraindicati.
Fa parte dell’indagine anche la raccolta di informazione sullo stato dell’automobile (la presenza di graffi e segni multipli induce a pensare ad una ridotta acuità visiva), sul giudizio di eventuali passeggeri, che sono usciti stressati e impauriti dall’auto guidata dall’anziano, dall’indicazione di persone che hanno visto l’anziano stanco e preoccupato dopo un percorso appena un po’ più lungo del consueto giretto vicino a casa. Particolare attenzione va data alle funzioni cognitive; le fasi inziali di un disturbo in questo ambito possono infatti permettere la guida, purché si controlli con frequenza l’evoluzione della sintomatologia. Imporre una precoce sospensione della guida potrebbe rappresentare un fattore fortemente negativo nelle delicatissime fasi inziali, nelle quali si devono ridurre a massimo i fattori stressanti e quelli che fanno ricordare all’individuo le sue limitazioni.
Comunicare le limitazioni nella guida dell’auto
Dopo un’indagine seria ed approfondita, è necessario comunicare alla persona anziana l’eventuale decisione di sospendere la guida. È un passaggio sempre molto delicato, per evitare di offenderne la dignità e di prospettare un futuro con gravi limitazioni. In questi casi è importante garantire la presenza di persone che possono permettere all’anziano un minimo di libertà. In alcune situazioni è, però, difficile vincerne le resistenze; è allora necessario adottare sotterfugi che impediscano l’utilizzazione pratica dell’automobile. È sempre un atto che provoca turbamento nei famigliari, anche se necessario.
Diversa, e ben più triste e difficile, è la situazione di chi vive solo, perché deve prendere decisioni senza il supporto di chi potrebbe tamponare la perdita provocata dalla sospensione della guida. Per loro l’automobile è un mezzo per lenire, almeno in parte, la sofferenza indotta dalla solitudine; la collettività, nell’occuparsi di questi concittadini, dovrebbe farsi carico anche di un evento che in molti casi ha pesanti conseguenze pratiche e psicologiche.
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