Un tempo l’ipocondriaco faceva visita spesso al suo medico di fiducia. Faceva capolino magari dopo aver debitamente consultato l’enciclopedia di medicina. Meditava nella sala d’aspetto ripassando a mente la diagnosi più incredibile o la patologia più assurda in cui era incappato. Si lasciava convincere da qualcosa, insomma, che sedasse e alimentasse allo stesso tempo l’unico patologia che aveva: la fobia della malattie.
Oggi che il nostro rapporto con la conoscenza sembra essersi “smaterializzato”, il Web ci ha di colpo sollevati dalla fatica di sfogliare in modo convulso testi di medicina o presunti tali. Basta digitare un sintomo ed eccolo lì: si palesa all’improvviso, collegato a tutto lo scibile patologico dell’umanità.
Questo fenomeno prende oggi il nome di “Cybercondria”. È un’ipocondria 2.0, insomma, che si alimenta con tutto quello che è possibile trovare sul Web.
Una ricerca sulla “ricerca” dei sintomi
Cerchiamo su Google i sintomi di qualsiasi cosa. Soprattutto in questi tempi così particolari in cui basta uno starnuto, un pizzicorino alla gola per gettarci nel panico.
La Lenstore, azienda specializzata in prodotti di ottica, ha voluto “vederci” chiaro (è il caso di dirlo). Ha quindi condotto una ricerca sul tema. Lo scopo? Capire quali siano i sintomi più cercati sul Web. Oggi è facile infatti accedere ad informazioni mediche come sintomi, cause e trattamenti di innumerevoli condizioni di salute. Con pochi click cerchiamo di ricavare una veloce auto-diagnosi.
Cercare sul Web può mettere ansia: il caso dell’Italia
Cosa ha scoperto quindi la Lenstore? Innanzitutto, che oltre un quarto degli Italiani (il 27%) dice di aver usato in passato Google per cercare dei sintomi di un malessere. Il problema semmai è che ammettono di essere giunti ad una diagnosi sbagliata o peggiore rispetto a quella in seguito fatta dal medico.
C’è quindi da fare una prima considerazione: quanto può un motore di ricerca essere una fonte attendibile per conoscere le cause di determinati sintomi? Quanto può rivelarsi invece causa di ansie e frustrazioni il ricorrervi? Anche perché noi italiani ci preoccupiamo in media per la nostra salute circa 2 volte a settimana. Tutti, poi, almeno una volta abbiamo pensato di fare una ricerca online per toglierci dei dubbi su una condizione di salute.
Tutti i sintomi del mondo
Ma la Lenstore non si è limitata al nostro Paese. Per andare più a fondo ha analizzato 100 sintomi in 26 Paesi diversi. In questo modo ha potuto individuare quelli più ricercati.
Primo fra tutti, in testa, con una media mensile 1.088.970 ricerche troviamo la dissenteria. Seguono nella classifica dei primi dieci l’ansia (893.660), il capogiro (738,800), l’emicrania (713.430), l’insonnia (662.410), il mal di gola (616.980), la stitichezza (601.360), il mal di testa (507.460), la febbre (486.510), il bruciore di stomaco (456.590), gli attacchi epilettici (346.960).
Si tratta però di una classifica parziale. La lista dei sintomi più ricercati ed esaminati dalla Lenstore, infatti, è molto più lunga.
L’ansia, tra i sintomi più ricercati. In fondo alla classifica la perdita del gusto e dell’olfatto
Di sicuro colpisce una cosa: con circa 284 milioni di persone al mondo affette dal disturbo d’ansia, non è strano che questa sia uno dei sintomi più ricercati in diversi Paesi. Tra i più “ansiosi” c’è la Turchia (con 49.500 ricerche al mese), ma anche l’Italia fa la sua parte (40.500 click). Tra i più rilassati invece sembra esserci la Norvegia (appena 8.100 click).
Alcuni sintomi, poi, spiccano per essere i meno ricercati: parliamo di “perdita della vista” e “sete eccessiva” sembrano essere i meno ricercati al mondo. Il primo totalizza appena 5.200 click mentre il secondo si porta a 11.320.
Se pensate, inoltre, che di questi tempi sintomi come “perdita dell’olfatto” e “perdita del gusto” siano i più ricercati, vi state sbagliando. Mentre il primo è addirittura terzultimo nella classifica generale con 16.170 click, il secondo è poco al di sopra con 24.530. Anche se, c’è da dire, durante la pandemia, il sintomo “perdita di gusto e olfatto” ha visto un aumento delle ricerche su Google del 733%.
Quali sintomi cercano di più gli italiani su Google?
Il 15% degli italiani ha ammesso di non essersi recato presso il proprio medico durante la pandemia per timore di contagiarsi con il Covid. Per noi, un popolo come il nostro che si preoccupa moltissimo (talvolta forse eccessivamente) per la propria salute, deve essere stata una vera e propria violenza psicologica.
Per questo la Lenstore ha verificato, partendo dal volume di ricerche sul Web, anche la nostra propensione di ricerca per un sintomo anziché per un altro. Dopo l’ansia (a quota 40.500 click), seguono il mal di gola (33.100), la febbre, il mal di testa, la lingua bianca, la dissenteria, l’insonnia (tutti intorno ai 27.100 click), quindi il raffreddore (22.200) e l’emicrania (18.100).
Se si fa un confronto con gli altri sintomi più ricercati al mondo emerge che siamo meno interessati a “stitichezza” e “vertigini” e più inclini a ricercare le cause di una “lingua bianca”. Altre Paesi che mostrano un interesse simile per le cause della “lingua bianca” sono gli Stati Uniti (con circa 60.500 ricerche mensili), la Francia (con circa 22.200), il Regno Unito (14.800) e la Spagna (12.100).
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