Zona gialla? Non per tutti. Gli anziani nelle Rsa e nelle case di riposo, infatti, continuano a vivere, da più di un anno ormai, in una perenne zona rossa.
Ad accendere i riflettori su questo aspetto è la Comunità di Sant’Egidio che, sulla base di un’indagine svolta in 237 RSA e case di riposo in 11 città e 10 regioni, ha documentato proprio la situazione di isolamento rigido, frustrante e dannoso a cui è sottoposta, senza sosta, questa fascia della popolazione. I due terzi degli anziani che vivono in queste strutture, infatti, non hanno avuto più alcun contatto con familiari e volontari. Una condizione critica e pesante, che accentua l’isolamento e, a volte, può portare anche a togliere la voglia di vivere.
«Non vedendo più il marito e la figlia si è lasciata andare ed è deperita sempre più»; «Quanti anni sono passati dall’ultima visita?»; «Mia figlia si parcheggia accanto alla recinzione e parliamo da dietro le sbarre». Sono solo alcune delle drammatiche testimonianze che sono state raccolte tra gli anziani.
I dati emersi dallo studio: un isolamento generale
L’indagine evidenzia che il 64% delle strutture esaminate ancora oggi non consente alcun tipo di visita ai propri ospiti. Solo nel 15% dei casi è possibile incontrare amici e volontari. Anche il servizio videochiamate, che rappresenta un’offerta dai costi accessibili e di facile realizzazione, è attivo solo in meno della metà delle strutture.
E le “stanze degli abbracci” di cui si è tanto parlato negli ultimi mesi? In realtà sono presenti in meno del 20% delle strutture.
Nel 61% dei casi, agli ospiti è impedita ogni tipo di uscita, anche quella per effettuare esami medici specialistici. Sembrerebbe anche che non venga fornita neppure l’assistenza religiosa, che dovrebbe essere un diritto, e invece viene negato nel 65% dei casi.
La Comunità di Sant’Egidio chiede che vengano presi dei provvedimenti immediati, in primo luogo ripristinando subito i diritti negati. È necessario poi avviare una “riconversione” delle attuali strutture verso un modello di assistenza che consenta alle persone di essere curate e sostenute sul territorio, a casa propria. E, per avvalorare questa proposta, porta l’esempio dell’esperienza di Sant’Egidio, da anni impegnata in progetti come le case alloggio, le case famiglia, l’assistenza domiciliare e il monitoraggio di vicinato.
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