In occasione delle elezioni, qualche dato sulle caratteristiche e i bisogni degli anziani nell’Unione. Quasi metà di chi ha bisogno di assistenza, non ne riceve a sufficienza. La spesa media destinata a loro ammonta al 10,4% del Pil: Italia in testa, con il 13,7%
L’Europa è anziana, sempre più anziana: nell’Unione europea, più di un quinto della popolazione nel 2023 aveva più di 65 anni. Certamente un dato che dovrà tenere ben a mente il nuovo Parlamento che si formerà in questi giorni. Una popolazione anziana è una popolazione che richiede risorse e investimenti: la spesa dedicata ammonta, in media, al 10,4% del Pil. L’Italia è in testa, da questo punto di vista, con il suo 13,7%.
L’Europa che invecchia
Questi e altri dati sono stati raccolti, analizzati e diffusi recentemente da Openpolis, nel focus “I fabbisogni di una popolazione che invecchia”. Un tema che richiede certamente attenzione, visto che quasi la metà degli anziani in difficoltà non riceve sufficiente assistenza personale o domestica. E gli anziani, non dimentichiamolo, sono sempre di più, complici il calo delle nascite da un lato, l’allungamento dell’aspettativa di vita dall’altro. Se all’inizio degli anni 2000 in Europa gli over 65 rappresentavano circa il 16% della popolazione, in un ventennio la percentuale è arrivata a superare il 20%.
Un incremento che ha interessato, seppur in maniera diversa, tutti i Paesi europei, tanto che , secondo i dati Eurostat, oggi il 21,3% dei cittadini Ue è anziano: parliamo di circa 90 milioni di persone. I numeri cambiano in modo significativo da stato a stato: Italia e Portogallo sono al primo posto, entrambe con il 24% della popolazione anziana. Seguono Bulgaria, Finlandia e Grecia con quote superiori al 23%. Solo in 9 stati membri non si arriva al 20%: si tratta di Lussemburgo (unico sotto il 15%), Irlanda, Cipro, Slovacchia, Malta, Austria, Romania, Belgio e Polonia. L’Italia è anche il paese con l’età mediana più elevata: 48,4 anni, mentre in Irlanda, Lussemburgo e Cipro siamo sotto i 40.
L’Europa che invecchia: la spesa per gli anziani e il primato italiano
Se aumenta la popolazione anziana, parallelamente aumentano i bisogni e di conseguenze la spesa necessaria per soddisfarli. Come anticipato, in media, l’Europa spende per gli anziani il 10% del Pil: l’Italia in questo caso detiene un positivo primato, con il 13,7% del Pil dedicato a loro.
Ma dove vanno questi soldi? Sono destinati a quegli interventi di spesa pubblica necessari per garantire standard di vita dignitosi a questa fetta di popolazione. Parliamo quindi innanzitutto di pensioni per la vecchiaia, ma anche di infrastrutture e servizi sanitari e socio-assistenziali, strutture per anziani non autosufficienti.
Dopo l’Italia, seguono Finlandia, Austria e Francia (sopra il 13%). Ultima invece l’Irlanda (3,1%). Solo in Grecia si è verificato un calo, benché lieve: -3,3%.
La “dipendenza” dell’Europa che invecchia
Tanti anziani, tanti bisogni, soprattutto quando i figli non ci sono, o sono lontani. Lo hanno rivelato i risultati dell’Ehis, la European health interview survey, con cui Eurostat ha misurato in più momenti le necessità della popolazione anziana in Europa. I dati si riferiscono al numero di persone di oltre 65 anni che hanno dichiarato di necessitare di assistenza per svolgere compiti di cura personale o domestici. Sono considerate solo le persone che hanno riportato difficoltà gravi.
In Lussemburgo quasi tre quarti degli anziani ha dichiarato di non ricevere sufficiente assistenza. Seguono Croazia e Finlandia con quote superiori al 70%. L’Italia, con il 44,2%, è leggermente al di sotto della media Ue (46,6%). Ultime invece Lettonia e Paesi Bassi, dove meno di un quarto degli over 65 dichiara di aver bisogno di assistenza. Sono dunque tanti, in tutta Europa, gli anziani che chiedono attenzione e supporto: di questa realtà, dovranno farsi carico i parlamentari neoeletti.
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