Dal benessere della “pancetta” ai trattamenti estetici, passando per la definizione del fisico con il bodybuilding, il concetto di moda per l’uomo è mutato nel tempo. Con curiosi corsi e ricorsi storici
Eroico e vittorioso. Armonico, protratto alla perfezione del corpo e con alte virtù morali. Atletico. È questa l’immagine dell’uomo che la Grecia classica consegna ai secoli successivi: una visione che lo avvolge in un’aura di meravigliosa eccezionalità, mai scalfita, mai intaccata. Un modello di bellezza utilizzato nel periodo ellenico per rappresentare addirittura la divinità. Ma cosa resta di quegli anni? E del mito greco? Quali stereotipi, l’uomo ha dovuto (o voluto) superare nel corso della storia per affermare la sua “mascolinità”? L’universo della bellezza maschile è poi così diverso da quello della bellezza femminile? A queste domande risponde la storia perché il “modello-uomo”, oggi come ieri, è figlio dei tempi, della società in cui intesse relazioni. È figlio anche della proiezione riflessa che gli altri – o di contro, le altre – vogliono conferirgli. E non dimentichiamo che l’economia, forse più dei diversificati aspetti, ha condizionato la bellezza del corpo maschile.
Scattiamo una foto agli ultimi anni del XIX secolo: la recente Unità d’Italia, la questione meridionale e le disparità economiche e sociali hanno provocato anche una scarsità di cibo in un Paese che stava tentando di rimettere insieme i pezzi. E in questo esatto periodo essere “in carne” significava essere benestante. Viene da sé che l’uomo “con la pancia” ha simboleggiato un’idea di benessere che in tempi difficili e cinghie strette ha reso questo aspetto semplicemente affascinante, come affascinante erano considerate le persone benestanti. Ma qualche anno più tardi, con la ripresa economica e con una maggiore disponibilità di cibo, l’uomo robusto non era più considerato elitario, ed è – semplicemente – passato di moda. Assistiamo, dunque, alla cultura del corpo intesa come “attenzione al muscolo”: e così, in men che non si dica, l’icona dell’uomo a ridosso degli Anni ’50 non può prescindere dal divo hollywoodiano e nemmeno da un’immagine tutta concentrata su bicipiti e sorrisi. Uomini pronti ad esibire dentature perfette. E se portiamo la mente a un’istantanea di Sean Connery che interpreta James Bond, ogni dubbio viene fugato. È quello l’esempio di uomo che in tanti cercano di emulare. Avveniva solo sessant’anni fa ma la riscoperta del corpo, per l’uomo, era ancora lontana. Sì, perché poco più di un decennio dopo, il concetto di bellezza è mutato.
Lo sbarco sulla Luna, il ’68. Fenomeni che si radicano all’interno di una società che sta cambiando, che vuole cambiare e lo fa anche dal look. Siamo alla fine degli Anni ’60, rocker e capelloni dominano la scena e a prevalere è un aspetto apparentemente trasandato che punta sul pensiero, sulla riflessione e – perché no – soprattutto sulla ribellione. Ma l’attenzione alla cura del corpo torna negli Anni ’80, con il bodybuilding: ora la bellezza equivale a essere palestrato e depilato. I miti? Sylvester Stallone e Arnold Schwarzenegger: due icone che bene rendono l’idea – ai tempi condivisa – della mascolinità. Nei decenni successivi, la bellezza del corpo non è fatta più solo di muscoli ma di uomini che – seppure snelli – concentrano le attenzioni sull’aspetto. Non più solo forza, quindi. Uno stereotipo che, con le dovute eccezioni, ha proseguito la sua corsa fino ai giorni nostri. E se da un lato c’è l’uomo “macho”, che tende ad esibire una virilità esagerata e appariscente assumendo talvolta atteggiamenti che esprimono forza e aggressività, dall’altro c’è l’uomo “dandy”, con eleganza e individualismo esasperato, che da ideale di mascolinità sul finire del XIX secolo viene considerato al limite dell’effemminato in tempi più moderni. Tra il macho e il dandy si colloca l’uomo dei primi anni 2000, che riscopre la bellezza del proprio corpo e se ne prende cura. Creme, trattamenti estetici, finanche interventi chirurgici per ribaltare gli stereotipi dell’uomo rude.
E se, nell’immaginario collettivo, è la donna a trascorrere ore davanti allo specchio per farsi bella prima di uscire di casa, nella realtà gli uomini non sono da meno. I centri estetici, ad esempio, fino a qualche anno fa erano luogo privilegiato e quasi, oseremo dire, esclusivo delle donne: oggi questa distinzione non esiste più e le sale d’attesa degli istituti di bellezza sono frequentate anche dagli uomini. Sopracciglia curate e perfette, solarium per conferire una tinta bronzata alla pelle, creme leviganti e maschere per il viso. Eppure, nonostante questo, poiché la storia è ciclica, anche questi cliché potrebbero presto essere destrutturati. Dopo le modelle curvy in passerella, negli shooting fotografici, e dopo il “body positivity”, passi avanti di inclusione sono stati fatti anche nell’universo maschile, a partire dalla moda che poi detta le regole della società. Ebbene, una nota marca di jeans, nella sua recente campagna fotografica ha immortalato tra corpi maschili scultorei, un modello con i rotolini sui fianchi, assolutamente non depilato e per niente magro. È qui che il ciclo della storia ricomincia?
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