Milano 2035 offre varie opportunità abitative ai giovani che cercano casa. Residenze che ospitano giovani e anche famiglie e persone con fragilità, alloggi privati in convivenza intergenerazionale con pensionati autosufficienti, appartamenti in edifici popolari. Ma non solo! Si parla anche di riciclo e riuso.
Abitare insieme ad altre persone e ad altre generazioni, rendersi utili per la propria comunità, riparare e riciclare ciò che altrimenti andrebbe buttato. Sono solo alcuni degli obiettivi di Milano 2035. Il progetto che offre a studenti e giovani lavoratori alloggi a prezzi moderati proponendo un nuovo modo di abitare. Un’iniziativa che si basa sulla condivisione e la solidarietà tra abitanti e vicini di casa. L’Abitare Collaborativo, infatti, permette ai giovani di sentirsi parte di una comunità, anche se si è arrivati da poco in città, anche quando parenti e amici sono lontani. Il principio è piuttosto semplice e consiste nell’impegnare alcune ore della settimana in attività che valorizzano le competenze e gli interessi dei giovani offrendo servizi utili alla vita del quartiere: pranzi sociali, corsi, assistenza compiti per ragazzi, cura dell’orto.
Abitazioni intergenerazionali grazie a Milano 2035
La più celebre tra le soluzioni proposte è senz’altro “Prendi in casa”. Un progetto di abitare solidale che vede protagonisti i residenti meneghini ed i giovani fuori sede. I senior, infatti, aprono le porte della propria casa a un giovane, accudendolo come se fosse un nipote. Un’idea avviata già da tempo dall’Associazione MeglioMilano, che propone alloggi a prezzi accessibili a tutti coloro che accettano di buon grado una forma di coabitazione basata sulla solidarietà. Non ci sono limiti di età né di estrazione sociale: studenti o lavoratori, ragazzi o ragazze, italiani o stranieri, di qualunque età.
La quota mensile si aggira intorno ai 250 euro e i vantaggi sono duplici. I “nonni acquisiti”, da parte loro, trovano una compagnia e stimoli per rimanere attivi. Mentre gli ospiti riescono a vivere nel capoluogo lombardo senza esser costretti a tirar fuori cifre esorbitanti. Il patto di coabitazione non prevede obblighi di assistenza reciproca. Ciò che è richiesto è una mano nelle pulizie domestiche e un minimo di socialità. Consumare i pasti insieme o prendersi il tempo di un caffè per ascoltarsi a vicenda è più che sufficiente. Durante il tempo di convivenza, l’associazione monitora la situazione e rimane sempre a disposizione per eventuali necessità o criticità.
Lab Barona, il Repair Cafè di Milano 2035
Se si parla di solidarietà e cooperazione, poi, non si può certo trascurare Lab Barona, il primo Repair Cafè di Milano. Un luogo dove andare se si è amanti del riciclo e del riuso e, soprattutto, se si vuole stare in compagnia. Varcate le porte del laboratorio, infatti, è possibile sistemare e dipingere un mobile, farsi aiutare per riparare un elettrodomestico rotto, donare gli oggetti che non servono più, insegnare l’arte del bricolage o condividere idee. La filosofia che guida il progetto è solo una: imparare a riparare le cose che si hanno per produrre meno rifiuti, risparmiando e salvaguardando l’ambiente. Allora perché non farlo in compagnia?!
L’idea dei Repair Cafè è nata circa dieci anni fa in Olanda e oggi si stanno diffondendo dappertutto. L’obiettivo è quello di fornire uno spazio aperto al quartiere e alla città, dove si possono sviluppare esperienze di condivisione e collaborazione, legate al tema del riuso, della riparazione e del riciclo di oggetti. Per farlo si ha libero accesso a beni materiali come spazio, arredi, attrezzi per il fai-da-te e a risorse immateriali quali connessione digitale, tempo, relazioni, competenze e incontri con cittadini e volontari.
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