Domenica 29 maggio si celebra la XXI Giornata Nazionale del Sollievo. Un appuntamento legato a una serie di eventi per riflettere sulla umanizzazione delle cure, sullo sviluppo delle cure palliative e sulla diffusione della terapia del dolore.
La Giornata del Sollievo nasce nel 2001. Tra i promotori dell’iniziativa, il Ministero della Salute, la Conferenza delle Regioni e la Fondazione Gigi Ghirotti. Quest’ultima intitolata al nome del giornalista che, colpito da tumore al culmine di una brillante carriera, si è fatto portavoce delle sofferenze degli altri pazienti. Sua, infatti, è una serie di corrispondenze e inchieste televisive realizzate “da inviato suo malgrado”, all’interno degli ospedali. E che hanno fatto la storia della televisione italiana a metà degli anni ’70, quando ancora la cultura del sollievo dal dolore era agli albori in campo medico.
Curare anche quando non si può guarire
La Giornata del Sollievo vuole coinvolgere tutti, non solo i malati e i professionisti che se ne prendono cura. Il conforto, infatti, può essere offerto da chiunque voglia mostrare un gesto di attenzione e di amore nei confronti di chi soffre. “Anche quando non è possibile guarire, sempre è possibile curare, sempre è possibile consolare”, scrive papa Francesco nel suo messaggio per la Giornata del Malato 2022. Il sollievo, infatti, è sempre possibile, anche negli stadi più gravi della malattia e, ricorda la Giornata Nazionale del Sollievo, si può raggiungere non solo attraverso l’impiego di farmaci e terapie, ma anche attraverso una cura umana, fatta di sostegno, solidarietà e amore.
“Un ospedale con più sollievo”, il concorso per i giovani
Il sollievo di cui si parla, infatti, coinvolge tutte le dimensioni della persona, psichica, fisica, spirituale e sociale. Per questo gli eventi e le manifestazioni promosse da parrocchie, no profit e scuole sono le più diverse. Tra queste il concorso annuale intitolato “Un ospedale con più sollievo”, al quale partecipano gli alunni delle diverse regioni d’Italia. Con l’aiuto dell’arte, strumento essenziale per il recupero del benessere del paziente, i giovani possono offrire, attraverso poster, testi, video, un’idea per condividere la propria sensibilità. Contribuendo così al progetto formativo sui temi dell’assistenza e della cura.
Una legge a tutela della dignità della persona
Sono trascorsi 12 anni dalla promulgazione della legge n. 38/2010, che sancisce il diritto all’accesso alla terapia del dolore e alle cure palliative, approvata all’unanimità dal Parlamento e applaudita dalla Commissione Europea. Eppure oggi il gap tra il bisogno dei malati e l’offerta assistenziale è ancora profondo. Da un’indagine di Vidas, infatti, risulta che in Italia più di 543mila adulti necessitano delle cure palliative per migliorare la loro qualità della vita e ridurre sofferenza e dolore. Tuttavia l’offerta complessiva, tenendo conto anche dell’assistenza domiciliare, degli hospice e degli accessi in day hospital, è ferma a poco più di 124mila unità. Ciò significa che solo 1 persona su 4 può accedervi. Dati ben inferiori alla media di Germania e Regno Unito che raggiungono rispettivamente il 64 e il 78%.
Un paese non omogeneo
Sempre lo studio individua un territorio in cui i servizi sono distribuiti a macchia di leopardo. Al primo posto si segnala la Lombardia, seguita dalle province di Bolzano e Trento, da Emilia-Romagna, Lazio e Valle d’Aosta. Lo scoppio della pandemia del Covid-19 ha inasprito la necessità di una terapia del dolore “a domicilio”, soprattutto per la situazione di emergenza causata dal sovraffollamento degli ospedali. La pandemia infatti ha colpito più duramente i soggetti più fragili ed ha comportato la riorganizzazione della risposta ospedaliera, comprimendo le attività dei centri di Terapia del Dolore. I cui organici, erano peraltro già limitati.
Gli eventi in agenda
Quest’anno la segreteria della Conferenza delle Regioni ha censito più di 130 eventi segno evidente di un impegno ormai radicato nelle diverse Regioni italiane. Nella Conferenza di presentazione Luigi Icardi, della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni, ha sottolineato i passi in avanti compiuti in 12 anni di vita la legge 38/2010. Un percorso che ha portato all’individuazione dei centri di eccellenza per la Terapia del Dolore e per le Cure Palliative, l’avvio delle corrispondenti Reti Regionali, la formazione dei medici di Medicina Generale e di specialisti per la gestione del paziente con dolore. Ma ha anche semplificato la prescrizione e la gestione degli analgesici a base di farmaci oppioidi. La legge 38/10 è stata una grande conquista culturale e civile. Ora è indispensabile assicurare dignità ad ogni malato nel corso di tutta la malattia.
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