L’invecchiamento della popolazione è un fenomeno che sta trasformando le dinamiche sociali ed economiche a livello globale. Dalla Corea del Sud – diventata “super anziana” – all’Italia, il numero dei senior cresce e richiede misure urgenti.
L’invecchiamento della popolazione è ormai un fenomeno globale, che non risparmia nessun continente. La Corea del Sud, in particolare, ha recentemente raggiunto un traguardo importante, entrando ufficialmente nella categoria delle società “super anziane”. Il numero degli over 65 nel paese è salito a 10,24 milioni, ovvero il 20% della popolazione totale, che adesso conta circa 51 milioni di persone. Un dato che segna una svolta significativa nelle dinamiche sociali e demografiche, con importanti ricadute economiche e sociali.
In risposta a questa crescente preoccupazione, il ministero degli Interni sudcoreano ha sollecitato misure immediate, proponendo la creazione di un ministero dedicato esclusivamente alle necessità degli anziani, per affrontare in modo più efficace le sfide legate a questo rapido invecchiamento.
Una diminuzione della forza lavoro
Secondo i dati diffusi dalle Nazioni Unite nel documento “Population Prospects” e nel “World Population Report”, il trend di invecchiamento accelererà notevolmente nei prossimi decenni. Si stima che tra il 2040 e il 2050, in alcune regioni asiatiche, a partire dal Giappone e in molte nazioni europee, la popolazione di over 65 supererà il 40% del totale.
In particolare, l’Italia, che già oggi è uno dei paesi con la popolazione più anziana al mondo, si prepara a un futuro con una significativa riduzione della forza lavoro: circa 10 milioni di individui in età lavorativa in meno entro il 2050. La Cina, per esempio, vedrà un calo di circa 200 milioni di persone nella propria forza lavoro nello stesso periodo.
La situazione europea
In Europa, la situazione non è meno preoccupante. Secondo Eurostat, l’Italia, insieme al Portogallo, è tra i paesi con la percentuale più alta di popolazione anziana, con il 24% degli abitanti sopra i 65 anni. Seguono la Bulgaria, la Finlandia e la Grecia, dove la quota di anziani supera il 23%. La Germania, anch’essa alle prese con il fenomeno dell’invecchiamento, conta circa il 22,1% della popolazione over 65.
Un dato significativo riguarda i paesi dell’Unione Europea, dove il numero di anziani supera i 90 milioni, ovvero oltre il 20% della popolazione totale. Tuttavia, ci sono anche paesi che si trovano in una fase meno avanzata in termini di invecchiamento: solo nove Stati membri non superano il 20% di anziani. Tra questi, l’Irlanda detiene la percentuale più bassa, con il 15,2%.
Un’agenda per i temi del futuro
L’invecchiamento della popolazione solleva una serie di problematiche che riguardano le politiche sociali e sanitarie. Le nazioni con una popolazione anziana in crescita rapida si trovano a dover rispondere con politiche adeguate per sostenere il benessere degli anziani, affrontando temi come l’assistenza sanitaria, la pensionistica e il supporto sociale. In questo contesto, l’urgenza di adottare misure efficaci risulta particolarmente evidente.
Una visione a lungo termine
Tuttavia, il fenomeno dell’invecchiamento non riguarda solo l’Europa o l’Asia, ma sta interessando anche altre regioni del mondo, come l’Africa subsahariana, la cui popolazione è molto più giovane, con il 41% sotto i 15 anni. Inoltre, se l’Africa rappresenta il continente con la più alta percentuale di giovani, l’Europa meridionale si conferma la regione più anziana, con il 22% della sua popolazione che ha 65 anni o più. Questo squilibrio generazionale richiede una riflessione urgente sulla pianificazione delle politiche a lungo termine.
I dati mostrano chiaramente come l’invecchiamento sia una delle sfide demografiche più rilevanti del nostro tempo, e la necessità di un ripensamento delle politiche sociali è ormai inevitabile. L’approccio a questa transizione demografica dovrà essere globale, e ogni paese dovrà trovare le soluzioni più adatte per rispondere alle esigenze della propria popolazione anziana.
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