La stagione più fredda dell’anno può essere vissuta, come le altre, in modo piacevole. Uscendo all’aria aperta ma anche invitando qualcuno a casa, per godere una sana amicizia nel tepore domestico.
Gennaio è il mese più freddo, un tempo dal quale le persone tendono a difendersi restando in casa, indossando indumenti pesanti.
In linea con quanto indicato dal titolo della rubrica il freddo non deve limitare gli spazi della vita, a qualsiasi età. Ecco alcune semplici indicazioni.
Uscire di casa è un dovere indipendentemente dalle condizioni atmosferiche; la pigrizia, la poltrona, in generale la scarsa attività fisica tra le mura domestiche sono una condizione che non favorisce il mantenimento della salute; se, infatti, il freddo affrontato senza adeguate protezioni può provocare una patologia respiratoria, la scarsa attività è invece dannosa per il cuore, i muscoli, il cervello… Quindi è indispensabile e possibile uscire, con coperture adeguate alla temperatura esterna e alle condizioni atmosferiche. In questi anni, peraltro, con l’aumento delle temperature non è necessario uscire con tre strati di maglie o simili, come viene descritto nelle vignette del passato. È ovvio che, qualsiasi siano le scelte, ogni cittadino anziano deve essersi premunito con la vaccinazione antinfluenzale, sulla cui importanza tutti sono convinti, senza le incertezze che hanno accompagnato la vaccinazione anti Covid. Inoltre, nei mesi freddi è necessaria un’alimentazione adeguata, considerando che il freddo e l’azione per contrastarlo fanno consumare energie che vanno recuperate attraverso un’alimentazione ricca.
Inoltre, le uscite di casa non devono essere di “quattro passi”, ma in linea con le passeggiate che si fanno nei mesi meno freddi. E quindi anche le attività di contorno devono essere continuate, come quella di andare a fare i piccoli acquisti, vicino a casa, o di prendere un caffè assieme ad amici e conoscenti. Nella gran parte del nostro Paese, però, non sono comuni i caffè con i tavolini, luoghi di incontro nei lunghi pomeriggi d’inverno, come si usa in altri Paesi o in alcune delle nostre città, specialmente al nord. Qualcuno non trova più i negozi vicini a casa e si deve rivolgere ai supermercati, luoghi spesso troppo affollati e poco accoglienti per chi non è più giovane.
Ma anche per chi resta a casa è importante non pensare solo al riposo e al caldo. Indipendentemente dall’attuale crisi energetica, in casa si può mantenere una temperatura di 21 gradi, con un buon livello di umidità. L’eccesso di caldo è infatti sempre dannoso; inoltre, vi è rischio di disidratazione, una condizione pericolosa sia per le vie respiratorie sia per il sistema cardiovascolare. La casa non deve diventare la “prigione invernale”; si deve essere pronti all’accoglienza, con libertà, in modo che anche amici e conoscenti si sentano indotti a muoversi per uno scambio di viste.
L’inverno, se vissuto in questo modo, è un momento piacevole, che interrompe la sequenza di stagioni con la stessa temperatura: a chi piacerebbe vivere con una temperatura costante, senza nessuna variazione della natura, delle luci, dei colori? È quindi necessario accettare quello che il tempo fornisce; anche le giornate di pioggia possono diventare momenti piacevoli, se siamo in grado di guardarle con l’occhio curioso di chi coglie riflessi, rumori, situazioni inedite. Non deve essere il periodo dell’attesa della primavera, ma goduto per quello che offre. Una volta c’era la retorica della neve, certamente una condizione piacevole, ma che non è mai stata diffusa in pianura; oggi è praticamente scomparsa, per cui rimane solo nei quadri, nei manifesti, in tutto quanto sta intorno al Natale. Una visione romantica, ma non più vivibile.
Le considerazioni sopra riportate indicano una “vita possibile” per chi è vecchio, anche quando il tempo sembra poco favorevole. Sono regole alle quali ci si può adeguare; ma sono soprattutto le uniche regole che permettono di vivere bene, di conservare la salute, per non accelerare i processi di invecchiamento. Se i mesi freddi fossero mesi persi rispetto alla possibilità di costruire il futuro, la nostra vita si abbrevierebbe… Bastano queste considerazioni per non lasciare incertezze su come condurre la nostra vita invernale!
Marco Trabucchi è specialista in psichiatria. Già Professione ordinario di Neuropsicofarmacologia all’Università di Roma “Tor Vergata”, è direttore scientifico del Gruppo di Ricerca Geriatrica di Brescia e direttore del Centro di ricerca sulle demenza. Ricopre anche il ruolo di presidente dell’Associazione Italiana di Psicogeriatria e della Fondazione Leonardo.
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