Il futuro dei bambini (e dunque della società) passa attraverso il rapporto speciale con i nonni. Ecco perché l’Unicef compie 75 anni e nomina questi ultimi Ambasciatori di pace nel mondo.
L’UNICEF, il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia, ha la missione di contribuire alla sopravvivenza, alla protezione e allo sviluppo delle potenzialità di ogni bambino e bambina, soprattutto i più fragili e vulnerabili. Da sempre informa e sensibilizza l’opinione pubblica sui diritti e sui bisogni dell’infanzia e dell’adolescenza.
UNICEF compie 75 anni e presenta il Manifesto delle Nonne e dei Nonni
In occasione della Festa dei Nonni, lo scorso 2 ottobre, Unicef Italia ha lanciato il “Manifesto dedicato alle nonne e nonni ambasciatori di pace” ed un progetto video legato alle celebrazioni del 75° anniversario della nascita del Fondo della Nazioni Unite per l’Infanzia (11 dicembre 1946). Il documento contiene i 9 principi della solidarietà intergenerazionale, di cui si sottolinea il valore sociale. Scopo del Manifesto, infatti – spiega Carmela Pace, presidente del Comitato Nazionale -, è sottolineare che i nonni “sono custodi della memoria storica, promotori di solidarietà intergenerazionale, costruttori di una società non violenta”.
I nonni, memoria della collettività
Per evidenziarne l’importanza di custodi della memoria all’interno della famiglia e della società, i ragazzi di Younicef, hanno raccolto brevi video interviste a nonne e nonni, sui loro ricordi negli ultimi 75 anni. Anni cruciali per l’Italia. Molti hanno infatti vissuto sulla pelle di bambini innocenti il dolore, la fame e le sofferenze causate dal secondo conflitto mondiale. E hanno affrontato il difficile cammino della ricostruzione. Per loro – e per i piccoli vulnerabili di tutto il mondo – l’11 dicembre del 1946 nasce Unicef. Che oggi, anche grazie al supporto volontario di quella generazione, promuove la solidarietà e il rifiuto della violenza in tutto il mondo.
Ambasciatori di pace
L’UNICEF ha da sempre a cuore i nonni, considerati, a ragione, figure fondamentali per la crescita e il benessere dei più piccoli. Molti di loro del resto sono volontari impegnati in prima fila all’interno della Fondazione, ed offrono il loro prezioso contributo alle iniziative in difesa dell’infanzia. Proprio il loro esempio di solidarietà, sottolinea la stessa presidente Pace, è il lascito più grande per le generazioni future.
Un anello di congiunzione tra le generazioni
È nel ruolo di educatori, riconosce l’UNICEF, che i nonni supportano i nipoti nel processo di apprendimento, trasmettendo valore e conoscenza. I nonni rappresentano le radici e la continuità. Possiedono le informazioni sulla storia della famiglia, conoscono le vicende degli antenati e dei loro figli, quando questi erano piccoli. Un bagaglio personale affascinante per i più giovani. Ma sono anche testimoni degli eventi passati e sanno che le conquiste di oggi – la pace, la democrazia – non vanno date per scontate, ma sono il frutto di un lungo cammino. Sta a loro trasmettere questo patrimonio alle nuove generazioni.
Nonni, non baby sitter
I nonni non sono semplici baby sitter, ma svolgono il delicato compito di formatori e di pedagoghi. I più giovani infatti hanno il diritto di conoscere il passato – familiare e sociale – e di crescere con il sostegno di relazioni positive, in grado di dare fiducia alle loro scelte. Il legame intergenerazionale in tal senso costituisce una spinta potente per costruire una società inclusiva e rispettosa dei diritti umani. Perché, ci ricorda ancora una volta il Manifesto dell’UNICEF, il futuro si costruisce sulla memoria.
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