L’estate si conferma il periodo trainante per la ripresa del turismo. La domanda è in crescita dopo essere rimasta diverso tempo sotto i livelli pre-Covid. I dati dell’ultimo report Istat sulle tendenze dal 2019 al 2022. E il 2023? Promette bene
Se dovessimo stilare una classifica dei film più rappresentativi sugli italiani e il loro rapporto con le vacanze estive avremmo qualche difficoltà. Perché l’estate, con la sua promessa di riposo, riflessione, viaggi e stacco dalla routine quotidiana, rappresenta un argomento fin troppo versatile in cui cimentarsi.
Da Il sorpasso (1962) a Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare di agosto (1974), passando per Un sacco bello (1980), Caro Diario (1993), Ferie d’agosto (1996), Pane e tulipani (2000), sino ai più recenti Pranzo di Ferragosto (2008), Chiamami col tuo nome (2018) e Odio l’estate (2020), la lista delle pellicole sull’argomento è lunga. Sono le vacanze ad essere le protagoniste indiscusse, mentre le storie dei personaggi offrono la scusa per un’analisi sociologica degli italiani alle prese, decennio dopo decennio, con la grande siesta estiva.
Ma divagazioni cinematografiche a parte – per i motivi che sappiamo – negli ultimi tre anni gli italiani hanno certamente mutato il loro rapporto con le vacanze estive. Le limitazioni per contenere la pandemia e i timori di possibili contagi hanno a lungo frenato i flussi turistici. La crisi economica, il conflitto ucraino-russo e i rincari legati all’energia e alle materie prime hanno pesato sulla scelta di spostarsi.
Vacanze estive in ripresa
Per fortuna la parola “fine” alle restrizioni sulle attività in vacanza e il quietarsi dell’incertezza sulla situazione sanitaria hanno accelerato la ripresa del turismo. Stiamo a poco a poco raggiungendo (se non superando in alcuni casi) i livelli pre-Covid, come dimostrano i dati Istat pubblicati nel report Viaggi e vacanze in Italia e all’estero – Anno 2022. Uscito alla fine di aprile, il rapporto offre sì una panoramica sulle vacanze degli italiani dal 2019 al 2022, ma può comunque essere utile per comprendere i possibili sviluppi. I dati dello scorso anno, infatti, confermano la tendenza, ormai consolidata, a riprendere gli spostamenti in modo massiccio.
Partiamo dal dato più interessante: nel 2022 sono state 21,1 milioni le persone partite per una vacanza estiva. Un milione in più rispetto all’anno precedente, il 2021, quando se ne sono registrate 20,1. Tradotto in percentuale vuol dire che la crescita dei vacanzieri è stata di circa il 5%. Certo, se paragonati al 2019, nell’insieme i turisti partiti in vacanza tra il mese di luglio e quello di settembre 2022 sono stati il 6,8% in meno. Ma questa estate 2023 promette record di presenze e spostamenti.
Ancora una volta la classe d’età tra i 55 e i 64 anni è tra quelle più propense agli spostamenti rispetto alle altre fasce di turisti. Dati alla mano, è quella che nell’estate 2022 ha mostrato la percentuale maggiore di crescita con un +18,2%. Potere della Silver Economy, visto che questa fascia spesso dispone di una solida stabilità economica rispetto ad altre classi di età.
Più italiani in vacanza più a lungo
A mano a mano che ci si allontana dall’inizio dello scoppio della pandemia, la situazione diventa più confortante. A cominciare dal fatto che gli italiani che si sono concessi almeno una vacanza nel periodo luglio-settembre 2022, sono aumentati salendo al 35,7%. C’è stato un piccolo balzo in avanti rispetto al 33,9% registrato nel 2021.
Sono cifre in crescita, che fanno il paio con la lunghezza dei viaggi: quelli dei mesi estivi nel 2022 sono stati in media decisamente più lunghi (8,5 notti) rispetto agli altri trimestri considerati all’interno del rapporto Istat, ovvero gennaio-marzo (4,6), aprile-giugno (4,4) e ottobre-dicembre (4,1). Anche in questo caso è evidente una crescita sensibile ma non eccessiva rispetto all’estate del 2021, quando le notti si sono attestate intorno ad una media di 8,1.
