Con Il Milione di Marco Polo nello zaino l’intrepida 72enne percorrerà a piedi e in solitaria la distanza che separa Venezia da Pechino
Da anni Guida Ambientale Turistica e Ambasciatrice di Archeoclub d’Italia nel Mondo, Vienna Cammarota (un nome decisamente inusuale, come del resto tutta la sua persona) non è una viaggiatrice come tante. La voce comune riferendosi a lei la chiama ormai la “nonna sulla Via della Seta”. Questa avventurosa cittadina campana, partita il 26 aprile da Venezia, ha infatti davanti a sé più di tre anni di camminata, un itinerario che si snoda tra 15 Nazioni e un’agenda fissata nei minimi particolari, variabile meteo compresa.
Un passato da camminatrice
Del resto non è nuova a imprese di questo genere: nel 2016 percorre il Cammino della Misericordia, dal Cilento al Gargano di Padre Pio, solo per il piacere di fermarsi a parlare con la gente comune nelle piazze. A distanza di un anno diventa la prima donna al mondo a ripercorrere, partendo dalla Boemia, le orme del famoso Viaggio in Italia dello scrittore tedesco Wolfgang Goethe. E oggi, unica donna nella storia, ha intrapreso l’avventura di un grande italiano che nel XIII secolo, sfidando i predoni e le asperità del clima, con curiosità e senza pregiudizi, si è spinto fino in Catai: il veneziano Marco Polo.
Destinazione Cina
Con oltre 22mila chilometri da percorrere in più di tre anni, Vienna è pronta ad attraversare i Balcani e la Turchia, per percorrere migliaia di chilometri in Georgia, Azerbaijan, Iran, Turkmenistan, Uzbekistan, Kyrgyzstan, Kazakistan, Mongolia. Mondi lontani, orizzonti infiniti, dove cielo e terra si incontrano, paesi abitati da popoli ancora oggi misteriosi. Il percorso è un tratto della Via della Seta, lungo la quale nell’antichità si svolgevano gli scambi culturali e commerciali tra Oriente e Occidente. Un simbolo di pace, dunque, che Marco Polo descrisse come un luogo ricco di panorami esotici, abitato da popoli fantastici, di grande cultura ed enormi ricchezze. Un viaggio fisico nell’immaginario.
Ambasciatrice dell’Italia
L’audace Vienna viaggia con 3 telefonini, una GoPro e un pannello solare sullo zaino. In valigia un solo cambio, qualche libro ma tante cartoline dei posti più belli del nostro Paese da regalare lungo il cammino. Il suo obiettivo, racconta nelle interviste, è infatti incontrare gli altri “per portare il sorriso dell’Italia in giro per il mondo”. E, per essere certa di non dimenticare nulla, come il grande viaggiatore veneziano, in un diario riporterà le storie e gli incontri fatti lungo il percorso. Un’esperienza intima, senza grandi ambizioni o secondi fini. “Io – racconta – non voglio entrare nella storia, ma lasciare qualcosa alle nuove generazioni”.
Il senso della camminata
Camminare è un balsamo per il corpo e lo spirito, attiva la circolazione e libera la mente dai pensieri. Ma, per Vienna, il movimento è soprattutto conoscenza, un’immersione totale nei paesaggi e nelle culture. Il senso della camminata sta infatti nell’essere un tutt’uno con la Natura e con l’umanità incontrata lungo la strada. Certo non basta sentirsi in sintonia con il Creato (“non sono praticante, ma nelle difficoltà il pensiero va al Divino”) per affrontare un cammino tanto rischioso. Servono anche un duro allenamento, ad esempio abituandosi a dormire nei rifugi a 2000 metri, e un’alimentazione adeguata. Nonché determinazione e una buona dose di coraggio.
Il viaggio come esperienza
Ma soprattutto bisogna dotarsi della consapevolezza che il viaggio inizia già nella nostra testa e che la meditazione e la conoscenza di ciò che incontreremo lungo il cammino sono una tappa imprescindibile del percorso della vita. Il poeta greco Costantino Kavafis ben esprime questo concetto nella sua poesia più famosa, Itaca. Ciò che conta del viaggio, scrive, non è raggiungere la meta, ma la ricchezza delle esperienze accumulate lungo la via. Quando rivedrà la sua famiglia Vienna avrà oltre 75 anni e, ancora una volta, avrà indicato ai suoi nipoti – il più piccolo ha pochi mesi – le vie che portano all’esperienza e alla conoscenza. Perché attraverso lo stretto rapporto tra il paesaggio e la mente, sappiano dare il giusto valore all’esistenza.
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