Si conclude con il giuramento e il discorso al Parlamento la tappa finale della rielezione di Sergio Mattarella a Presidente della Repubblica Italiana
La cerimonia di giuramento del Presidente della Repubblica italiana non ha visto il tradizionale saluto tra presidente uscente ed entrante. Sergio Mattarella, che succede a se stesso, con 759 preferenze ricevute, è il secondo Capo di Stato più votato dopo Sandro Pertini. Sostenuto da tutte le forze politiche, dopo estenuanti fumate nere e nulla di fatto, è da oggi pronto ad esercitare il suo secondo mandato in uno dei momenti più delicati della Storia della Repubblica.
Il saluto delle Alte Cariche
Il lungo rito laico inizia con il trasferimento di Mattarella dalla sua residenza (il Quirinale) a Montecitorio. Qui, accanto ai Carabinieri in alta uniforme, trova ad attenderlo i Presidenti di Camera e Senato. Insieme a loro fa il suo ingresso nel Palazzo fino all’Aula ornata da drappi tricolori, accolto da senatori, deputati, dal Presidente del Consiglio e i membri del Governo. A questo punto il rieletto Capo di Stato presta il suo secondo giuramento: “Giuro di essere fedele alla Repubblica e di osservarne lealmente la Costituzione”. Contemporaneamente la campana di Montecitorio inizia a suonare e dal Gianicolo partono 21 colpi di cannone, segno di massima onorificenza.
L’appello alla coesione in Europa
Il discorso al Parlamento e alla Nazione è preceduto da un lungo scroscio di applausi. Ai parlamentari e agli italiani collegati in streaming, Mattarella riassume i temi più importanti del suo secondo mandato. A partire dal ruolo di pace del nostro Paese nel mantenere la stabilità e la crescita in Europa con l’impegno di Next Generation. Nel nostro Continente, che ha conosciuto gli orrori di due guerre mondiali, sostiene con fermezza, non deve più alzarsi il vento dello scontro.
L’Italia del dopo emergenza
Ampio spazio alla situazione italiana pervasa dalle aspettative e dalle speranze che accompagnano il PNRR. “Il Paese – dichiara – deve ripartire dall’urgenza sanitaria, economica e sociale, abbattendo le diseguaglianze. È giunta l’ora di consolidare i risultati economici fin qui raggiunti grazie alla solidarietà e alla creatività degli italiani”. È ora il momento di iniziare a costruire l’Italia del dopo emergenza per renderla più forte, giusta e moderna. Un paese che sappia superare il declino demografico cui l’Europa sembra condannata. Anche in questo senso Mattarella sottolinea la marginalità del ruolo femminile, fattore di ritardo civile e umano. Ed auspica un futuro nel quale nessuna donna debba più scegliere tra il lavoro e la maternità.
Gli anziani e i giovani, pilastri fragili della società
Un pensiero è poi rivolto agli anziani, che non possono essere lasciati alla solitudine né venire privati di un ruolo attivo, che li coinvolga nella società. Ma anche ai giovani, troppo spesso impiegati in lavori sottopagati e privi delle sicurezze dovute. L’Italia, nota in tutto il mondo come il paese della bellezza, della cultura e dell’arte, elementi costitutivi della nostra identità, ha un patrimonio da conservare per generare conoscenza e risorse economiche. E una responsabilità verso le nuove generazioni che passa anche attraverso la difesa dell’ambiente, dell’ecologia e delle diversità.
L’appello alla politica: tempestività e rispetto della democrazia
Non è mancato infine un appello alla società politica e al Parlamento, chiamati ad un atteggiamento responsabile, vicino ai bisogni degli Italiani. A loro Mattarella chiede con forza tempestività nell’affrontare il cambiamento, senza però mai mettere a rischio il processo democratico basato sul consenso e la partecipazione. È compito della politica, afferma, immettere nelle Istituzioni ciò che di vivo emerge dalla società civile. Il cittadino deve poter fare affidamento su di essa per esprimere le proprie idee. Senza i partiti e la rappresentanza, senza i corpi sociali intermedi, si sentirebbe più solo e indifeso. Per questo, avverte, è indispensabile favorire un’ampia stagione di partecipazione.
L’omaggio al Milite Ignoto
Al termine dl discorso il Presidente si è poi diretto all’Altare della Patria, simbolo di identità nazionale, per rendere omaggio al Milite Ignoto. Il suo pensiero è certamente andato a quanti, come da lui stesso affermato, “hanno sofferto, sino all’estremo sacrificio, per lasciare alle giovani generazioni un’Italia unita, indipendente, libera, democratica”. Un Paese che oggi lo attende nuovamente con stima e fiducia, ricordando la parola più volte pronunciata nel suo discorso di insediamento: dignità.
(Tutte le immagini provengono da www.quirinale.it/elementi/62251)
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