Con Impresa Cultura Valle d’Aosta nasce un nuovo ente per la valorizzazione e l’accessibilità dei beni e delle attività culturali sul territorio nazionale.
Il 20 ottobre scorso, le splendide sale del Castello Reale di Sarre sono state lo scenario ideale per la presentazione del nuovo coordinamento territoriale di imprese culturali e creative di Confcommercio Valle d’Aosta, Impresa Cultura Valle d’Aosta. Il nuovo ente territoriale, nell’ottica generale di Impresa Cultura Italia che fa parte di Confcommercio (cui aderisce anche 50&Più), nasce con l’obiettivo di valorizzare e diffondere i beni e le attività culturali.
Una mission non difficile da realizzare in un territorio come quello valdostano, ricco di castelli e bellezze naturali. E per questo premiata dal turismo anche quest’anno, come risulta dall’ultimo report dell’Osservatorio longitudinale sui consumi culturali degli italiani di Impresa Cultura Italia-Confcommercio.
L’Osservatorio di Impresa Cultura Italia-Confcommercio: salgono i consumi
La ricerca, presentata nel corso dell’evento, evidenzia un aumento delle spese per teatri, cinema e spettacoli musicali dal vivo. I dati del 2023, elaborati da Swg – società che progetta e realizza ricerche di mercato -, parlano di una spesa familiare media mensile in beni culturali di 83,2 euro (35,2 in più rispetto al 2022). Da notare che l’aumento dei costi non dipende solo dalla ripresa del settore culturale post pandemia ma anche dall’inflazione.
Nelle vacanze invernali si stima che gli italiani spenderanno in media 136 euro servizi e prodotti culturali (il 53% meno di 100 euro, il 28% fino a 200). Inoltre, se solo il 23% degli intervistati ha assistito ad una rappresentazione di opera classica, un 32% che sarebbe interessato a farlo. E se solo il 21% ha visto una rassegna cinematografica, un ampio 44% sarebbe fortemente interessato. Si conferma l’interesse per la tv tradizionale (89%), mentre sono in calo (-6%) le piattaforme a pagamento.
La montagna: natura, tradizione, cibo e sport
Lo studio dà ampio spazio alla montagna, un ambiente attrattivo per visitatori e investitori, in grado – sottolinea Carlo Fontana, presidente di Impresa Cultura Italia-Confcommercio – di creare una sinergia tra paesaggio e patrimonio culturale. Quest’ultimo è particolarmente importante per gli under 34 che si dichiarano molto interessati a partecipare alle sagre popolari (85%) e a soggiornare in strutture tipiche (73%). La Storia si conferma un potente polo d’attrazione per tutte le età. Il 72% visiterebbe trincee e luoghi della grande guerra, e per più di 1 italiano su 4 la presenza di castelli, feste popolari e musei influenza la scelta delle destinazioni. Uno scenario stimolante per Impresa Cultura Valle d’Aosta, già in vista delle prossime vacanze invernali.
Il futuro delle imprese è nell’offerta culturale
La cultura è segno di identità nazionale, ma anche un fattore fondamentale per la crescita economica e sociale del territorio. È questa la convinzione alla base di Impresa Cultura Italia-Confcommercio che ha tra i suoi obiettivi la valorizzazione, la diffusione e l’accessibilità dei beni e delle attività culturali. Lo spiega bene il suo presidente, Carlo Fontana nel volume Futuro è impresa culturale: mercato, prospettive e talenti presentato al lancio dell’associazione valdostana.
Il testo è un excursus sul panorama dell’impresa culturale italiana, impegnata ad affrontare gli scenari post-pandemici. Una condizione che richiede maggiore flessibilità e costante aggiornamento. Basti pensare al digitale che ha modificato anche l’offerta culturale, circoscrivendola a volte tra le mura domestiche, priva del suo tradizionale valore aggregativo.
La cultura è l’indice della vitalità di un Paese
Il tema alla base lo ribadisce con chiarezza nella prefazione Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio-Imprese per l’Italia e presidente nazionale di 50&Più. Scrive infatti: “Nella responsabilità del nostro ruolo come parte sociale e corpo intermedio, ci siamo convinti che nella cultura ci siano le gambe di un’economia turistica e creativa, le ali di una rappresentanza moderna. C’è lo sguardo di un Paese vivo che, consapevole di sé stesso, deve sapere anche guardare oltre il proprio “giardino”, verso le buone pratiche e le organizzazioni vincenti già sperimentate in altri Paesi”.
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