La cooperativa di cohousing La Borda realizza un progetto innovativo, in cui la casa non è più patrimonio del singolo ma luogo di scambio e sostegno per tutte le generazioni.
Cohousing è un neologismo che deriva dalla fusione dei termini collaborative e housing, usato per indicare le varie tipologie dell’abitare collaborativo. Il senior (o silver) cohousing, in particolare, sta ad indicare l’interesse della generazione anziana verso uno stile abitativo contro la solitudine, all’insegna di un invecchiamento attivo e in buona salute.
Il cohousing intergenerazionale
A quest’idea si affianca il cohousing intergenerazionale, che favorisce la convivenza di famiglie, giovani e anziani così da garantire uno scambio sociale e intellettivo, in cui ciascuno mette in comune le proprie capacità e competenze. Uno schema abitativo di welfare community, insomma, con l’obiettivo di creare una comunità solidale che condivide tempi, spazi e servizi.
Una filosofia di vita
La generazione dei 60/65enni di oggi comincia ormai ad immaginare la propria vecchiaia in maniera differente dai genitori. Si è passati da un’idea di invecchiamento paternalista e assistenzialista ad una idea di terza e quarta età attive e protagoniste della società, magari attraverso il volontariato o i movimenti associativi. In questo quadro l’abitare inclusivo si pone come un logico percorso complementare. Ecco perché il cohousing è soprattutto uno stile di vita.
La Borda, un esempio di welfare community
Un esempio innovativo in tal senso è quello di La Borda, l’alloggio cooperativo di Barcellona, (Catalogna), vincitore del premio di Architettura Contemporanea dell’Unione Europea 2022. Si tratta di un prestigioso riconoscimento che annualmente viene assegnato ai progetti architettonici considerati più innovativi nell’ambito della promozione di un cambiamento di mentalità e dell’inclusione sociale.
I principi chiave del progetto
La Borda è un complesso di 28 appartamenti in cooperativa con spazi comuni, abitati da unità familiari eterogenee. Coppie giovani senza figli, single e pensionati, con età che variano da 4 a 60 anni, convivono nel progetto di un collettivo di giovani architetti catalani chiamato Lacol. L’obiettivo, ispirato da tre principi – sostenibilità, partecipazione e comunità – è recuperare il rapporto tra le persone. Come una volta nei quartieri e nei piccoli borghi, vivere a La Borda è più che una semplice condivisione degli spazi: è darsi un mutuo appoggio lungo tutto il corso della propria vita.
La casa a servizio delle persone
La Borda si basa sul principio che la casa è un bene d’uso e non un investimento. I residenti, membri della stessa Cooperativa, non sono proprietari, ma pagano un affitto nettamente inferiore ai tassi di mercato. Infatti, poiché al struttura sorge su un terreno pubblico, possono usufruire del diritto di superficie, che va da un minimo di 75 a un massimo di 90 anni. L’innovazione è in questo cambio di mentalità: pagare per accedere ad un bene, senza possederlo, ma solo finché se ne fa uso. Per poi lasciarlo a chi verrà dopo.
Un’architettura pluripremiata
Interamente costruito in legno, materiale naturale riciclabile, il condominio ha un ampio patio centrale con i ballatoi, la cucina, la lavanderia e una sala riunioni al piano terreno. Qui si trovano anche diversi locali commerciali aperti al quartiere; da qui è possibile accedere direttamente al vicino parco pubblico. Tutti gli spazi comuni sono pensati per favorire gli scambi tra gli abitanti. Gli spazi privati sono invece modulabili così da permettere di allargare gli ambienti a seconda delle necessità (un anziano non autosufficiente, famiglie con disabili, postazioni di smart working). Fondamentale anche la ricerca di soluzioni sostenibili e l’ottimizzazione dell’uso di energia green.
Un modello vincente durante la pandemia
Questo modello, basato sulla cogestione di spazi, risorse e capacità individuali, si è mostrato vincente durante la pandemia. Infatti, ricorda Cristina Gamboa, una degli architetti progettisti, durante il lockdown, le aree comuni hanno ridotto al minimo l’impatto della solitudine. Cucina, sala da pranzo, lavanderia, patio, e persino le camere degli ospiti rimaste inutilizzate per il divieto di spostamento, hanno infatti favorito una interazione sociale impensabile in un condominio tradizionale. E anche ora che le restrizioni da Covid si sono allentate, gli inquilini continuano a cenare insieme ogni mercoledì. Perché, recita un proverbio africano “se vuoi andare veloce viaggia solo, ma se vuoi andare lontano viaggia in compagnia”.
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