“Io sono un istrione e l’arte, l’arte sola è la vita per me. Se mi date un teatro e un ruolo adatto a me, il genio si vedrà! ”. Sono queste le parole della canzone che ha accompagnato Pietro Giovenco alla vittoria della XVIII edizione di Italia In…Canto.
Da sinistra: il Vicepresidente Vicario Sebastiano Casu, al primo posto Pietro Giovenco, il secondo posto Michele Pesci, al terzo posto Umberto Lo Sapio, il Segretario Nazionale Gabriele Sampoalo.
Il teatro si riempie, gli spettatori prendono posto e la finale di Italia In…Canto ha finalmente inizio. Sul palco, insieme al presentatore e direttore artistico Paolo Notari, ci sono anche i 18 artisti amatoriali arrivati in semifinale ed esibitisi nelle serate precedenti. Uno a uno sfilano prendendo posto e aspettando di sapere chi saranno i dieci ad avere accesso alla finale. Una scelta difficile che è stata presa dal pubblico e dai membri della giuria composta dal giornalista e critico musicale Dario Salvatori, dal Maestro Gaetano Raiola e dalla cantautrice Fiordaliso.
I dieci finalisti
La prima a passare il turno è Sabrina Brodosi con Grande Grande Grande di Mina, segue poi Giuseppe Mariniello con Se bruciasse la città di Massimo Ranieri e Minnena Stangoni con Luci a San Siro di Roberto Vecchioni. Una videochiamata, però, interrompe le esibizioni: è Francesco Giorgino, caporedattore della redazione Interni del TG1, che saluta i soci di 50&Più e tutti i concorrenti in gara. Si riprendono le esibizioni con Bella senz’anima di Riccardo Cocciante cantata da Paolo Malvini, Accanto a te di Alberto Urso eseguita da Natale Munaò e Portati Via di Mina interpretata da Graziella Rizzari. Un secondo break, questa volta, arriva con un video di Tony Renis che, con travolgente simpatia, incita tutti i partecipanti augurando loro buona fortuna. L’ultima parte della serata prevede l’esibizione degli ultimi quattro concorrenti in gara: Pietro Giovenco con L’Istrione di Charles Aznavour e Massimo Ranieri, Umberto Lo Sapio con Mi Manchi di Fausto Leali, Aida Scamarcio con Amor Mio di Mina e Michele Pesci con Guardastelle di Bungaro.
Il Professore alla finale di Italia In…Canto
Arriva velocemente il momento del “televoto” e dell’annuncio dell’ospite d’eccezione per questa serata. Una sedia e un microfono sul palco, sono le sole cose che aspettano l’arrivo del Professore Roberto Vecchioni e del chitarrista Massimo Germini. Quaranta minuti intensi in cui si parla di generazioni, di figli, di padri, di storie di vita vera. Tutti stretti, Vecchioni e il suo pubblico, in un groviglio di emozioni. Ogni canzone – da Samarcanda a Luci a San Siro, passando per Sogna, Ragazzo, Sogna e Ti insegnerò a volare, dedicata ad Alex Zanardi – è anticipata da un’introduzione del Professore, come quella sull’amore.
“Questa storia dell’amore, che non è lo scherzo di un giorno o di un’ora, è antichissima. Una delle frasi più vere sull’amore, per me, è quella di Euripide: “Non ama veramente, chi non ama per sempre”. Ed è bellissima perché significa che l’amore è un sentimento continuativo: non significa amare solo e per sempre una stessa persona, ma vuol dire avere continuamente il sentimento d’amore dentro di sé. È importante questo perché è l’amore che ci permette di superare tutte le difficoltà. Lo racconta Sofocle nell’Edipo a Colono. In questa tragedia, infatti, Edipo è anziano e quando Dio lo chiama a sé, lui decide di recarsi in un bosco fuori Atene. Poco prima di andarsene, però, si rivolge alle figlie, Antigone e Ismene, che stanno piangendo, e dice loro: “C’è una sola parola che cancella tutti i dolori e i mali del mondo e questa parola è amore”.
Il terzo posto per Umberto Lo Sapio
Quando Vecchioni lascia il palco, il pubblico emozionato è pronto a conoscere i vincitori della XVIII edizione di Italia In…Canto. Si aggiudica il terzo posto Umberto Lo Sapio di Dossobuono (Verona), che si è avvicinato al canto e alla musica sin dalla gioventù, ma non trovando il favore del padre ha avviato la carriera professionale in aeronautica. “La passione per il canto è nata da ragazzo, precisamente in terza media quando a scuola facevamo “educazione musicale”. Negli anni successivi conobbi Massimo Ranieri e alcuni produttori musicali che mi avevano proposto di incidere qualche disco, poi per motivi economici ho dovuto accantonare questa strada e ho avviato la mia carriera in aeronautica”. Umberto, però, ha trovato il modo di non abbandonare la sua grande passione: il canto. “Prima di andare in pensione mi sono iscritto al conservatorio e dopo sei anni ho conseguito il titolo in “Solfeggio e teoria della musica”. Questa è la terza volta che partecipo a Italia In…Canto, ma ogni volta è una grande soddisfazione”, racconta ai microfoni di Spazio50. “Stare su un palco è un’emozione che non assomiglia a nessun’altra, però mi sento come se fossi in famiglia e mi esibissi per degli amici”.
Il secondo posto per Michele Pesci
Il secondo classificato è Michele Pesci, della provincia di Ferrara, che si è aggiudicato il premio del concorso con il brano “Guardastelle” di Bungaro. Michele fa l’infermiere e unisce il suo lavoro alla passione per il canto, trovandosi spesso a cantare per i suoi pazienti. “La passione per il canto ce l’ho dalla nascita: cantavo già a sei mesi e, una volta, sono addirittura caduto dal seggiolone mentre cantavo. In famiglia si ride spesso di questo aneddoto. Negli anni, poi, ho continuato a esercitarmi e a studiare musica e canto. Adesso faccio l’infermiere e mi capita di cantare per i miei pazienti”. E il premio? Come cambierà la vita di tutti i giorni? “Sono molti anni che viaggio per l’Italia e canto musica di ogni genere, ma la mia vita cambierà sicuramente. Questo premio significa che ho fatto emozionare un pubblico che non credevo fosse pronto a una canzone di questo tipo. Vuol dire che sono riuscito a trasmettere ciò che ho provato io in quel momento e questo è ciò che conta di più”.
Il primo posto all’istrione Pietro Giovenco
Pietro Giovenco di Palermo è il vincitore di Italia In…Canto 2021 e si è aggiudicato il primo premio del concorso con il brano “L’istrione” di Massimo Ranieri e Charles Aznavour. Già all’età di cinque anni si dilettava nel canto e anche se il percorso professionale non è stato in ambito musicale, ha sempre cercato di conciliare il canto con la vita lavorativa. “Sono un autodidatta, ma penso che quando si ama qualcosa, si trova un modo per potersi esprimere. Io, infatti, quando canto divento un’altra versione di me stesso, poi torno alla normalità, ma in quel momento c’è qualcosa che si innesca”, racconta il vincitore Pietro Giovenco. “Non passa un giorno che io non canti: vado a correre tutti i giorni e sia all’andata che al ritorno canto. Ora sono in pensione, ma quando ero in attività dicevo sempre che lavoravo per hobby, ma per mestiere mi dedicavo al canto”. In merito alla vittoria di Italia In…Canto e al primo posto, poi, Giovenco commenta così: “Penso che nella vita di ognuno di noi ci sia sempre un traguardo da raggiungere, questo è sicuramente uno di quelli”.
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