Giulio Cavara è il titolare dello storico hotel di Verona ‘Giulietta e Romeo’. Ha ricevuto il curriculum di Walter Agostini e lo ha contattato per un colloquio conoscitivo. «L’età non deve essere una discriminante nel mondo del lavoro. I miei collaboratori hanno dai venti ai cinquanta anni» dice a 50&Più
«Oltre la sensibilità personale, è una scelta obbligata valutare i curriculum a prescindere dall’età anagrafica». A parlare è Giulio Cavara, titolare dell’hotel ‘Giulietta e Romeo’ e presidente di Federalberghi Verona. Se da un lato ci sono aziende che puntano all’assunzione di giovani da formare, dall’altra ci sono realtà lavorative che premiano l’esperienza e portano avanti valutazioni ad ampio raggio. L’albergatore veronese è tra questi.
«Il mercato del lavoro, soprattutto nel settore terziario, ha grandi difficoltà a reperire personale. Un imprenditore deve fare valutazioni a trecentosessanta gradi. Per quanto riguarda noi e la nostra storia, ci siamo sempre trovati bene ad assumere giovani e persone con qualche anno in più di lavoro sulle spalle, con storie anche travagliate. In tanti si sono ritrovati a cercare un lavoro in età avanzata perché un’azienda ha chiuso. Bisogna essere capaci di valutare in maniera intelligente tutte le proposte che si ricevono e decidere poi di assumere il profilo più confacente alle mansioni da svolgere, senza tenere conto degli anni. I miei collaboratori hanno tra i venti e i cinquant’anni, è un ventaglio che rappresenta tutte le età e ognuno di loro svolge in maniera egregia il proprio compito. Il nostro albergo ha più di un secolo di storia, io lo gestisco da trentacinque anni e le assicuro che di cambiamenti in questi decenni ce ne sono stati tanti nel mondo del lavoro. La pandemia, per citare l’ultimo avvenimento, ne ha cambiato moltissimo il mercato del lavoro: il nostro settore è rimasto completamente fermo, e tenga conto che le attività come la nostra non avevano mai chiuso un solo giorno prima di allora. In tanti, trovandosi disoccupati, si sono poi concentrati su altri impieghi diversi da quello del turismo e, quando la pandemia è finita, sono rimasti sui nuovi lidi. Pertanto, ad oggi, il nostro settore ha fame di personale. No, non penso di essere più bravo degli altri ad aver dato un’opportunità di lavoro a una persona che ha cinquantacinque anni, penso più in generale che il settore alberghiero si sia aperto a una visione ampia. In questo ambito c’è posto per tutti, anche per chi vanta un’esperienza diversa e ha un’altra storia».
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