Comunque – al netto di situazioni economiche, internazionali e sanitarie – gli italiani non sembrano voler rinunciare al rito delle vacanze “lunghe”. A parte il crollo nell’estate 2020, quando la percentuale si è attestata al 63,3%, tale modalità è rimasta piuttosto invariata nel tempo. Così, se nel 2022 hanno rappresentato il 73,7% dei viaggi estivi, nell’estate 2021 sono state il 72,2% e il 72,6% nello stesso periodo del 2019.
C’è poi un ristretto gruppo di turisti “fortunati” che la scorsa estate si è potuto permettere una vacanza ancora più lunga tra le 15 e le 21 notti (15,5%) e addirittura tra le 22 e più notti (7%).
Bellezze naturali, borghi e città ritorno di fiamma per i turisti
Nel panorama delle mete più gettonate spiccano quelle che sembrano non avere mai perso il loro appeal. Secondo l’Istat, sono state soprattutto le bellezze naturali – di cui ça va sans dire il nostro Paese è ricco – ad attrarre una cospicua percentuale di viaggiatori grazie al fascino che continuano ad esercitare. Destinazioni che nel corso dell’estate passata hanno rappresentato quasi il 55% dei viaggi, tornando persino in tempi più rapidi a livelli antecedenti la pandemia.
Molto gettonate, con il loro 88,2%, anche le visite alle città e ai borghi che restano in tal modo l’attività culturale preferita in assoluto. Più giù nella classifica – al 44,1% – si sono piazzate le visite ai monumenti e ai siti storici o archeologici, seguite da quelle ai mercati tipici locali (29,7%) e ai musei e alle mostre (29,2%). Poche variazioni percentuali invece per le attività legate alle esperienze enogastronomiche: nell’estate 2022, con il loro 18,1%, si sono posizionate tra il 17% del 2021 ed il 20% del biennio 2019/2020.
In parziale risalita i viaggi estivi per seguire spettacoli e manifestazioni. Rispetto al 2020 e al 2021 – quando si sono attestati all’11,3% e al 13,7% – la tendenza si arresta al 16,9%. Ancora piuttosto distante, dunque, da quel 29,6% registrato nel 2019.
Il trend dei viaggi all’estero è cresciuto
Secondo il Rapporto Istat, per tutto il 2022 la passione per i viaggi all’estero è tornata a crescere. I soggiorni in terra straniera hanno toccato il 19,7%, contro il predominante 80,3% dei viaggi in località italiane. L’aumento è stato consistente, considerato che nel 2021 toccavano appena il 10,7% e il 9,1% nel 2020. Una situazione che ha finito col riflettersi sul trimestre estivo 2022, quando le mete straniere hanno rappresentato il 20,6% delle vacanze, addirittura il 24,3% in caso di vacanze “lunghe”, superando i livelli 2021, quando la crescita è andata oltre l’11% e quasi il 14% per le vacanze “lunghe”. Assai vicina ai livelli pre-Covid del 2019 con il 22,4% e il 26,3% se vacanze “lunghe”.
Estate 2023, sempre più in viaggio
Le condizioni per ritenere che questa estate 2023 sarà diversa dalle precedenti ci sono tutte. Mentre cerchiamo di capire meglio come questa stagione manterrà le sue promesse, sull’onda della crescita degli anni passati, un dato è certo: siamo lontani ormai dalle restrizioni legate al Covid. L’emergenza è finita, come ha dichiarato anche Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’OMS. Inflazione e aumento dei prezzi restano le uniche ombre sulle vacanze degli italiani. Anche se, secondo la 22ª edizione dell’Holiday Barometer, indagine realizzata da Ipsos con Europ Assistance, il desiderio di partire non sembra averne risentito troppo. Il 75% degli intervistati ha espresso sì la sua preoccupazione per l’impatto dell’inflazione, ma il budget medio destinato alle vacanze è salito e il 53% del campione ha previsto di incrementarlo.
Sessant’anni fa esatti Mina cantava un vero e proprio tormentone estivo, Stessa spiaggia, stesso mare. Era il 1963, era un’Italia che “viaggiava” – è il caso di dirlo – sul finire del boom. Sessant’anni dopo siamo qui a ripetere il rituale: stacchiamo la spina prima di riprendere la corsa verso l’ultimo quarto di anno. Perché la voglia di viaggiare non ci ha mai abbandonati.
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