Dopo i 50 anni si osserva un aumento della felicità. Il fenomeno è chiamato ‘curva ad U’: la felicità risale dopo essere scesa tra i 40 e i 50. I motivi? Maggiore stabilità emotiva, realizzazione di obiettivi importanti, diminuzione delle responsabilità, capacità di apprezzare di più le piccole cose della vita.
La felicità è una cosa seria. Da argomento di discussione e teorizzazione nella filosofia antica – chi non ricorda la Lettera sulla felicità di Epicuro? – a oggetto di studio nella psicologia moderna, la domanda è sempre la stessa: quando si è più felici nella vita? Soprattutto a che età godiamo di una maggiore felicità? Secondo la scienza la felicità compie una vera e propria “curva ad U” risalendo dopo i 50 anni. Siamo felici in gioventù, quindi scende tra i 40 e 50, tutto cambia dopo questo periodo. Con tutte le distinzioni del caso, ovviamente. Non siamo dinanzi alla certezza matematica.
Perché si vive una maggiore felicità dopo i 50 anni?
Insomma, la felicità sembra diminuire con l’età per circa due decenni: dall’inizio dell’età adulta fino circa alla mezza, per aumentare e risalire dopo i 50. A dirlo è la scienza. Tra i 40 e i 50 anni, infatti è il cosiddetto “periodo dei bilanci” tra sensazione di aver mancato alcuni obiettivi, vita che si ha e ciò che si sperava di ottenere. Tra i 50 e i 60, invece, succede qualcosa che comincia a cambiare tutto. In particolare, la propria visione delle cose: i rimpianti si attenuano, siamo maggiormente in grado di accettare la vita con tutti i suoi risvolti positivi e negativi. Entrati nella nuova decade, 60-70 anni, si avverte una maggiore libertà di pensare a sé e ai propri interessi.
È l’esperienza che ci rende più felici? Forse
Numerose ricerche condotte da Alan Piper, ricercatore dell’Università di Leeds, hanno esplorato proprio il fenomeno della ‘curva a U’ del benessere. Piper ha voluto evidenziare come molte persone, superati i 55 anni, sperimentino livelli di appagamento paragonabili a quelli della giovinezza. Lo ha fatto prendendo in considerazione una vasta letteratura che stabilisce costantemente una relazione a forma di U tra età e felicità. Nel suo caso ha riscontrato almeno 618 studi distribuiti in 145 Paesi.
Piper suggerisce però anche un’altra cosa. La felicità dopo i 50 anni non è solo una questione di ‘risalita’ automatica. Non c’è nulla di meccanico e scontato. È il risultato di un percorso di crescita personale, fatto di liberazione dalle limitazioni e consapevolezza delle proprie esperienze. Fondamentale quindi superare definitivamente i condizionamenti dell’infanzia e le pressioni sociali che caratterizzano l’età adulta. Inoltre, lo studioso ha evidenziato come la crisi di mezza età abbia radici sia biologiche che psicologiche. Affrontarla con consapevolezza porta a una maggiore soddisfazione nella seconda metà della vita.
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