Le temperature in costante aumento provocano un uso massiccio dell’aria condizionata, negli uffici e nelle abitazioni private. Anche nelle attività commerciali e ricettive. Quali sono le conseguenze a breve e lungo termine che questo utilizzo può avere sull’ambiente? Ma non solo sull’ambiente. Le ripercussioni, infatti, si registrano anche in ambito economico e sociale, soprattutto in Paesi già gravati da condizioni di povertà. A dimostrarlo sono gli studi condotti presso le università californiane e tedesche.
L’estate più calda degli ultimi due secoli
Le temperature degli ultimi due mesi hanno fatto registrate punte elevate fino a toccare i 40°. In alcuni casi queste temperature sono state abbondantemente superate come in Sicilia dove si è arrivati a raggiungere un record impressionante con 48.8°. “Settimane di afa per una delle estati più calde degli ultimi duecento anni” sentenziano gli esperti meteorologi. Regista del caldo torrido è Lucifero, l’anticiclone africano che ha messo in ginocchio la nostra Penisola. Anche al settentrione, in Pianura Padana, e che ha reso necessario l’utilizzo dell’aria condizionata e dei ventilatori, costringendo anziani a casa nelle ore più calde della giornata.
I consumi nel 2016 e la proiezione nel 2050
Già nel 2016, stando a quanto si apprende dalla lettura di un rapporto redatto dall’Agenzia Internazionale per l’Energia, l’uso di ventilatori e condizionatori ha contribuito a favorire il 10% dei consumi energetici mondiali. Lo studio è ripreso dal quotidiano di informazione economica e politica di lingua inglese – The Economist -. Alla luce di questo dato e nelle stesse pagine della ricerca, è facile desumere come entro il 2050 si assisterà a un aumento dei consumi, fino a tre volte maggiore di quello registrato nel 2016.
La ricerca di International Energy Agency
“In questi giorni la principale preoccupazione per l’aria condizionata (AC) è il suo costo ambientale. Un rapporto del 2018 dell’International Energy Agency, un think-tank energetico con sede a Parigi, ha rilevato che le unità CA e i ventilatori elettrici hanno consumato quasi il 10% dell’elettricità globale nel 2016. Solo l’8% dei 2,8 miliardi di persone che vivono nelle parti più calde del il mondo (luoghi in cui la temperatura media giornaliera è superiore a 25°C) possedeva unità AC cinque anni fa, ma si prevede che tale percentuale aumenterà rapidamente” si legge sulle pagine di The Economist.
Aumento delle temperature fino a 0,4° C
Non solo: “Anche il consumo di energia della corrente alternata aumenterà: l’Aie prevede che triplicherà entro il 2050. Ciò comporterà un aumento delle emissioni di anidride carbonica e gas serra come gli idrofluorocarburi, utilizzati come refrigeranti nelle unità di climatizzazione e possono disperdersi nell’atmosfera. Le Nazioni Unite stimano che se gli idrofluorocarburi non vengono eliminati gradualmente, potrebbero causare un aumento delle temperature fino a 0,4°C in più entro il 2100”.
Il divario economico tra Paesi
Infine, Science Direct riporta uno studio condotto da Global Environmental Change. La ricerca evidenzia le conseguenze sociali ed economiche dell’utilizzo dell’area condizionata e paragona due paesi: la Cina e il Pakistan. Nel primo caso ci sarà una maggiore disponibilità economica ad acquistare e usare l’aria condizionata. Invece, nel secondo caso, invece, tra le famiglie a basso reddito solo il 5% potrà usufruirne.
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