L’International Council of Nurses, che raccoglie più di 150 associazioni infermieristiche, ha scelto per la Giornata celebrativa la data della nascita di Florence Nightingale, fondatrice delle Scienze infermieristiche moderne.
Dal 1965 il 12 maggio si celebra la Giornata Internazionale dell’Infermiere. Un’opportunità per ricordare il valore della professione infermieristica, particolarmente indispensabile in una società longeva come quella attuale. Un servizio, per citare le parole del ministro della Salute Speranza, “che ha rivestito, e rivestirà sempre più, un ruolo fondamentale negli ospedali e nel rapporto con i malati e famiglie sul territorio”.
Una donna sul campo di battaglia
Ma chi è Florence Nightingale? Nel 1855, durante la Guerra di Crimea tra Russia e Gran Bretagna, il tasso di mortalità tra le truppe inglesi è altissimo. Molti però non muoiono per le ferite ricevute, ma per le (oggi prevedibili) infezioni derivanti dalla mancanza di igiene negli ospedali da campo. Una sofferenza tra ratti, pidocchi, acqua inquinata e mancanza di ventilazione nei reparti. La teoria dei germi è ancora sconosciuta, ma Florence e le sue 38 compagne, al fronte per assistere i feriti, acquistano sapone, lenzuola e asciugamani puliti e provvedono affinché si consumi solo cibo fresco.
La Signora della lampada
Per tutti lei diventa “l’Angelo”, “La Signora con la lampada”, perché assiste i “suoi” soldati ad ogni ora della notte. Nonostante i pregiudizi dell’epoca, per le sue conoscenze statistiche – con cui presenta al pubblico i dati rilevati nella missione -, diviene la prima donna membro della Royal Statisical Society. Fonda poi, nel 1860, la prima scuola “laica” per infermiere, insegnando alle allieve la cura per il paziente, divenendo così a buon titolo la fondatrice della scienza infermieristica moderna.
In prima linea, oggi come ieri
La sua pubblicazione più importante, Notes of Nursing, è un libretto di poche pagine, ancora oggi considerato un’introduzione classica alla professione infermieristica, finalmente riconosciuta. Ma nel 202°anniversario della sua nascita molti Paesi, inclusa l’Italia, si trovano ad affrontare una profonda crisi del settore. Proprio come lei, gli infermieri di oggi affrontano quotidianamente una terribile guerra – quella contro il Covid-19 -, esposti al rischio reiterato di burnout e non di rado annoverati tra le vittime. Oberati di lavoro e, nello stesso tempo, sottovalutati economicamente e professionalmente, rappresentano attualmente in Europa e negli Stati Uniti uno dei settori più colpiti dal fenomeno delle “Grandi Dimissioni”.
Italia: il rapporto C.R.E.A. sulla carenza infermieristica
Il rapporto Ocse del 2019 segnalava in Italia una carenza di infermieri rispetto agli altri paesi europei (5,8 professionisti ogni 1000 abitanti rispetto alla media europea di 8,8). Una situazione presentata a gennaio scorso anche dal 17° Rapporto C.R.E.A. Sanità (Centro per la Ricerca Economica Applicata in Sanità), che rispetto alla media europea parla di un gap di 3,93 infermieri ogni 1.000 abitanti. Un dato preoccupante, soprattutto per il fabbisogno della quota di over 75. Una fascia di popolazione in continua crescita per la denatalità e l’allungamento dell’aspettativa di vita. Per lo studio, infatti, il numero degli infermieri per 1.000 abitanti è inferiore rispetto a quello della media dei Paesi europei considerati. Nello specifico: 4,49 infermieri ogni 1000 abitanti per l’Italia contro la media europea di 9,42 e 47,45 ogni 1000 over 75 contro una media di 97,55.
La crisi delle Rsa
La crisi occupazionale investe come un treno le Rsa, molte delle quali sono a rischio di naufragio finanziario. In tutta Italia si moltiplicano le fughe del personale verso ospedali o altre strutture considerate più remunerative dal punto di vista del trattamento economico e della formazione del personale. O addirittura verso altri Paesi, come la Svizzera e la Germania. In Piemonte molte case di cura sono a rischio chiusura, in particolare nell’Alessandrino. Situazione analoga a Trento, lamentano i sindacati, e in Veneto. Ma da tutte le Regioni si alza la voce dei professionisti che chiedono aumenti, flessibilità nella turnazione e formazione professionale.
Giornata Internazionale dell’Infermiere: una professione in evoluzione
Spetta ora alla politica il compito di valorizzare una figura professionale indispensabile per ogni sistema sanitario, così che si possano raggiungere gli standard europei, puntando alla realizzazione del Pnrr. In particolare la sanità post Covid prevede un cambiamento nel paradigma dell’assistenza con l’istituzione dei due figure, l’infermiere di famiglia e l’infermiere di continuità. Il cambiamento inizia da qui.
© Riproduzione riservata