In occasione della quindicesima edizione della giornata mondiale contro l’ipertensione, la Società Italiana dell’Ipertensione Arteriosa (SIIA) ha divulgato un opuscolo informativo per prevenire e monitorare le salute di chi soffre di questa patologia. Il 17 maggio di ogni anno vengono avviate numerose iniziative e campagne di sensibilizzazione sul tema: in Italia, infatti, si stimano oltre 15 milioni di ipertesi, ma solo 1 su 4 di questi monitora l’andamento della pressione.
Per diagnosticare l’ipertensione o verificare l’efficacia delle terapie è necessario procedere con una misurazione regolare. Nella brochure diffusa in tutte le strutture sanitarie si possono trovare le linee guida con cui seguire la procedura corretta: si consiglia di procedere alla misurazioni in una condizione di riposo, senza aver fumato, assunto alcool o caffeina e senza aver svolto attività fisica. La pressione deve essere misurata da seduti posizionando il braccio all’altezza del cuore ed effettuando almeno due misurazioni consecutive per avere una stima affidabile. Per questo è importante utilizzare degli strumenti validati che possano rilevare anche la presenza di possibili aritmie, un campanello d’allarme per alcune patologie cardiache.
Comprendere i valori pressori è importante per disegnare un quadro completo del proprio stato di salute. La pressione misurata si riferisce alla forza esercitata dal sangue all’interno delle pareti arteriose: la “massima” (o sistolica) corrisponde al momento in cui il cuore si contrae e la “minima” (o diastolica) si riferisce ai momenti di riposo cardiaco. Quando la massima raggiunge o supera i 140 e la minima si aggira intorno ai 90 e oltre, la pressione è alta e potrebbe indicare la necessità di accertamenti. Sebbene nella maggior parte dei casi questa patologia non crei particolari disturbi e i sintomi possano presentarsi dopo molti anni, è spesso ritenuta la causa di alcune malattie come l’infarto, l’ictus, la rottura dell’aorta, l’occlusione delle arterie degli arti inferiori e la demenza a base vascolare. Più alta è la pressione e maggiore è il rischio che queste patologie si presentino.
Nonostante le cause dell’aumento pressorio siano principalmente sconosciute, alcuni fattori sono noti. Un primo elemento di influenza è senz’altro legato all’età: molti dei pazienti ipertesi sono tra gli over 50. Non è da sottovalutare anche la componente familiare poiché è stato dimostrato che avere uno o entrambi i genitori ipertesi incide fortemente sulla presenza di questo disturbo. Un’attenzione particolare è da dedicare allo stile di vita dove l’eccessivo consumo di sale, le condizioni di sovrappeso e obesità, la sedentarietà e l’uso di farmaci antinfiammatori o cortisonici possono contribuire all’innalzamento della pressione. La cura per l’ipertensione, infatti, si basa principalmente su un’alimentazione corretta e un’adeguata attività fisica. Tuttavia, se questo non fosse sufficiente, è necessario consultare il medico per valutare l’assunzione di farmaci specifici.
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