Cultura e salute. È da sempre un binomio vincente. Lo abbiamo sempre saputo, in fondo, anche se spesso tendiamo a dimenticarlo. Però c’è anche uno studio scientifico che lo confermerebbe.
La rivista British Journal of Psychiatry, infatti, ha pubblicato i risultati di un lavoro di approfondimento condotto dai ricercatori dell’University College di Londra su circa 2.000 over 50. L’indagine dimostra che, dedicarsi ad attività culturali una volta al mese, può ridurre il rischio di depressione del 48%.
La cultura, il rimedio più naturale che c’è contro la depressione
La cultura dunque si rivela essere (se mai ce ne è stato bisogno) un potente strumento di terapia per patologie neuro-degenerative, depressione, Alzheimer, psicosi, malattie cardiovascolari, tumori. Semaforo verde dunque per mostre, cinema e teatri. Soprattutto adesso che possono riaprire in sicurezza.
«Il segreto sta nel praticare attività culturali non una tantum, ma in modo regolare, alla stregua di uno sport»: ad affermarlo è Gabriella Bottini, professore ordinario di Neuroscienze cognitive all’Università di Pavia. La docente, che è anche a capo del Centro di Neuropsicologia cognitiva dell’Ospedale Niguarda di Milano, si occupa di sperimentazioni scientifiche finalizzate a scoprire le attività culturali più adatte, nonché il “dosaggio” corretto.
L’importanza del farmaco “Cultura” e della sua posologia
Il rapporto fra Arte e Salute affascina da sempre molti studiosi. «L’arte fa accendere specifici neuroni della corteccia orbitofrontale – spiega il professor Enzo Grossi, direttore scientifico della Fondazione Villa Santa Maria -. Dopo esser stato attivato, questo centro cerebrale della Bellezza produce endorfine che danno felicità, la dopamina che provoca piacere e l’ossicitocina, ovvero l’ormone dell’amore»
E non ci sono limiti di età. L’Arte e Cultura sono, infatti, degli elisir adatti ad ogni generazione. Quest’ultima racchiude varie discipline come danza, musica, cinema, arte. E ha dei potenti principi attivi, che la rendono molto efficace. Si tratta della bellezza, della stimolazione intellettuale, del relax, della socializzazione e del movimento. Tutti elementi che, se combinati, riescono a ridurre il rischio di depressione, poiché diminuiscono del 60% la concentrazione di cortisolo, cioè dell’ormone dello stress.
Le attività culturali, dunque, fanno bene ad ogni età: «Favoriscono lo sviluppo cognitivo nei bambini – spiega Gabriella Bottini – rilassano gli adulti stressati dagli impegni quotidiani, e tengono attivo il cervello degli over 50, prevenendo le demenze». Una medicina naturale, adatta per il corpo e per lo spirito. Perché farne a meno?
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