Quanti anziani fragili vivono in Italia? In quali aree ne esiste una maggiore concentrazione? Cosa causa tali differenze?. A queste domande risponde lo studio di Italia Longeva realizzato in collaborazione con la Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie. Il documento, giunto alla sesta edizione, indaga le politiche di long term care nel nostro Paese.
L’indagine di Italia Longeva fotografa la condizione di fragilità degli anziani che vivono nel nostro Paese. I dati, riferiti al 2021, sono il risultato della collaborazione tra l’Associazione con la Direzione Generale della Programmazione Sanitaria del Ministero della Salute, la Società Italiana di Medicina Generale e la Direzione del dipartimento Malattie Cardiovascolari, Endocrino-metaboliche ed Invecchiamento dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS).
Secondo il report, lo scorso anno il numero di over 65 che ha ricevuto cure domiciliari si attesta su 400.003 persone. Dalle pagine della ricerca firmata da Italia Longeva si leggono le differenze tra le varie regioni. Ne riportiamo i dati: tra il 3,8% e il 4,7% la percentuale di anziani che hanno ricevuto assistenza domiciliare nelle regioni Abruzzo, Veneto, Sicilia, Basilicata e Toscana. Numeri più bassi nelle altre regioni.
Oltre le cure residenziali, i numeri dei ricoveri nelle RSA
Il 2021 non fotografa solo l’aumento della percentuale delle cure residenziali, ma racconta anche di una cospicua fetta di popolazione over 65 – pari a 317.260 – residente presso una RSA. Tuttavia, le cure residenziali si registrano maggiormente nelle regioni settentrionali. La provincia autonoma di Trento e la Campania rappresentano gli estremi della forbice: una copertura del 7,64% la prima e una copertura dello 0,23% la seconda.
“Nel complesso, sommando i tassi di anziani over 65 in ADI (assistenza domiciliare integrata, ndr) e quelli ospiti di RSA, solamente un terzo delle aree prese in esame raggiunge o supera il 6%. Tra queste la Provincia Autonoma di Trento, il Veneto, la Lombardia, la Toscana, il Friuli Venezia Giulia, il Piemonte, le Marche e l’Emilia-Romagna” si legge nelle pagine della ricerca di Italia Longeva.
Lieve decrescita del numero di pazienti deceduti per cancro
Nel 2021 – dai dati della ricerca dell’Associazione – emerge una lieve decrescita della percentuale di pazienti deceduti per cancro e destinatari di cure palliative. Parliamo di una media nazionale che oscilla intorno al 31%, con una punta del 56% riportata dal Veneto. Consultando le pagine pubblicate, poi, dal Ministero della Salute nel report titolato “I numeri del cancro in Italia nel 2021” emerge che a perdere la vita a causa di un tumore sono stati circa 100mila uomini e 80mila donne.
La mappatura delle fragilità: Rieti e L’Aquila punte della forbice
L’analisi di Italia Longeva è stata condotta su un campione di 440.000 pazienti di medicina generale over 60. Dall’indagine emerge inoltre che in Italia, il 35,5% degli over 60 presenta una fragilità di grado lieve, il 14,4% una fragilità di grado moderato e il 6,5% una fragilità di grado severo. In questo senso, poi, i dati dimostrano che la presenza di una fragilità grave espone un individuo ad un rischio di decesso cinque volte superiore durante i successivi cinque anni rispetto a chi non presenta alcuna fragilità. Infine, i soggetti over 60 che presentano una fragilità severa corrispondono al 5,3% degli anziani residenti al Settentrione, il 6,2% al Centro e 8,2% al Sud e Isole.
Tra le Province che presentano i tassi maggiori di over 60 affetti da fragilità grave figurano Rieti (14,4%), Salerno (12,0%), Trapani (11,9%), Avellino (11,4%), Napoli (10,6%), Agrigento (10,5%), Benevento (10,4%), Enna (10,1%), La Spezia (10,0%) e L’Aquila (9,2%). Si nota una predominanza di Province del Meridione ma allo stesso tempo è evidente come una maggiore prevalenza di fragilità non sia appannaggio unico delle città del Sud Italia.
Di contro, le dieci province italiane con tassi inferiori di fragilità sono Asti (1,9%), Macerata (2,1%), Bolzano (2,4%), Trento (2,4%), Savona (2,7%), Siracusa (3,0%), Cuneo (3,3%), Pisa (3,3%) Lecco (3,4%) e Vercelli (3,5%).
Uno sviluppo possibile con i fondi del PNRR
La ricerca dell’Associazione nazionale per l’invecchiamento e la longevità attiva, istituita nel 2011 dal Ministero della Salute, con la Regione Marche e l’INRCA-IRCCS di Ancona, l’Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico dedicato all’anziano disegna anche il prossimo futuro.
Ammonta a 15,63 miliardi di euro l’investimento nella Sanità. In particolare, nella Missione 6 Salute cui si aggiungono le risorse Piano Nazionale Complementare-PNC (2,89 miliardi) e React-Eu (1,71 miliardi) per un totale di 20,23 miliardi.
L’obiettivo è la costruzione di reti di prossimità, strutture intermedie e di telemedicina perché si rafforzi l’assistenza sanitaria. Nello specifico: le Case della Comunità e gli Ospedali di Comunità. Oltre al rafforzamento dell’assistenza domiciliare, lo sviluppo della telemedicina e una più efficace integrazione con tutti i servizi sociosanitari.
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