Ora legale, sì o no? Il cambio del 30 marzo in Italia riaccende il dibattito. Tra rischi per la salute e risparmio energetico, la scienza è divisa
L’appuntamento con l’ora legale in Italia è nella notte tra il 29 e il 30 marzo, quando le lancette faranno un brusco salto in avanti. Risultato: sessanta minuti di sonno perduto. Uno switch che divide la scienza e anche la popolazione. Molte persone, infatti, si svegliano più irritabili. L’ora legale è stata introdotta negli Stati Uniti nel 1918, per risparmiare energia elettrica durante la guerra. Ma oggi il 54% dei cittadini americani abolirebbe questa” vecchia pratica”. In Ue la proposta dell’ora legale tutto l’anno si è arenata (anche se forse farebbe bene alle bollette dei cittadini). Dunque, ora legale sì o ora legale no?
Gli USA verso l’ora legale permanente, pro e contro
Il “Sunshine Protection Act” è una proposta legislativa statunitense per rendere permanente l’ora legale in tutti gli Stati Uniti. In sostanza, si tratterebbe di abolire il cambio stagionale dell’ora, mantenendo l’ora legale durante tutto l’anno. I sostenitori di questa proposta ritengono che ciò comporterebbe diversi vantaggi. La riduzione degli incidenti stradali grazie a una maggiore luminosità serale, l’aumento delle attività all’aperto e un potenziale impulso all’economia. Tuttavia, la proposta suscita anche preoccupazioni, che evidenziano i possibili effetti negativi sulla salute, come la privazione di sonno e l’alterazione dei ritmi circadiani. La proposta è stata presentata al Congresso degli Stati Uniti, ma il suo futuro rimane incerto.
Un mezzo per conciliare gli orari con i ritmi frenetici della vita moderna
Tra i fautori dell’ora legale il fisico spagnolo José María Martín-Olalla, che la ritiene che il una soluzione pratica per conciliare l’orario fisso, scandito dagli orologi, della vita moderna con gli orari dell’alba che variano durante l’anno. Nelle società preindustriali, le attività umane si adattavano naturalmente alla luce, ma oggi i ritmi di lavoro e studio sono fissi. Martín-Olalla afferma che l’ora legale cerca di ridurre la discrepanza tra i ritmi naturali del corpo e quelli sociali, soprattutto in regioni con grandi variazioni di luce diurna. Come la Spagna e gli altri paesi mediterranei. Martín-Olalla non ritiene che i dati sui rischi per la salute siano conclusivi, osservando che può essere difficile distinguere gli effetti dell’ora legale dagli effetti delle stagioni stesse.
La proposta dell’American Academy of Sleep Medicine
All’opposto la posizione dell’American Academy of Sleep Medicine (AASM), che vorrebbe abolire l’ora legale a favore dell’ora solare permanente. “Prove crescenti mostrano i pericoli dei cambi di ora stagionali, collegati a un aumento degli errori medici, degli incidenti automobilistici, dei ricoveri ospedalieri. Durante i giorni di scuola successivi al cambio, gli studenti avevano tempi di reazione più lenti e difficoltà a prestare attenzione”, afferma Jennifer Martin, presidente AASM. “Ripristinare l’ora solare permanente, per tutto l’anno, è l’opzione migliore per la nostra salute e il nostro benessere”.
Occhio ai ritmi circadiani
Il punto è che il sole aiuta a stabilire i ritmi sonno-veglia del nostro corpo e numerosi studi suggeriscono che alterando questo ritmo, l’ora legale comporti dei rischi per la salute. La neurologa Joanna Fong-Isariyawongse, dell’Università di Pittsburgh, suggerisce politiche del sonno “più intelligenti”, come l’adozione dell’ora solare permanente e il posticipo degli orari di inizio delle scuole. Come peraltro già in uso in alcuni Stati americani. L’ora legale, spostando in avanti le lancette, sostiene, disturba i ritmi circadiani e aumenta i rischi per la salute, come attacchi di cuore, e i suicidi. L’ora solare permanente è più allineata con i ritmi circadiani naturali e potrebbe prevenire migliaia di morti e problemi di salute.
TUTTE LE ULTIME NOTIZIE SU SPAZIO50.IT
© Riproduzione riservata