Jane Fonda ne ha fatto la sua bandiera. La Life Review o Terapia della Reminiscenza è sempre più in voga tra i senior negli States.
In cosa consiste la Life Review Therapy
La Life Review – che tradotto vuol dire “revisione della vita” – si fonda sulla naturale tendenza dei senior a rievocare il proprio passato. Qui “i ricordi” assumono una grande importanza. In numerose interviste, infatti, l’attrice ha dichiarato: «Se oggi mi sento così bene è perché ho scoperto ciò che viene chiamata Life Review che mi ha permesso di andare indietro nel tempo alla ricerca di me stessa». Racconta infatti di aver riflettuto sulla ragazzina che è stata, di aver ricostruito l’immagine dei suoi genitori – sebbene entrambi scomparsi da tempo – attraverso la memoria e le parole di chi li ha conosciuti.
Il riscatto
Il passaggio principale? Eccolo secondo Jane Fonda: «L’aver scoperto che il loro comportamento, spesso, non aveva niente a che fare con come io fossi. Era frutto delle loro personali esperienze ed esserne consapevoli aiuta a perdonarli per i loro errori e, in qualche modo, a perdonare se stessi».
Le ragioni di una scelta: aderire a come ci si sente
Un percorso, quello sulle risorse mnesiche residue, volto a recuperare esperienze emotivamente piacevoli elaborando quanto di spiacevole accaduto. Un’apertura, quella di Jane Fonda, al proprio intimo che si intreccia con le scelte attuali.
In molti, infatti, pur riconoscendole ogni merito artistico e di dinamismo sociale e politico, le puntano il dito contro a causa dei ritocchi estetici cui ha sottoposto il suo volto: «Non ne ho mai fatto mistero – ha detto in più occasioni -, ma ho anche indagato le ragioni di questa mia scelta». E se da un lato ammette di sentirsi bene spiritualmente – non riconoscendosi invece nell’immagine invecchiata di se stessa allo specchio -, dall’altra, ha patito il rapporto con un padre piuttosto attento alla forma.
Lavorare sui ricordi
Perciò, pur confessando di ammirare profondamente l’attrice britannica Vanessa Redgrave – «meravigliosamente in grado di portare sullo schermo il proprio volto invecchiato» -, ammette di non essere tanto coraggiosa da fare lo stesso. «Il messaggio che ho introiettato crescendo è che, se non sei perfetta, non sarai amata».
Ecco perché ha avuto bisogno di lavorare sui propri ricordi. Un cammino piuttosto naturale, specie se si è in là con gli anni, indispensabile per creare un ponte tra presente, passato e futuro per interpretare e vivere meglio la realtà quotidiana.
Le figure genitoriali
Suo padre – racconta ancora Fonda – non faceva che farle notare, anche in modo indiretto, quanto lei fosse inadeguata fisicamente. «Queste valutazioni, mi fecero rendere conto di quanto fossi oggettificata. Non era una persona cattiva, ma la vedeva così. E con mio fratello faceva lo stesso: non voleva fosse mammone, doveva essere sempre forte, mai piangere».
Insomma, per andare a genio a Henry Fonda, bisognava aderire a un canone. Eppure: «Nella vita – non smette di sottolineare Jane – possono toglierti tutto, ma non la libertà di decidere come reagire a una situazione».
E a quanto sembra, alla fine, anche l’attrice americana ha fatto pace con se stessa e con la sua storia.
(Foto apertura: Denis Makarenko/Shutterstock.com)
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