Lo chiamano ormone “dell’amore”, perché riveste un ruolo importante per il sistema riproduttivo femminile e perché sembra che sia proprio lui a far scaturire il sentimento dell’amore. Stiamo parlando dell’ossitocina, una sostanza che grazie a studi recenti sembra essere utile anche per contrastare l’avanzare dell’Alzheimer.
Una ricerca portata avanti dall’Università di Tokyo ha evidenziato come l’ossitocina potrebbe avere un ruolo positivo nel trattamento dei disturbi cognitivi, tra i quali la malattia di Alzheimer.
Questo ormone, infatti, è sotto osservazione scientifica già da diverso tempo. Oltre alla sua funzione principale (quella di dare inizio alla fase riproduttiva) sembra giocare un ruolo fondamentale nella regolazione dell’apprendimento e della memoria. Durante lo studio i ricercatori hanno notato come “l’ormone dell’amore” sia in grado di invertire la compromissione della plasticità sinaptica durante l’avanzare del declino cognitivo.
È stato scoperto che l’effetto positivo è da ricondurre a particolari attività chimiche svolte dall’ossitocina. Queste rafforzano il potenziale di segnalazione neuronale e l’afflusso di ioni di calcio. Akiyoshi Saitoh, ricercatore a capo del team di ricerca, ha dichiarato: «Questo è il primo studio al mondo che ha dimostrato come l’ossitocina possa invertire i deficit indotti dalla amiloide β nell’ippocampo del topo».
SINTESI DI: Ossitocina, “l’ormone dell’amore” che cura l’Alzheimer, Andrea Carozzi, www.altraeta.it, 07-02-2021
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