Il ritrovamento in Friuli di un branco di dinosauri riscrive la (prei)storia dell’area mediterranea.
Il sito paleontologico del Villaggio del Pescatore, a pochi chilometri da Trieste, ha restituito i resti – in ottimo stato di conservazione – della specie Tethyshadros insularis, un dinosauro erbivoro di almeno 5 metri, che ad oggi rappresentano i più grandi e completi fossili di dinosauro mai rinvenuti in Italia. Gli scavi hanno portato alla luce anche un intero ecosistema: calchi di pesci, coccodrilli, rettili marini e persino piccoli crostacei attualmente esposti al Museo Civico di Storia Naturale del capoluogo triestino.
La scoperta di per sé sarebbe già eccezionale, se non fosse che ha catalizzato l’interesse degli studiosi anche per un altro motivo. Dall’analisi delle strutture ossee risulta che il branco fosse composto da individui di età diverse, destinati a raggiungere da adulti dimensioni ragguardevoli. Questo fa decadere la tesi precedente secondo la quale il Tethyshadros italiano fosse una specie nana, adattatasi (come si ritiene sia accaduto con gli elefanti nani in Sicilia) alle dimensioni ridotte dell’area del Villaggio dei Pescatori, che per i geologi costituiva solo una delle tante isolette che costituivano allora l’Italia. Un vasto e frastagliato arcipelago tropicale (i cui abitanti non potevano perciò raggiungere dimensioni eccessivamente ragguardevoli) emerso dall’Oceano Tetide, il grande bacino di acqua salata che divideva i primi blocchi continentali di Europa e Asia, e di cui ancora oggi si conservano tracce sul fondo del mar Ionio.
Solo oggi, comparando i dati geologici dello scavo con gli scheletri dei Tethyshadros ritrovati, i ricercatori hanno potuto stabilire l’età di questi grandi rettili: circa 80 milioni di anni fa (il cosiddetto Cretaceo), esattamente 10 milioni di anni prima di quanto si riteneva in precedenza. Nel periodo d’oro dei dinosauri, dunque, l’area del Villaggio del Pescatore era grande abbastanza da fungere da collegamento tra l’Europa occidentale e l’Asia. Ciò significa che l’antico Mediterraneo (di cui faceva parte l’Italia) non era caratterizzato solo da isole, ma anche da ampie zone emerse, corridoi migratori per i giganti terrestri.
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