La vita difficile dei gatti in Australia: tra protezione della fauna e diritti degli animali. L’impatto dei felini selvatici sulla biodiversità, le leggi contro il randagismo e il dibattito sui metodi di controllo
In Australia, paese di tradizione anglosassone e di amanti di animali domestici, i gatti sono una questione controversa. Mentre c’è consenso riguardo l’impatto dei felini selvatici sulla fauna nativa, il dibattito si accende sulla gestione dei gatti urbani randagi, i classici gatti di strada. Le leggi variano a seconda delle giurisdizioni, e la classificazione legale dei gatti (domestico o nocivo) dipende spesso dal rapporto con gli umani. Le strategie di controllo dei gatti selvatici includono l’abbattimento diretto, ma i metodi di controllo per i gatti urbani randagi sono oggetto di forte discussione. Molti si battono contro i metodi letali e scelgono altre vie di controllo, ma il problema non accenna a diminuire.
L’Impatto su rettili, uccelli e mammiferi: i “pericolosi” gatti dell’Australia
Il Threatened Species Recovery Hub stima che i gatti uccidano 1,9 milioni di rettili, 1,2 milioni di uccelli, 3,2 milioni di mammiferi, 3 milioni di invertebrati e almeno 250.000 rane ogni giorno, con i gatti domestici e randagi urbani responsabili di circa il 32% delle morti di fauna selvatica. I gatti hanno contribuito all’estinzione di oltre due terzi delle 34 specie di mammiferi australiani. eE sono stati complici del declino delle popolazioni locali di uccelli in molte città. Nel 2023, il Nature Conservation Council, l’Invasive Species Council, Birdlife Australia, Wires e l’Australian Wildlife Society hanno chiesto ai consigli locali di applicare le leggi anti-randagismo per i gatti domestici.
Via libera all’abbattimento come strategia per la biodiversità
Il 24 dicembre 2024 il dipartimento federale dell’ambiente ha pubblicato un piano di abbattimento dei gatti selvatici. Il dipartimento distingue solo due tipi di gatti: domestici e selvatici. L’abbattimento diretto dei gatti selvatici è una parte fondamentale della strategia, i cui metodi includono l’avvelenamento e l’arma da fuoco. In 30 anni questo piano dovrebbe ridurre gli impatti dei felini in modo sufficiente a garantire la vitalità di tutte le specie native predate. Il governo del Nuovo Galles del Sud l’anno scorso ha schierato una squadra di tiratori scelti per prendere di mira i gatti nei parchi nazionali dello stato. Una strategia di contenimento arriva anche dal governo di Victoria.
L’alternativa del “cattura, sterilizza e rilascia”
La professoressa Helen Swarbrick dell’università di Sidney tempo fa ha sperimentato un protocollo per salvare i gatti del suo campus basato sulla sterilizzazione e il rilascio. Il programma è stato approvato dall’università ed è stata costituita la Campus Cat Coalition. Nei suoi primi nove anni di attività, la coalizione ha lavorato con un totale di 122 gatti, compresi i gatti “immigrati”, riducendo la popolazione a 15, tutti sterilizzati. Ma la pratica del “cattura, sterilizza e rilascia” è contestata dai sostenitori della conservazione della fauna selvatica. In particolare, dal Threatened Species Recovery Hub e dal il Dipartimento dell’Agricoltura, dell’Acqua e dell’Ambiente.
Le leggi anti-gatto in Australia, multe e carcere per chi li aiuta
Di tutt’altro parere molti professori di veterinaria e naturalmente l’Australian Pet Welfare Foundation. Nel frattempo, le leggi sui gatti si moltiplicano. La legge del Nuovo Galles del Sud sulla prevenzione della crudeltà verso gli animali vieta l’abbandono dei gatti. Nel Queensland, le leggi sulla biosicurezza rendono illegale alimentare, spostare, adottare o vendere un gatto randagio. Nel 2013, il consiglio comunale di Brisbane ha introdotto un programma per la cattura dei gatti e la soppressione di quelli senza microchip. Il programma era abbinato a un’applicazione rigorosa della legge che puniva le persone sorprese a alimentare, sterilizzazione o ricollocare gatti randagi. Sono seguite 52 condanne in tre anni a 27.000 dollari in multe – la maggior parte di recidivi – e una persona ha ricevuto una pena detentiva – poi sospesa – di tre mesi per aver dato da mangiare ai gatti.
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