Gli Italiani resistono al Coronavirus ma – come dimostrano le loro abitudini in emergenza – qualcosa comincia un po’ a scricchiolare. A evidenziare questa situazione di luci e ombre, specchio del clima di insicurezza del periodo, è un’indagine condotta su un campione di 4.000 pazienti di tutte le età dal Centro Medico Santagostino, una rete lombarda di poliambulatori operante nelle zone più colpite dal Covid-19.
Se il maggior tempo che abbiamo a disposizione dovrebbe favorire il perseguimento di abitudini più salutari, soprattutto per ciò che concerne l’attività fisica e l’alimentazione, appare meno favorito il profilo psicologico. Data anche la durata consistente del periodo di isolamento che stiamo vivendo.
L’emergenza e le nuove abitudini per cibo e movimento
«Lo stile di vita – afferma il dottor Paolo Toniolo, specialista in igiene e medicina preventiva e medico di medicina funzionale del Centro Medico Santagostino – è un nostro alleato fondamentale per stare in salute. In questa fase di emergenza rischiamo, con sedentarietà, stress e abitudini alimentari scorrette, di costruire condizioni di mancanza di salute future che ci espongono all’insorgere di patologie croniche. Anche in questa situazione di emergenza, si può lavorare per costruire le condizioni per stare bene, sani, avere forza e vigore, in un’ottica di prevenzione».
Secondo l’indagine del Santagostino l’attività fisica presenta – anche per forza di cose – un certo rallentamento: quasi 1 intervistato su 3 (il 30% del campione) sostiene infatti di non riuscire a fare alcuna attività, mentre il 38% si sente “fuori allenamento”. Il 35% degli intervistati ha persino dichiarato di “non riuscire a fare nulla”. Dall’altra parte, circa 1 intervistato su 4 (il 26%), pensa di riuscire a sentirsi in forma quanto prima, pur essendo molto bassa (14%) la percentuale del panel che si allena tutti i giorni.
Non bisogna trascurare il fatto che, avendo più tempo per cucinare, si può essere più attenti a ciò che si mangia. E infatti 6 intervistati su 10 dicono di farlo. Purtroppo però il restante 40% afferma di essere meno concentrato su tale aspetto rispetto alla fase precedente il lockdown. Una importante coincidenza poiché corrisponde con il dato sull’incremento di peso che è rimasto stabile per il 60% degli intervistati.
Tranne che per le donne in smart working con figli a casa, per oltre il 35% del campione il confinamento a casa ha agevolato la voglia di sperimentare nuove abilità in cucina: pizza, focacce e torte sono entrate a far parte delle attività quotidiane e il 34% ha effettivamente ridotto il consumo di cibo industriale a favore di quello home made. Come dimostrerebbe anche il dato quantitativo degli acquisti di farine, lieviti e uova: è decollato nelle strutture della distribuzione.
Ansia e stress: sotto controllo ma con fatica
In generale, ansia e stress sembrano essere abbastanza sotto controllo nella maggior parte del campione (oltre il 50%), anche se 1 italiano su 4 (25%) si sente molto più stressato e in ansia di prima. Le emozioni negative come paura, malinconia, rabbia e tristezza, nella scala da 1 a 5 vedono una prevalenza degli stadi intermedi (3). Nessun aumento eclatante, quindi, ma siamo (forse) tutti più esposti all’emotività. Sonno più tormentato per il 16% del campione.
Un ultimo dato fa riflettere sullo stadio di insofferenza che stiamo sviluppando: il 40% del campione fa molta fatica a staccare dalla quotidianità e a rilassarsi e solo il 12% dice di riuscire a farlo facilmente.
Per lo psichiatra Stefano Porcelli, anche lui coinvolto nel sondaggio, ciò significa che «viviamo in un costante stato di allerta che non ci permette di allentare la tensione e una generale forma di malessere ha iniziato ad accompagnare le nostre giornate, anche per chi continua a resistere e si sente bene».
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