La dieta mediterranea contro l’Alzheimer: verdure a foglia verde, frutta, cereali integrali, olio d’oliva e pesce possono aiutare a prevenire malattie neurodegenerative.
Uno studio della Rush University di Chicago, pubblicato sulla rivista Neurology, ha dimostrato che le persone che consumano abitualmente questi cibi riducono il rischio di contrarre patologie neurodegenerative, mantenendo il cervello più giovane di almeno 4 anni rispetto ai coetanei che assumono maggiori quantità di grassi saturi e zuccheri semplici.
Dieta mediterranea contro l’Alzheimer: la ricerca
Gli studiosi hanno esaminato gli effetti di due diete simili: Mind e Mediterranea. La prima privilegia le verdure come spinaci e cavolo e i frutti di bosco, mentre la seconda prevede il consumo di verdura, frutta e tre o più porzioni di pesce a settimana. L’analisi ha coinvolto 581 persone con un’età media di 84 anni. Questo campione annualmente ha compilato questionari alimentari e che ha acconsentito a donare il proprio cervello alla ricerca dopo la morte. Gli esami hanno messo in relazione le condizioni cerebrali dei partecipanti, con le eventuali quantità di placche amiloidi tipiche delle patologie neurodegenerative. Sono state confrontate, quindi, le risposte alle domande sull’alimentazione compilate negli anni, classificando la qualità della dieta con un punteggio da 0 a 55.
I risultati
I risultati emersi sono stati confrontati tenendo conto del sesso, del livello di istruzione e altri fattori. A parità di condizione, le persone con punteggi più alti per l’aderenza alla dieta mediterranea avevano una quantità media di placche. Ovvero un quantitativo simile a quello di individui con 18 anni in meno. Mentre coloro che seguivano una dieta Mind presentavano una quantità media di placche sovrapponibile a quella di soggetti con 12 anni in meno. Infine, chi si nutriva delle quantità più elevate di verdure a foglia verde (con sette o più porzioni a settimana) aveva una condizione cerebrale paragonabile a quella di soggetti più giovani di 19 anni.
Dieta mediterranea contro l’Alzheimer: l’analisi dell’Università di Tor Vergata
Che la dieta mediterranea abbia un ruolo preventivo per le malattie neurodegenerative lo conferma anche l’Università di Tor Vergata, che ha studiato la relazione tra il cervello e l’apparato gastrointestinale. “Attraverso il microbiota intestinale, ossia l’insieme dei microrganismi che colonizzano il sistema gastrointestinale si instaura una comunicazione con il sistema nervoso centrale che in alcuni casi può danneggiarlo, se si seguono diete ricche di grassi saturi, sale e zuccheri semplici, nonché povere di fibre alimentari”, ha spiegato ad Ansa Annalisa Noce, docente di Nefrologia a Tor Vergata.
La dieta nelle malattie infiammatorie croniche
Il ruolo della dieta nello sviluppo delle disfunzioni correlate all’insorgenza delle malattie infiammatorie croniche, comprese quelle neuro-infiammatorie, sta diventando sempre più evidente da numerosi studi. Infatti, si stanno concentrando proprio sui meccanismi alla base delle risposte infiammatorie coinvolte anche nell’Alzheimer e nel Parkinson. Un’assunzione costante di grassi saturi, zuccheri semplici e carni rosse è stata associata a uno stato infiammatorio cronico di basso grado che può portare a un aumento del rischio di sviluppare patologie neurodegenerative e di velocizzarne la progressione. Al contrario, la dieta mediterranea ricca di molecole bioattive, soprattutto di origine vegetale, è in grado di agire positivamente sull’organismo fungendo da strumento di prevenzione.
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