L’Italia non riconosce appieno i diritti dei caregiver familiari. Così il Comitato delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità ha condannato il nostro Paese per discriminazione, dato che nell’ordinamento giuridico nazionale non è prevista alcuna forma di tutela giuridica per chi assiste un parente.
L’organismo internazionale ha rilevato l’incapacità dell’Italia di fornire servizi di caregiver alle famiglie di persone con disabilità, violando il loro diritto all’indipendenza e a un tenore di vita adeguato.
Il pronunciamento del Comitato arriva cinque anni dopo il ricorso avviato dal Confad, Coordinamento Nazionale famiglie con disabilità, e delibera la rapida formalizzazione della figura del caregiver da parte delle istituzioni italiane, che avranno sei mesi di tempo per presentare una risposta scritta nella quale indicare le misure da intraprendere per colmare la lacuna in essere.
I pareri di Confad e Anffas
“La decisione di accoglimento del ricorso accerta la violazione degli obblighi internazionali assunti con la ratifica della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità del 2006 – ha dichiarato l’attuale presidente di Confad, Alessandro Chiarini, intervistato dal Fatto Quotidiano – la capacità di risposta ai bisogni delle persone con disabilità è uno degli indicatori principali di un welfare moderno, maggiormente inclusivo, equo ed efficiente.”
“No a una presa in giro”: serve una legge per i diritti dei caregiver familiari
“Si tratta di non realizzare una semplice legge cornice che poi si traduca in una presa in giro per i caregiver” ha dichiarato Roberto Speziale, presidente di Anffas, Associazione Nazionale famiglie di persone con disabilità intellettiva e/o relazionale. Ha aggiunto: ” Ma di mettere mano a una legge quadro nazionale che metta in atto una serie di soluzioni diversificate, dall’accesso ai servizi di sollievo dedicati ai caregiver, al riconoscimento economico e previdenziale, soprattutto alle mamme che loro malgrado devono abbandonare il lavoro per dedicare la vita ai propri cari con disabilità, alla previsione di sistemi assicurativi rivolti sia al caregiver che alla persona con disabilità.
Il nostro auspicio è che la risonanza di tale decisione richiami concretamente all’azione le forze politiche e le esorti a prendere in seria considerazione la complessità del tema tenendo conto delle istanze delle famiglie e delle loro associazioni di rappresentanza.”
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