È un’Italia sempre più digitale quella dell’ultimo Rapporto Auditel-Censis, aumentano i dispositivi connessi, ma gli over 65 restano fuori dal trend.
A quasi tre anni ormai dall’inizio della pandemia, in Italia sembriamo essere più “connessi”. Il distanziamento fisico, il lavoro a distanza, l’incentivazione dei servizi digitali hanno innescato un processo che va avanti sì “a strappi”, ma intensificandosi sempre più.
Secondo gli ultimi dati del 5° Rapporto Auditel-Censis, La transizione digitale degli italiani – Dal boom degli schermi connessi alla banda larga, procediamo verso la modernità, con l’87,2% delle famiglie – cioè la stragrande maggioranza – che dispone ormai nella propria abitazione di almeno un dispositivo connesso, al di là di una tv tradizionale o smart.
Entrando ancora più nello specifico, quasi 5 milioni di famiglie possono persino vantare un “kit tecnologico completo” in cui fanno bella mostra una smart tv, uno smartphone, un computer e un tablet. La pandemia, dicevamo, ha velocizzato il processo di acquisizione del digitale e «le velocizzazioni – come ha spiegato Giuseppe De Rita, presidente del Censis – sono legate alle crisi, soprattutto società che vivono uno stato di latenza, come quella italiana, hanno spesso bisogno di uno choc».
Schermi, connessione e banda larga: il “mantra” degli italiani negli ultimi 5 anni
È una rivoluzione, quella della connettività, che da qualche anno si fa ormai a colpi di “schermi”, cioè di dispositivi presenti nei nuclei familiari degli italiani. Nel 2017 erano 111 milioni, secondo il Rapporto Auditel-Censis. Oggi hanno toccato quasi quota 120 milioni.
Un bel salto in avanti, quindi, che delinea una media di cinque device a famiglia. Ma in questi cinque anni non c’è stata solo una pacifica invasione di tecnologia, trainata dalla situazione contingente.
Ma è cambiata anche la tipologia di apparecchi, con un aumento netto di quelli connessi, passati da meno di 74 milioni nel 2017 ai circa 93 milioni e 200 mila di oggi. In appena un lustro, spinti soprattutto dalla pandemia, sono cresciuti di quasi 20 milioni. E più dispositivi vuol dire più connessione: allo stato attuale 9 famiglie su 10 sono collegate al web.
Tradotto in numeri questo vuol dire un totale di circa 21 milioni e mezzo di famiglie. Paragonando la situazione con un passato recente – erano 20 milioni nel 2017 – l’incremento è stato di circa un milione e mezzo.
Banda Larga, un bene di prima necessità ma non per gli over 65
La crescente adesione alla Banda Larga – altro aspetto che emerge dal Rapporto – fa ormai comprendere che siamo sempre più di fronte ad un bene di prima necessità che non ad un semplice accessorio.
Nel nostro Paese, a vivere in una zona coperta dalla Banda Larga, è il 61,7% delle famiglie mentre circa il 60% dispone di una connessione mobile. Numeri importanti, ma come ha sottolineato anche Mauro Nicastri, presidente di Italian Digital Revolution – AIDR, resiste una zona d’ombra. Ancora oggi ci sono 2 milioni e 300.000 nuclei familiari, in cui vivono circa 3 milioni di individui. Si tratta soprattutto di over 65 – che non sono connessi.
Dal 2008 ad oggi le uniche voci di spesa che sono cresciute – continuando a farlo anche nel corso della pandemia – sono state proprio quelle legate all’acquisto di computer, smart tv, smartphone e accessori. Eppure, continuano a gravitare fuori da questa modernità migliaia di nuclei familiari che non dispongono di alcun device. Inoltre, quasi 2 milioni di famiglie dispongono soltanto di una TV lineare e non hanno smartphone. Da questo punto di vista i fondi del PNRR possono rappresentare una possibile soluzione, un’opportunità per recuperare il gap esistente nei prossimi anni.
L’adozione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione da parte degli anziani è un ambito di ricerca consolidato in Paesi come Stati Uniti d’America, Regno Unito, Paesi Scandinavi. In questi la penetrazione domestica di Internet è avvenuta precocemente e rapidamente, coinvolgendo in modo significativo anche gli strati più anziani della popolazione. In Italia continuiamo ad essere fanalino di coda, rispetto a molte altre realtà.
Staremo a vedere. Il Grey Digital Divide continua ad essere un muro non solo che divide ma che non consente ad un’intera generazione di fruire dei vantaggi concreti della tecnologia.
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