Da pioniere dello Spazio a eroe nazionale, Jurij Gagarin nel 1961 è stato il primo uomo ad andare nello spazio. La sua morte nel 1968, in un incidente aereo, è ancora avvolta nel mistero
Il 27 marzo 1968, Jurij Gagarin, il primo uomo nello spazio, perde la vita in un tragico incidente durante un volo di addestramento. Il suo MIG-15-UTI, con a bordo anche l’istruttore di volo Vladimir Serjioghin, precipita nella regione di Vladimir. A distanza di 50 anni dall’incidente, le cause rimangono avvolte nel mistero, e una parte del dossier di indagini è ancora secretata. La combinazione di segretezza sovietica, contraddizioni nelle versioni ufficiali, l’importanza di Gagarin e la mancanza di prove definitive ha contribuito a creare un clima di sospetto e a alimentare le teorie del complotto sulla sua scomparsa.
Il mistero della morte
Un’ipotesi accreditata è quella di Arsenij Mironov, membro della commissione d’inchiesta sovietica, che ha attribuito l’incidente ad un errore del controllore di volo militare addetto ai radar. Questi non avrebbe rilevato un altro MIG-15-UTI in rotta di collisione e un comando errato dato a Gagarin avrebbe portato alla manovra fatale. Alexei Leonov, un altro cosmonauta sovietico, ha invece ipotizzato che l’incidente sia stato causato dal vortice di scia di un aereo supersonico SU-15 nelle vicinanze. Leonov afferma di conoscere l’identità del pilota dell’SU-15, ma di aver promesso di non rivelarla. Queste teorie, insieme al velo di segretezza che ancora avvolge l’incidente, contribuiscono a mantenere vivo il mistero sulla morte di Jurij Gagarin.
Cosa disse Jurij Gagarin nello Spazio
Nel suo libro “La via per il cosmo” (pubblicato nel 1961) scrive: “leggevo molto per recuperare il tempo perduto nella mia infanzia, e come tutti ero affascinato da Jules Verne e Conan Doyle”. Nel 1957 inizia formalmente la corsa allo Spazio tra Usa e Urss. Dopo il fallimento del razzo americano Vanguard (6 dicembre 1957) esploso dopo il decollo, i Sovietici sono in vantaggio. Il 12 aprile 1961, Jurij Gagarin divenne il primo uomo a viaggiare nello spazio, compiendo un’orbita completa intorno alla Terra a bordo della navicella Vostok 1. Il volo durò 108 minuti, durante i quali Gagarin si limitò a comunicare via radio e a mangiare, per verificare le reazioni del corpo umano in assenza di gravità. Dalla navicella trasmette a terra: “Il cielo è molto nero, la Terra azzurra. Vedo tutto molto chiaramente”.
Dall’infanzia alla leggenda
Jurij Gagarin era nato nel 1934 a Klusino, in un piccolo villaggio a 200 km da Mosca, da padre falegname e madre contadina. Da bambino, aveva partecipato come tutti i russi alla resistenza contro i tedeschi bucando le gomme dei camion nemici. Dopo la guerra aveva intrapreso con successo gli studi scientifici, appassionandosi alla fantascienza. Grazie alla sua carriera di pilota e alle sue capacità era stato selezionato per l’avventura spaziale, che ne aveva fatto il simbolo del regime sovietico. La morte improvvisa di Sergei Korolev, suo mentore, lo aveva emarginato dai programmi spaziali. Ottiene il permesso di tornare a volare sui caccia, ma nel 1968 muore in un incidente aereo nei cieli russi. Le cause dell’incidente rimangono controverse ed è l’inizio del giallo.
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