Pochi paesi, come la Corea del Sud, vantano uno sviluppo economico tanto rapido. In sole due generazioni, il drago asiatico è salito all’11° posto tra le potenze economiche mondiali. Una crescita accompagnata da una transizione demografica altrettanto veloce e da profondi sconvolgimenti sociologici. I dati dell’ultimo censimento, pubblicati nel gennaio di quest’anno, parlano di un calo della popolazione di 50.833 unità. Il tasso di fecondità è sceso a 0,92 figli per donna. Non era mai accaduto prima. Il Paese della calma mattutina è ora tra quelli che invecchiano più velocemente al mondo.
L’urto della pandemia sulla Corea del Sud
Secondo i calcoli, se le cose non cambieranno, tra 50 anni la popolazione sudcoreana potrebbe passare dagli attuali 52 milioni a 39 milioni di persone. E di questi, il 45% avrebbe oltre 64 anni. Non è chiaro ancora in che misura la pandemia possa aver contribuito ad aggravare il problema, ma la scorsa settimana, la Bank of Korea ha affermato che il Covid ha comunque esercitato “un impatto negativo sul matrimonio e sul tasso di natalità, portando ad un’accelerazione dell’invecchiamento della popolazione”.
Alla base del calo demografico
Sempre più giovani sudcoreani scelgono di rimanere single, si sposano tardi e di solito hanno un solo figlio o nessuno. La disoccupazione giovanile è in aumento, gli alloggi e le buone scuole hanno prezzi proibitivi. A questi ostacoli strutturali, dicono gli esperti, bisognerebbe rispondere con soluzioni altrettanto profonde, come programmi di edilizia sociale e investimenti nell’istruzione pubblica, per aumentarne la qualità.
Gli incentivi per le nuove coppie
I governi sudcoreani hanno cercato di contrastare il calo del tasso di natalità offrendo incentivi alle coppie sposate. L’ultimo pacchetto è stato introdotto poche settimane fa dal presidente Moon Jae-in. Consiste in una indennità mensile di 300.000 won (circa 300 euro) per ogni bambino fino a 1 anno di età. Ma altri ostacoli alla crescita demografica sono di tipo culturale, legati ad una società di stampo patriarcale. Sempre più donne si ribellano al sessismo profondamente radicato nel paese e preferiscono l’istruzione e la carriera professionale al matrimonio.
Lo scenario futuro
Nel tempo, avvertono gli esperti, la diminuzione del tasso di natalità causerà profonde difficoltà economiche. Con un minor numero di giovani lavoratori, infatti, sarà di fatto impossibile occupare i posti vacanti. I pensionati, che costituiscono il segmento in crescita della popolazione, avranno di conseguenza meno risorse statali a disposizione. Uno scenario preoccupante.
Il dramma degli over 65 sudcoreani
Inoltre, secondo un’indagine condotta dall’Istituto coreano per la salute e gli affari sociali, su 853 persone di età superiore ai 65 anni, il 10,3 % ammette di aver sentito l’impulso di togliersi la vita. Le cause sono da riscontrare nei problemi di salute, seguiti da motivi finanziari e da preoccupazioni psicologiche. Una situazione aggravata dalla mancanza di una rete sociale di supporto. Il governo offre loro i lavori meno gratificanti, come la raccolta dei rifiuti, per uno stipendio minimo, retribuendo in media l’equivalente di 300 euro al mese per 40 ore di lavoro.
Il mercato del lavoro per gli ultracinquantenni
Gli over 50 non se la passano meglio. Anche se dinamici e in buona salute, la maggior parte è tagliata fuori dal mercato del lavoro. In effetti, a causa di un sistema salariale molto rigido, i dipendenti, una volta superata la soglia dei cinquant’anni, diventano troppo costosi e vengono rapidamente estraniati dalle aziende, secondo una logica puramente economica. Un bacino non trascurabile di persone istruite e autonome si trova così, dall’oggi al domani, senza più alcuna utilità sociale.
Un buon posto per vivere?
Per anni, dati alla mano, i demografi hanno allertato le Istituzioni sud coreane sulla questione, ma le soluzioni sono ancora ben distanti. “In breve, la Corea del Sud, il nostro paese, non è un buon posto per vivere, quindi sarebbe meglio non trasferire questo peso ai nostri figli”. Così riassume un recente editoriale del Korea Times in merito al calo dei nuovi nati. Ora spetta al governo individuare gli strumenti per invertire la rotta.
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