Jane Asher è inglese, è nata nel 1931, figlia di una ballerina e di un soldato della Prima Guerra Mondiale. Fin da piccola ha amato l’acqua e il nuoto, facendoli diventare successivamente due elementi imprescindibili delle sue giornate.
L’amore per il nuoto fin da bambina
Jane Asher ha 89 anni e tutti la chiamano “Super Gran” (super nonna), un appellativo che si è guadagnata con i grandi successi raggiunti nel nuoto. Il suo successo, però, è arrivato in età adulta, come racconta nel podcast di Zestful Aging. «Da bambina non ho mai partecipato a gare di nuoto nonostante mi piacesse molto. Poco dopo è scoppiata la Seconda Guerra Mondiale e non c’era più tempo di pensare a queste cose. Crescendo mi sono concentrata sullo studio e mi sono laureata, poi ho conosciuto mio marito e sono arrivati i figli. Ed è stato in quel momento che ho riscoperto la mia passione per il nuoto». Jane, infatti, ha iniziato a insegnare nuoto ai bambini nella piscina della sua città e ha ricominciato ad allenarsi insieme a loro, ritrovando l’amore per l’attività natatoria.
Il nuoto per combattere il dolore
«Un giorno un collega mi ha visto in vasca e mi ha spiegato che, come allenatrice, avrei potuto gareggiare nella categoria Masters riservata agli adulti. Avevo 50 anni. Così ho iniziato ad allenarmi con costanza e a 60 anni ho fatto il mio debutto». Un momento che per la signora Asher ha significato molto. Poco prima di quella gara, infatti, è rimasta vedova e nuotare le è servito anche ad affrontare la sua perdita. «Ero triste e non mi impegnavo abbastanza: nuotavo principalmente per alleviare il dolore. Ho partecipato a questa gara, a Londra, senza sapere bene cosa avrei dovuto fare e ho perso. Lì ho capito che avrei dovuto fare di più».
I successi nella categoria Masters
Così Jane ha cominciato a cronometrarsi, giorno dopo giorno, battendo i suoi record personali e migliorando la propria tecnica. «Ho iniziato a mettere in pratica quello che insegnavo ai bambini, ma tenevo conto anche della mia età. Sapevo di dovermi allenare gradualmente e di dover essere cauta nell’entrata e nell’uscita dall’acqua per evitare di sforzare eccessivamente il cuore e non avere capogiri». Da quel momento, gara dopo gara, Jane è diventata una leggenda vincendo ventidue medaglie d’oro ai campionati mondiali Masters e battendo un centinaio di record. Nel 2006 è stata introdotta anche nella International Swimming Hall of Fame, il museo della storia del nuoto che si trova in Florida, mentre nel 2018 ha ricevuto la medaglia dell’Impero britannico.
E quando le chiedono come fa a gareggiare ancora nonostante la sua età lei ride divertita: «In questi anni ho subìto due interventi alle anche, ma non mi sono fermata. Aspetto con ansia il prossimo anno per gareggiare anche a 90 anni!».
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