In tempi di Covid-19 le vacanze per noi italiani sono diventate un miraggio. Durante il lockdown, per viaggiare – oltre alla fantasia – abbiamo ricorso molto alla tecnologia. Ad esempio, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, grazie al Gran Virtual Tour, ci ha consentito di visitare a distanza le bellezze del nostro Paese.
Abbiamo anche fatto la conoscenza ravvicinata della cosiddetta Gamification per alcune destinazioni e nei musei. È avvenuto, ad esempio, con i videogame Father and son per il Museo Archeologico di Napoli e Beyond Our Lives per scoprire la Toscana e le terre etrusche. In molti casi il gioco è diventato anche coinvolgimento e ispirazione realistica del luogo.
Fuori dal Belpaese, solo per citare due iniziative, dalla California è stata offerta l’occasione per degustare virtualmente i vini con i nostri enologi preferiti e Airbnb ha messo a disposizione la possibilità di condividere virtualmente esperienze di ospitalità con host di tutto il mondo.
Gli italiani e le vacanze 2020: dalla certezza al dubbio
Ora che possiamo di nuovo muoverci “fisicamente” – seppur con tutte le cautele – ci sentiamo turisti in modo diverso. Sembrano essere cambiati priorità e obiettivi delle vacanze 2020, ma anche la propensione a farle e le fasce di età che sono più disposte a “rischiare”. In che modo ce lo dice una ricerca Future4Tourism Ipsos svolta su un campione rappresentativo della popolazione italiana (circa 1.000 interviste) nel periodo che è intercorso tra febbraio e i giorni successivi al Decreto dell’11 marzo.
Da quando siamo stati dichiarati zona rossa, secondo la ricerca, le aspettative degli italiani sulle vacanze 2020 sono cambiate. Dalla certezza si è passati ad una situazione di dubbio in attesa dell’evolversi degli eventi ma, in un solo mese, è raddoppiata la quota di coloro che già ora sono certi di non riuscire ad andare in vacanza, almeno fino a giugno.
La propensione alle vacanze dell’età matura
In questo periodo si è andata modificando anche la composizione per età dei potenziali vacanzieri. Se alla fine di febbraio gli individui di tutte le età mostravano una propensione simile rispetto al fare vacanze in primavera, accentuata tra i 35-44enni (72%), a metà marzo sono le fasce di età mature (over 45 anni) a registrare più delle altre una diminuzione importante della propensione.
C’è poi un altro dato, molto interessante. Nella ricerca si legge che, nonostante nelle ultime settimane si siano moltiplicati gli appelli a privilegiare i prodotti italiani (“Mangia italiano”, “Compra italiano”, “Viaggia italiano”), la quota di chi continua a preferire l’Italia resta invariata: il 62% dei vacanzieri.
La fisionomia del turista nell’epoca del post Covid-19 e i futuri scenari
Una cosa è certa: il turista dei prossimi mesi sarà profondamente diverso da quello del 2019. La pandemia Covid-19 sta cambiando il mondo e il modo in cui pensiamo. Ha reso tutti più attenti alle proprie azioni e diversi aspetti non sono più ritenuti scontati.
Le imprese del turismo hanno già prefigurato alcuni scenari di questo cambiamento. I vacanzieri della prossima estate, ad esempio, saranno più attenti all’offerta di sicurezza e salute fornita dagli operatori. Il turista si aspetterà che tutti i servizi, i prodotti e le esperienze dimostrino le migliori pratiche igieniche. Il viaggio sarà sempre più un’esperienza in cui saranno presenti, come garanzia di distanziamento e non solo per i pagamenti, soluzioni tecnologiche come “contactless” e NFC (Near Field Communication).
La tecnologia digitale, dal canto suo, dovrà moltiplicare le soluzioni per viaggiatori indipendenti, come i servizi di concierge online e robot.
Inoltre, gli esperti del settore ritengono che crescerà il cosiddetto Undertourism, il turismo diretto verso le piccole destinazioni. Per fare le loro vacanze gli italiani cercheranno soprattutto luoghi poco affollati e mete prima non considerate. E valuteranno anche le caratteristiche ambientali. Ci sarà probabilmente una crescita del turismo lento che valorizza la tipicità dei luoghi come piccoli borghi e località rurali. In generale, ci sarà un maggiore interesse per la natura, le attività all’aperto e il turismo regionale.
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