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L’11 luglio ricorre la Giornata internazionale della popolazione: otto miliardi di persone con diritti da tutelare ed esigenze da rispettare. E gli over 65 sono il pilastro della società
Sfogliando l’opera Devozioni per occasioni di emergenza del poeta e saggista inglese John Donne, vissuto tra il 1500 e il 1600, alla Meditazione XVII leggiamo: “Nessun uomo è un’isola, completo in sé stesso; ogni uomo è un pezzo del continente, una parte del tutto”. Sono parole che raggiungono punti molto profondi del nostro cuore, lì dove si annida quel senso di appartenenza che nutre le relazioni che intrecciamo. Appartenenza ad una famiglia, ad un amore, ad un gruppo di amici e di colleghi. E c’è una comunità alla quale aderiamo in modo imprescindibile: il genere umano che abita su questa terra.
Siamo più di otto miliardi nel mondo, dato destinato a crescere nel futuro. Come ci ricorda il segretario generale della Nazioni Unite Antonio Guterres, dopo lo stupore iniziale per questa cifra record, l’attenzione deve ritornare sulle persone. Cosa si può fare affinché tutti gli individui abbiano la concreta possibilità di vivere una vita dignitosa e soddisfacente? Nel 1989 il Consiglio Direttivo del Programma di sviluppo delle Nazioni Unite ha istituito la Giornata internazionale della popolazione, che ricorre l’11 luglio. Un’occasione per riflettere su temi che riguardano la collettività ma strettamente legati al benessere dell’individuo: i diritti umani, la povertà, la parità tra i sessi, la pianificazione familiare e la salute durante la maternità. Si tratta di un impegno più attuale che mai. In questi ultimi anni la popolazione mondiale sta facendo i conti con le conseguenze di una pandemia, con le guerre e con una crisi climatica, fenomeni che mettono a rischio la sicurezza, il benessere e i diritti delle persone e che puntano i riflettori sulle disuguaglianze già esistenti.
La popolazione mondiale, infatti, non progredisce in modo omogeneo: secondo la Banca Mondiale, il 9,2% della popolazione vive ancora in una condizione di estrema povertà, mentre solo per l’Italia l’Istat registra un valore del 7,5% per il 2021. Anche la crisi climatica incide sulle disuguaglianze: l’aumento delle temperature costituisce una minaccia per alcune fasce di popolazione più vulnerabili, ad esempio quelle che vivono in zone povere in cui c’è meno disponibilità economica e strumenti per affrontare i cambiamenti climatici. Sul fronte della parità di genere sono stati fatti importanti progressi, ma si procede ancora a ritmo lento. Nonostante l’occupazione femminile sia in crescita, nel 2021 in UE le donne hanno guadagnato in media il 12,7% in meno rispetto agli uomini: sono principalmente le donne a prendersi cura della casa e della famiglia, dovendo optare per lavori part-time con una retribuzione inferiore o dovendo addirittura interrompere la propria carriera alla nascita di un figlio. Non c’è parità neanche tra le figure dirigenziali: solo un terzo dei manager europei è donna e guadagna il 23% in meno degli uomini. Fenomeni di portata così ampia richiedono un’azione condivisa da parte di tutti gli Stati affinché si possa creare una società più inclusiva ed egualitaria, in cui i cittadini possano essere tutelati in tutti i loro diritti.
Quando si parla di popolazione, un dato importante su cui soffermarci è l’inarrestabile longevità alla quale stiamo assistendo. Nel 2019 gli over 65 in tutto il mondo erano 703 milioni e potrebbero diventare 1,5 miliardi entro il 2050; solo in Italia, un cittadino su quattro ha più di 65 anni. Questo fenomeno impone un ripensamento del welfare per passare da un modello assistenziale a quello di un mercato che offre beni e servizi. Le persone anziane aiutano le proprie famiglie e consumano di più a beneficio di tutti i settori. Basti pensare che la silver economy, nel 2020, ha inciso per il 20-30% sul PIL italiano con un valore che oscilla tra i 323,5 e i 500 miliardi di euro. Le persone anziane sono un pilastro che traina la famiglia e la società, sia dal punto di vista economico che valoriale. Ci rivolgiamo a loro in quanto scrigni di valori, portatori di esperienze, capaci di offrire uno scambio reciproco. È l’arte dell’incontro. Da sempre ci impegniamo affinché venga riconosciuto il potenziale di sviluppo verso la collettività e per creare occasioni di condivisione in cui nascano legami solidi che aumentino il senso di appartenenza ad una comunità. Perché insieme siamo continenti ricchi di speranza e di progetti da realizzare.
di Giulia Zaccardelli
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