Professore di economia, ex senatore e deputato dello Stato di San Paolo. Da trent’anni Eduardo Matarazzo Suplicy si batte per garantire una rendita di base incondizionata a tutti i brasiliani. Una legge approvata nel gennaio del 2004 sembra ormai vicina all’attuazione.
Mi viene incontro calmo e cordiale, Eduardo Matarazzo Suplicy, con la grazia dei suoi oltre ottant’anni che sembrano molti meno e l’aura di leggenda vivente della politica brasiliana. Amico di lunga data del presidente Lula, tra i fondatori del “Partido dos Trabalhadores”, è da sempre l’economista di riferimento dei progressisti brasiliani. Una laurea presso la Fundação Getúlio Vargas (dove ha insegnato economia dal 1966 al 2012), un dottorato negli Stati Uniti, all’Università del Michigan, senatore della repubblica per ventiquattro anni, è attualmente il primo eletto tra i deputati dello Stato di San Paolo.
L’impegno di Eduardo Matarazzo Suplicy per la Renda Básica Universal
Mi fa accomodare, si siede di fronte e apre un libro. È “Vamos sonhar juntos” (nella versione italiana, “Ricominciamo a sognare”) di Papa Francesco. Legge un passaggio preciso: “Credo che sia ora di esplorare concetti come quello della rendita di base universale, altrimenti conosciuta come imposta di reddito negativa: un pagamento fisso e incondizionato a tutti i cittadini, che si potrebbe distribuire attraverso il sistema tributario. La rendita di base universale potrebbe ridefinire le relazioni nel mercato del lavoro, garantendo alle persone la dignità di rigettare condizioni di lavoro che le imprigionano nella povertà”.
Suplicy assapora ogni parola. La Renda Básica Universal, ossia la rendita di base universale, è la battaglia della sua vita. Una battaglia che in Brasile è indissolubilmente legata al suo nome, come ha riconosciuto lo stesso presidente Lula in un dibattito pubblico in occasione degli ottant’anni del professore, nel 2021. Il dialogo con Lula costituisce la prefazione della nuova edizione di “Renda de cidadania: a saída é pela porta” (Reddito di cittadinanza: l’uscita è attraverso la porta, ndr), il libro in cui Suplicy espone la sua ricetta economica.
Un reddito minimo garantito per una società più solidale
«La società è un tutto unico», afferma. «Tutte le sue parti sono connesse. Una società civile e giusta è una società che si sviluppa armonicamente, in base a principi di solidarietà, di fraternità, di progresso condiviso. Lo dice con chiarezza anche l’articolo 3 della Costituzione brasiliana».
Il professore ripercorre con un po’ di emozione la lunga strada del suo progetto politico. «Quando per la prima volta mi sono imbattuto in una proposta di reddito minimo garantito ero negli Stati Uniti. Alla fine degli anni Sessanta mi confrontavo con economisti come John Moroney, Joan Robinson, Paul Davidson, che parlavano di ‘economia etica’. Al ritorno in Brasile, l’esperienza degli squilibri economici del mio Paese, il dialogo col mondo sindacale e la fondazione, insieme a Lula, del Partito dos Trabalhadores nel 1980, mi indussero a elaborare una proposta politica sul reddito minimo. La presentai nel 1991, un anno dopo essere stato eletto senatore, e dopo lunghe vicissitudini confluì, all’alba del nuovo millennio, in alcuni programmi di sussidi alle famiglie meno abbienti: la Bolsa Escola, la Bolsa Alimentacao e l’Auxilio Gas, che avrebbero aiutato le famiglie più povere nelle spese scolastiche, alimentari ed energetiche. Il presidente Lula, entrato in carica per la prima volta nel gennaio del 2003, accrebbe i sussidi e li unificò nel servizio “Bolsa Familia”, di cui subito beneficiarono 3 milioni e mezzo di famiglie brasiliane. Il numero di queste famiglie è cresciuto di anno in anno fino a superare i 14 milioni nel 2014, tanto da indurre l’ONU a cancellare il Brasile dalla “mappa mondiale della fame”».
Il progetto della Renda Básica Universal
Nel frattempo la proposta economica di Suplicy cambiò: «Mi confrontai con l’economista Philippe van Parijs e sposai il progetto della Renda Básica Universal: un contributo economico che rispecchia il diritto di ogni cittadino – senza distinzioni di origine, sesso, età, condizione civile o socio-economica – a partecipare alla ricchezza della nazione. Un contributo per tutti, anche i più ricchi, che peraltro lo finanziano in proporzione alla loro ricchezza attraverso la tassazione. La Renda Básica non è condizionata a criteri economici e impegni politici, elimina le complicazioni burocratiche e il dilemma di scegliere tra rendita e lavoro (che la farebbe perdere)».
La legge vicino all’attuazione
Su una parete della casa di San Paolo si intravede il ritratto della madre del professore, Filomena Matarazzo (nipote del celebre imprenditore di origini italiane Francesco), che era presente nel giorno del più grande successo politico di Eduardo. «Nel dicembre del 2001 presentai al Senato un progetto di legge sulla Renda Básica che, condizionato a criteri di gradualità e sostenibilità finanziaria, fu approvato dall’Assemblea Nazionale e promulgato dal presidente Lula nel gennaio del 2004. La legge 10.835/2004 ha sancito il diritto a una Renda Básica de Cidadania per tutti i brasiliani residenti nel Paese e per gli stranieri residenti da almeno cinque anni, a prescindere dalla loro condizione economica. Da allora difficoltà pratiche, lentezze, reticenze ne hanno impedito l’attuazione, anche se nel 2021 una sentenza della Corte Suprema Federale disponeva la concessione della Renda Unica a un senzatetto di Porto Alegre che ne aveva fatto richiesta. Nel 2023, tornato alla presidenza, Lula ha rimesso mano mano alla legge, formando – su mia indicazione – un gruppo di esperti che studierà il percorso più efficace per attuarla».
Gli oppositori mettono in dubbio l’effettiva sostenibilità della rendita, ma per Suplicy si tratta di un falso problema: «Di qualunque forma di ricchezza generata da una comunità è possibile accantonare una parte dentro un fondo per le necessità di tutti. Lo dimostra, ad esempio, l’esperienza dell’Alaska negli anni Ottanta, quando si decise di accantonare il 25% dei ricavi provenienti dallo sfruttamento del petrolio nel Fondo Permanente dell’Alaska. Questo fondo fruttava quote uguali a tutti i cittadini residenti in Alaska da un anno o più e portò il tasso di disuguaglianza dello Stato dall’essere il più alto degli Stati Uniti (nel 1980) all’essere il più basso».
Per Eduardo Suplicy la Renda Básica Universal è una misura di civiltà: «Come sostiene l’economista indiano Amartya Sen, il vero sviluppo coincide con una maggiore libertà per tutti i membri della società. Libertà significa poter scegliere… Oggi il Brasile è davvero a un passo dal vincere la Coppa del Mondo del progresso sociale».
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