Dopo anni di segnali negativi, finalmente la pratica delle donazioni ha ricominciato a registrare numeri in ascesa nel nostro Paese. Ad affermarlo è una nuova ricerca, Noi doniamo, realizzata dall’Istituto Italiano della Donazione.
Negli ultimi dieci anni il settore aveva assistito a consistenti passi indietro, scendendo da un iniziale 30% ad un preoccupante 18%. Ora però il +18,8% rilevato nel 2018 consente di tirare un sospiro di sollievo. Grazie alle indagini che hanno fatto il punto della situazione – tra cui quelle dell’Istat, Bva Doxa e Gfk Italia -, è stato possibile analizzare il tutto sotto vari punti di vista: donazione monetaria, volontariato e donazioni biologiche.
Passando ai numeri: nel 2018 ben 7,65 milioni di italiani (108mila in più rispetto al 2017) – pari al 14,5% della popolazione dai 14 anni in su – hanno effettuato almeno una donazione in denaro. In lieve ascesa anche l’universo del volontariato: solo nel mondo delle associazioni si è passati dai 5,47 milioni del 2017 ai 5,54 milioni del 2018.
Cresce anche il settore delle cosiddette “donazioni biologiche”. Il Centro Nazionale Sangue ha riscontrato un’inversione di tendenza che, seppur lieve, ha fatto registrare un +0,2%. Sempre nel 2018, circa 1,6 milioni di italiani hanno donato sangue almeno una volta e il 92% di questi è iscritto ad associazioni del settore.
Com’è il donatore tipo e che età ha?
In via generale, è un lavoratore attivo (61%), con un’età compresa tra i 45 e i 54 anni, ma è piuttosto consistente anche la percentuale degli over pensionati: sono il 28%. È interessante segnalare che, in entrambe le categorie, prevale il sesso femminile, rispettivamente nella misura del 50% e del 17%. Analizzando a fondo le classi d’età dei donatori, troviamo percentuali di tutto rispetto tra gli over che hanno versato denaro ad almeno un’associazione di volontariato. Senza soffermarci sulla distinzione di genere, tra i 55-59enni si è registrato un buon 18,7%; tra i 60-64enni un 19,8%; un 18,3% tra i 65-74enni e, infine, nella fascia 75 anni e oltre, un 12,6%.
Come sono distribuiti?
A livello territoriale, la Lombardia, il Veneto, la Valle d’Aosta, il Friuli-Venezia Giulia, l’Emilia Romagna e la Toscana registrano tassi di donatori che si attestano tra il 19 e il 20%, ma il record spetta alle province autonome del Trentino-Alto Adige con un + 29%. Ancora piuttosto lontani da queste statistiche, invece, il Meridione e le Isole.
Il fine delle donazioni
La motivazione principale che spinge a donare è la volontà di investire nella salute e nella ricerca medica, tant’è che – nel 2018 – il 71% delle organizzazioni operanti nel settore ha visto la propria raccolta fondi stabile o in crescita. A notevole distanza si attestano il sostegno alla disabilità, le misure emergenziali e di protezione civile, la tutela dell’ambiente e degli animali, ecc.
Ma se a fronte di una donazione c’è sempre una motivazione, è altrettanto vero che anche chi si astiene dal donare abbia le sue ragioni. Tra queste spicca la mancanza di fiducia nelle organizzazioni no profit e/o la scarsa trasparenza sull’uso dei fondi. Ovviamente c’è anche chi non ha sufficienti disponibilità economiche (22%) o si dichiara contrario alla pratica della donazione (17%).
Le forme di donazione
Il contante resta lo strumento di versamento preferito, immediatamente seguito dal tradizionale bollettino postale. La donazione online è ancora un’opzione secondaria, anche se è in lieve aumento. Una modalità che deve ancora decollare è quella dei lasciti testamentari: solo un 3% ha provveduto a redigere un apposito testamento e un ulteriore 9% si è dichiarato propenso a farlo. Tuttavia, è un ambito che promette espansione grazie ad una consapevolezza sempre più crescente. Nel 2018, infatti, il 58% degli ultracinquantenni ha dichiarato di essere a conoscenza di questa forma di donazione, contro il 57% del 2017 e il 52% del 2016.
Infine, vale la pena soffermarsi su un ultimo dato che stavolta riguarda donazioni in termini di tempo. A fronte di un impegno mensile di 20 ore, infatti, è stato stimato che ogni anno i volontari offrono ben 2 miliardi di ore per aiutare chi ne ha bisogno.
Un bel fiore all’occhiello per il nostro Paese.
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